Prosegue l’analisi statistica del “mercato” ciclistico attraverso l’analisi della relazione biunivoca tra gare e corridori.
LA RELAZIONE – Le prime, le competizioni, con la loro storia, con la reputazione, la qualità dei percorsi ed organizzazioni che tendono a massimizzare la qualità del “prodotto/corsa” cercano di attirare Team e Campioni nel tentativo di ottenere una competizione di alto livello e che incontri il favore del pubblico. Dall’altro, i Corridori e con loro i Team, cercano di partecipare alle gare più blasonate, quelle storiche con il precipuo scopo di ricercare la massima visibilità e, magari, una vittoria. Una ricerca del miglior palcoscenico dove metter in scena la migliore prestazione possibile.
Abbiamo misurato, negli articoli precedenti, da un lato, “l’Offerta di gare” da parte degli organizzatori delineando il c.d. Coefficiente di Attrattività con lo scopo di valutare il livello di attrazione dei corridori migliori e, dal lato della Domanda, abbiamo valutato il comportamento dei rider e definito un indicatore in grado di descrivere le forme e le modalità di partecipazione degli atleti alle gare del calendario internazionale.
A tale scopo si è scelto di utilizzare quali strumenti di valutazione e misura i punti e le posizioni nella Classifica UCI; il c.d. Ranking Individuale e per Team, già da anni oggetto di attenta regolamentazione da parte dell’UCI.
IL MERCATO DELLE GARE – Ma ora è tempo di misurare e valutare il Mercato Ciclistico nel suo complesso e lo faremo mutuando, questa volta, strumenti e metodologie oltre che dalla Statistica da un’altra disciplina: la Macro-Economia.
Questa scelta, non spaventi nessuno, sarà nostro compito accompagnarvi passo dopo passo in questo nuovo percorso che, ci auguriamo, possa incontrare – come per gli articoli precedenti articoli – incontrare il Vostro interesse e soprattutto il Vostro favore.
Prima, però, di calarci nel vivo dei temi e delle argomentazioni che porteremo avanti nel tentativo di valutare il Mercato, sia consentito evidenziare alcuni limiti che le metodologie, fin qui impiegate, hanno mostrato in fase di elaborazione e sviluppo delle teorie, degli indicatori e dei coefficienti proposti. Limitazioni che sono insiti nel modello stesso del fenomeno Ciclismo, uno sport individuale certo, ma praticato in squadra, dove le scelte strategiche e tattiche dei D.S. giocano un ruolo centrale ed affiancano e, talvolta, condizionano le azioni individuali degli atleti durante le gare. Altre limitazioni sono da ricercare in quelle variabili che abbiamo già definito endogene, ovvero esterne al normale flusso degli eventi che già condizionano gare e preparazioni atletiche: ci riferiamo a tutta una serie di accadimenti che per il carattere di occasionalità o di alta imprevedibilità non abbiamo potuto prendere in considerazioni nell’elaborazione dei modelli fin qui illustrati. Facciamo riferimento alle condizioni meteorologiche, alle forature, ai guasti meccanici, ma anche alle condizioni di salute dei ciclisti stessi. Infine, evidenziamo che l’architrave stesso dei modelli presentati è spesso oggetto di una profonda semplificazione al fine di piegare le fredde regole statistiche e delle altre discipline impiegate al caso di specie ed all’affascinate fenomeno del Ciclismo.
Posto per acquisito tutto quanto fin qui esposto in sede di premessa, caliamoci in punta di piedi in questa nuovo argomento: Forma e Misura del Mercato del ciclismo PRO. Come ampiamente risaputo l’UCI, già da tempo, ha cercato con continui tentativi di istituire una vera e propria “lega chiusa” delle migliori squadre (Team) che competono nelle principali gare; ci riferiamo all’iniziale modello PROTOUR, istituito anni fa e successivamente riprogettato e che, oggi, è stato soppiantato da un modello nuovo che prende il nome di WORLD TOUR. Il circuito mondiale istituito dal 2011 – anno in cui sostituiva il ProTour – composto da un numero limitato di gare presenti nel calendario UCI cui possono prendere parte le squadre – con carattere di obbligatorietà – dotate di licenza WT e, su invito da parte degli organizzatori delle competizioni, Team Professional. Un modello che rispecchia, in parte quello del “defunto” ProTour, basato sull’attribuzione di punti in base ai piazzamenti nelle classifiche finali di ciascuna prova e alla tipologia della stessa e del tutto simile ai blasonati modelli all’americana che però non sembra attecchire in uno sport tipicamente europeo ed in un contesto regolamentare ed economico che da un punto di vista sportivo è ben distante dalle tendenze d’Oltreoceano.
Come già per il precedente ProTour, anche il modello World Tour si caratterizza come un Mercato di Oligopolio, in cui i Team (ed i corridori) competono per la PRODUZIONE di punti e per questo fine definiscono strategie connesse ad un determinato impegno agonistico. I Team, in questo mercato oligopolistico, per conseguire un RICAVO – funzione dei punti conseguito gara dopo gara ed espressione di una RENDITA misurabile in termini di visibilità dei mass media, di popolarità dei ciclisti e naturalmente di un ritorno pubblicitario degli sponsor – competono anno dopo anno cercando di massimizzare i risultati.
Obiettivo del nostro studio è stato, attraverso un’analisi empirica, quello di misurare e valutare l’EQUILIBRIO competitivo di questo particolare tipologia di mercato.
Per farlo abbiamo preso ad esame il calendario UCI, con tutte le competizioni WT disputate fin qui; dal Santos Tour Down Under all’Eschborn-Frankfurt (vedi figura); ovvero le principali competizioni internazionali ed il loro bagaglio di Punti del Ranking UCI che abbiamo distinto in quattro tipologie: Top classics, Monuments, Major Tours e Grand Tours.
L’OLIGOPOLIO DEI TEAM – Analizzati i risultati di ciascuna gara e computati, differenziando per Classi, i relativi punti del ranking conseguiti individualmente e successivamente aggregati per squadra, abbiamo normalizzato tali valori e calcolato l’Equilibrio competitivo. Anche in questo caso, però, siamo ricorsi ad una semplificazione, ovvero impiegare per tale misura, l’algoritmo di calcolo dell’entropia relativa (rH-normalizzato) tenendo in considerazione il numero delle squadre (Team) ed i punti totali assegnati. Nella successiva figura, è esposto il risultato, in termini quantitativi di quanto elaborato.
Al mercato World Tour, nei primi cinque mesi dell’anno, è attribuito un punteggio di 0,868141 (rH normalizzato) ovvero un Equilibrio competitivo basso, con un rapporto tra i punti conseguiti dai primi 5 Team e quelli ottenuti dagli ultimi cinque pari a 80,974, espressione della diseguaglianza dei due gruppi World Tour (WT) e Professional (PRT). Volendo focalizzare l’analisi a ciascun mese di questo prima scorcio d’anni, al fine di valutare come e di quanto l’Equilibrio competitivo sia variato in relazione alle gare disputate, nella successiva tabella abbiamo riportato nella prima colonna il valore rH e nell’ultima il Rapporto di Diseguaglianza dei gruppi di Team.
L’analisi proposta dimostra che il mercato e la struttura anche per il World Tour soffre dei tipici problemi competitivi di un mercato oligopolistico e che, nonostante le modifiche apportate dall’UCI al sistema sostituendo il precedente modello del Pro Tour, appare oggi più necessario che mai trovare un modo per aumentare l’equilibrio competitivo. Occorre intervenire sul sistema con radicali riforme.
Una prima soluzione potrebbe essere l’aumento del numero di squadre, una seconda strategia potrebbe consistere, invece, nell’introduzione di un sistema di incentivi per modificare comportamenti volti al godimento di rendite senza incrementi dell’efficienza. Del resto, l’istituzione di un sistema di promozioni e retrocessioni al termine della stagione agonistica non si è dimostrata da sola pienamente sufficiente. Certo è, che è ancora troppo presto per poter comprendere se la repentina modifica del sistema di attribuzione dei punti per il prossimo triennio, velocemente approvato nel mese di dicembre dello scorso anno, possa produrre effetti concreti.