Ci siamo ormai lasciati alle spalle l’annuncio shock della positività al Covid del portatore della maglia rosa Remco Evenepoel, anche se in queste ore è appena (ri)partito il rimbalzo delle colpe tra organizzazione, medici e protocolli dei team. Il belga in quattro e quattr’otto ha fatto i bagagli, è risalito in macchina e ha lasciato la corsa e con lei le speranze di vittoria.
Ha fatto clamore la dipartita del campione del mondo non tanto perché era il leader provvisorio della corsa – fosse stato il norvegese Leknessund a contrarre il virus, nessuno avrebbe mosso un dito e non avrebbe avuto questo enorme eco mediatico – ha fatto notizia perché era il principale e indiscutibile favorito della corsa, perchè è da mesi e mesi, da quando è stato annunciata la sua partecipazione all Giro che gli occhi del mondo si erano rivolti verso le tre settimane italiane, l’organizzazione si fregiava davanti a Tour e Vuelta di essere riuscita ad avere tra le fila il campione del mondo e ora se lo è lasciato scappare in un battibaleno, senza poter far nulla.
L’uscita di scena del giovane prodigio è anche il riflesso del suo atteggiamento accentratore e provocatorio, c’è chi in lui è affascinato dalle gesta e della sua forza dentro e fuori dai recinti di corsa e chi invece proprio non lo sopporta, affibbiandogli l’etichetta di “bimbo viziato”. Chi si cela realmente dietro la sagoma del Belga?
Dall’interno del gruppo sono ironici e divertenti i tweet di Geraint Thomas, “Little bastard” è l’appellativo con cui ha rinominato il giovane belga e con cui accompagna le vittorie dell’uno e le sconfitte dell’altro, ora Mister G, dovrà proseguire il viaggio dei social senza il suo illustre avversario.
Non aveva rispetto per gli avversari! sono invece le parole decisamente più pesanti del suo coetaneo Karel Vacek, reduce dal secondo posto di tappa sull’arrivo di Campo imperatore. Negli anni da juniores i due hanno avuto modo di sfidarsi, all’epoca il Belga faceva incetta di vittorie, una dopo l’altra. Fu proprio il ceco ha infliggere una delle poche sconfitte ai danni di Evenepoel, al Giro della Lunigiana dove riuscì a batterlo in una cronometro e anche in una tappa in linea. “Un carattere egocentrico e scontroso, quando l’ho battuto era molto antipatico dopo la gara, non capisco come un ragazzo che sta per passare nel World Tour non abbia rispetto dei suoi avversari”.
Lo stesso Colbrelli ha avuto la riprova del suo carattere spigoloso dopo la vittoria al Campionato Europeo di Trento nel 2021. Al termine della volata ristretta vinta dall’italiano, lo sconfitto sembrava piuttosto contrariato dalla mancata medaglia d’oro, non voleva digerire che un’altro lo avesse potuto battere e non fece nulla per nascondere il suo disappunto anche con plateali rimostranze. Anche in questo Giro durante la caduta di Salerno che lui stesso aveva provocato ha cominciato a sbraitare e accusare gli uomini della Trek per averlo portato al suolo.
Di contro in molti sono rimasti positivamente sorpresi con quanta e quale forza di volontà si sia risollevato dopo il terribile incidente occorso al Giro di Lombardia del 2020, quando la carriera non era così certa che potesse proseguire, dimostrando un attaccamento e un’amore infinito verso la bicicletta.
Amore e odio quindi per il campioncino, ancora più al centro del vortice mediatico una volta conquistato l’iride, che il suo ritiro possa dare il là ad una suggestiva e probabile partecipazione al prossimo Tour de France? Così da rinnovare finalmente il tanto atteso duello con l’altro fenomeno Pogacar, lui si particolarmente amato da tutti…