Oggi scatta dall’Abruzzo il Giro d’Italia ma è di un altro “rosa” che vi vogliamo parlare. Torniamo sul “Trofeo Rosa”, vale a dire il torneo che, in forza dell’accordo tra i Comitati Regionali con il placet del Consiglio Federale, obbliga le ragazze esordienti e allieve di Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo e Puglia a gareggiare esclusivamente nelle gare di queste regioni (con la possibilità di 6 “wild card” per chiedere autorizzazione a gareggiare in altre competizioni concomitanti).
Dopo il primo mese di gare è già possibile tracciare un primo bilancio dell’andamento del Trofeo Rosa e, soprattutto, pesarne, attraverso i numeri, il gradimenti da parte delle società “colpite” dal calendario forzato. Grazie al lavoro certosino di Mario Ferrari, che ha raccolto i dati relativi alle iscrizioni suddividendoli regione per regione possiamo andare ad analizzare il report sul trend di questo primo mese di competizioni.
PARTECIPAZIONI E DISERZIONI – Il primo dato che balza agli occhi è il confronto tra le partecipazioni alle varie prove. Se le gare in Emilia Romagna hanno sempre superato quota 150 iscritte, altrettanto non si può dire di quanto avvenuto nella gara in Toscana (132 iscritte) del 9 aprile, nella gara in Lombardia del 25 aprile (145 iscritte) e, ancora di più, in quella pugliese (che metteva in palio punteggi triplicati) del 30 aprile che ha registrato appena 133 iscritte. A fronte di questo dato, che evidenzia la difficoltà delle squadre e delle atlete nell’affrontare lunghe trasferte, vanno registrati i numeri relativi alle scelte effettuate dai team. Soprattutto in occasione delle ultime due prove (Lombardia 25 aprile e Puglia 30 aprile) sono state rispettivamente 52 e 35 le atlete che sono state iscritte a prove femminili presenti in altre regioni, utilizzando le ormai famose Wild Card. In crescita anche il dato relativo alle partecipazioni a gare promiscue con i maschietti: il 25 aprile sono state 33 le ragazze che hanno gareggiato con i maschi, mentre il 30 aprile sono state 19.
Questi ultimi numeri, come sottolineato da Mario Ferrari: “Impongono una seria valutazione del fenomeno specie in prospettiva del 2024, stagione per la quale la FCI ha annunciato essere intenzionata a cancellare la possibilità per le ragazze di gareggiare con i maschi”. Dove correranno tutte queste ragazze? Sceglieranno di proseguire o smetteranno di correre.
REGIONI INTERESSATE – Il secondo grafico realizzato sulla base dei dati raccolti da Mario Ferrari consente di analizzare la partecipazione alle varie prove da parte delle regioni coinvolte nel Trofeo Rosa. I numeri in questo caso evidenziano una partecipazione prevalente da parte di Lombardia, Emilia Romagna e Toscana a fronte di un impegno da parte delle società di Marche, Umbria, Abruzzo e Puglia decisamente limitato.
L’unica costante è l’Abruzzo che ha partecipato a tutte le prove con 7 atlete (Team Di Federico) mentre, ad esempio, le ragazze pugliesi hanno preso parte solo alla prova del 16 aprile (3 atlete) e a quella pugliese (11 atlete). Poco meglio hanno fatto le Marche che hanno partecipato con 1 atleta alla prova dell’11 aprile, 3 atlete il 16 aprile e 3 atlete il 30 aprile. Numeri simili anche per l’Umbria.
In valore assoluto (Grafico 3), nel primo mese di gare la Lombardia ha iscritto nel complesso 660 atlete, 249 quelle Emiliano-Romagnole, 168 quelle Toscane. Mentre Abruzzo, Marche, Umbria e Puglia insieme hanno collezionato appena 73 partecipazioni (vale a dire metà rispetto alla Toscana, un terzo dell’Emilia Romagna e poco più di un decimo della Lombardia).
A fronte di questi numeri sono tanti i quesiti che si pongono circa l’opportunità di promuovere una manifestazione dal regolamento così rigido come il Trofeo Rosa. Una formula nata, soprattutto, in contrapposizione a quanto fatto da Veneto, Friuli, Trento e Bolzano negli ultimi decenni: peccato che, in quel caso, l’intesa tra Regioni e la continuità territoriale siano vincenti a differenza di quanto si sta assistendo con il Trofeo Rosa.
Se l’obiettivo del Trofeo Rosa era quello di promuovere il ciclismo femminile in favore delle Regioni che presentano meno numeri si può affermare che sia un traguardo decisamente lontano dall’essere raggiunto mentre, allo stesso tempo, si stanno mettendo sulla graticola tante società e ragazze costrette a sobbarcarsi trasferte impegnative e obbligatorie che, però, non trovano una motivazione tecnica ed un riscontro effettivo.
A chi e a cosa serve obbligare le società lombarde o emiliane a correre in Puglia se in quella regione ci sono appena 11 ragazze che svolgono attività e che poi comunque non prendono parte a loro volta alle altre prove? Perchè ipotizzare una attività “solo femminile” per il 2024 quando questo imporrebbe ulteriori trasferte e gare dal valore tecnicamente discutibile? Perchè, invece di assumere decisioni meramente politiche, non valutare insieme alle società impegnate in prima linea le soluzioni più adeguate?
Questi numeri sono alla luce del sole, pubblici e in possesso della FCI e dei Comitati Regionali. Ciclismoweb.net, con la collaborazione di Mario Ferrari, continuerà a monitorarli, nella speranza che anche i vertici federali riescano a comprenderne la portata e a valutare le misure più adeguate da assumere per il bene delle tante ragazze che amano pedalare e gareggiare in sella alla propria bicicletta.