Tra le sorprese più interessanti di queste classiche appena concluse ci sono due ragazzi nati nell’anno 2000, stiamo parlando dell’irlandese Ben Healy e del danese Mattias Skjelmose.
BEN HEALY: ha finito la settimana delle ardenne con il secondo posto all’Amstel e il quarto alla Liegi, oltre alla seconda piazza alla Freccia del Brabante.
ma chi si cela dietro gli occhialoni neri e quel modo sgraziato di portare avanti la bici?
Healy ha dato un’idea chiara del suo potenziale già nel 2019, quando l’allora diciottenne è diventato il più giovane vincitore di una tappa del Tour de l’Avenir. L’anno successivo ha vinto una tappa della prestigiosa Ronde de l’Isard ed è diventato campione irlandese d’élite di corse su strada, ha anche stabilito il miglior tempo nei campionati nazionali a cronometro. Nel 2021 è stato primo, secondo e terzo sulle tappe al Baby Giro, così da assicurarsi un contratto da professionista con il team EF Education-EasyPost per l’anno 2022. Ha avuto una prima stagione nel mondo dei prof molto solida, correndo in modo aggressivo e andando vicino alla vittoria in alcune delle gare a cui ha preso parte, gli è bastato solo un’anno di ambientamento infatti, già alle prime uscite dell’anno in corso ha visto una progressione rapida e i suoi risultati lo hanno portato a vincere una tappa alla Coppi e Bartali e una vittoria in solitaria nel GP Industria & Artigianato: le prime due vittorie della sua carriera da professionista. Poi l’Amstel Gold Race, in quest’ultima è stato particolarmente impressionante in quanto ha concluso a soli 38 secondi dal due volte campione del Tour de France e attuale numero uno del mondo Tadej Pogačar
Jake Tipper, allenatore di Healy nelle categorie giovanili ha ribadito come “ sono sempre stato fiducioso che Ben avrebbe continuato a progredire da juniores e U23 perché a differenza di alcuni dei suoi rivali aveva margini enormi di miglioramento, senza dare il massimo già da giovanissimo. L’allenatore aggiunge come ci siano ulteriori margini di miglioramento nei mesi e negli anni a venire . “Ben è appena salito sul podio in una delle gare più difficili del mondo dopo sei ore di gara, eppure non credo di avergli mai programmato un giro di sei ore. Dopo la campagna delle classiche si concentrerà sulla preparazione per il suo primo Grand Tour della carriera, il Giro d’Italia. Una vittoria di tappa in quest’ultima gara è un obiettivo importante per lui, qualcosa che sembra rientrare nelle sue capacità. A lungo termine,- continua Tipper Ben può diventare un corridore completo, oggigiorno i migliori ciclisti al mondo possono fare tutto e vincere su tutti i terreni; tappe e classifica in grandi giri, cronometro, classiche e con Ben questo sarà la via su cui continuare a lavorare.”
MATTIAS SKJELMOSE: Tutt’altra storia per il ragazzo nativo di Copenaghen, poche sono le vittorie nelle categorie giovanili ma i numeri e le prestazioni più che soddisfacenti portano comunque il team Trek-Segafredo ha scommettere con decisione su di lui, la formazione americana lo fà esordire già nel 2020, non ancora ventenne, vedendo il lui il nuovo Vingegaard. Dopo un’ottimo 2021 impreziosito da numerosi piazzamenti, l’annata passata si è messo in mostra vincendo la piccola corsa a tappe del Giro di Lussemburgo, mentre quest’anno è partito alla grande, con vittorie all’Etoile de Besseges e al Tour des Alpes Maritimes e il podio alla Faun-Ardeche Classic e al GP Indurain. Le top 10 al Giro dei Paesi Baschi sono solo l’antipasto di ciò che ci attendeva nella settimana appena passata, raccoglie un ottava all’Amstel, un sontuoso secondo alla Freccia dietro a sua santità Pogacar e una dignitosa top10 alla Liegi.
Il danese è uno scalatore che si adatta anche alle classiche collinari, senza dimenticarci dell’ottimo spunto veloce. A un motore che potrà adoperare sia nelle classiche che nei grandi Giri, deve ancora maturare tatticamente e progredire sulla tenuta e nella resistenza delle tre settimane. Per il momento ha tutte le qualità per dominare le brevi corse a tappe, come si è visto già in questo avvio di stagione.
Nel Gruppo Trek ha già trovato due validi guide: Dario Cataldo e Mads Pedersen deputati a sostenerlo e a condurlo durante le fasi cruciali di gara.
“La cosa più importante che ho imparato – commenta Mattias – è che devi anche mostrare alla tua squadra che sei un leader, ho un grande mentore in Mads Pedersen. È un ragazzo che ammiro davvero e si sente come un fratello maggiore per me, ha cercato di insegnarmi tutto.”