Le tre settimane rosa sono già alle nostre spalle e con il mese di Giugno si apre un nuovo segmento di gare che ci porterà velocemente alla seconda grande corsa a tappe della stagione: Il Tour de France. Da questa edizione rosa ci portiamo dietro il ribaltone finale avvenuto nel corso della penultima frazione tra i due vertici della generale; il margine finale tra Roglic e Thomas è stato di appena quattordici secondi. Abbiamo ripercorso e analizzato i vari distacchi tra i due uomini nelle settimane di corsa, il vantaggio massimo è racchiuso in soli 29″ e se eliminassimo le tre prove contro il tempo, dalle quali Roglic è uscito meglio del rivale, il vincitore a Roma non sarebbe lo sloveno ma bensì il gallese per un vantaggio di 23 secondi. Ma tutt’altra storia era prevista per questo Giro e così come annunciato in fase di presentazione, l’inserimento delle tre prove contro le lancette ha influito pesantemente sia in termini di risultato sia di performance finale.
Distacchi tra Roglic e Thomas al Giro 2023:
TAPPA 1: Cronometro individuale Costa dei Trabocchi, Roglic > Thomas 12″
TAPPA 3: Vasto – Melfi, Roglic > Thomas 14″
TAPPA 9: Cronometro individuale Savignano sul Rubicone – Cesena, Thomas > Roglic 2″
TAPPA 16: Sabbio Chiese – Monte Bondone, Thomas > Roglic 29″
TAPPA 19: Longarone – Tre cime di Lavaredo, Thomas > Roglic 26″
TAPPA 20: Cronometro individuale Tarvisio – Monte Lussari, Roglic > Thomas 14″
La classifica dei minor distacchi tra i primi due posti degli ultimi 20 anni di Giro!
2023: Primoz Roglic > Thomas Geraint 14″
2012: Ryder Hesjedal > Joaquim Rodriguez 16″
2005: Paolo Savoldelli > Gilberto Simoni 28″
2017: Tom Dumoulin > Nairo Quintana 31″
2020: Tao Geoghegan Hart > Jay Hindley 39″
2018: Chris Froome > Tom Dumoulin 46″
2016: Vincenzo Nibali > Esteban Chaves 52″
Al primo posto di questa speciale classifica troviamo proprio l’edizione appena conclusa, in successione l’anno 2012 con la lotta sul filo dei secondi tra il canadese Hesjedal e lo spagnolo Rodriguez anch’essa decisa sotto le lancette, sul terzo gradino del podio sale la coppia Savoldelli-Simoni nel lontano 2005, con il bergamasco che riuscì a mantenere la Rosa dagli attacchi di Gilberto Simoni e portare a casa il trofeo per meno di mezzo minuto. Scesi dal podio vi troviamo l’olandese Dumoulin che riesce a strappare all’ultima giornata nella prova cronometrata da Monza a Milano la maglia di leader a Nairo Quintana, vincendo la sua prima corsa a tappe per una trentina di secondi. Lo scontro decisivo nell’ultima cronometro di Milano si consuma anche nel 2020 tra Geoghegan Hart e Hindley risolta per meno di 40″, al sesto e settimo posto della classifica si posizionano al di sotto del minuto le edizioni vittoriose di Froome e Nibali rispettivamente nel 2018 e nel 2016.
L’edizione 2022 della corsa rosa si è decisa alla penultima giornata di gara sulle pendici della Marmolada con il cambio di primato, sentenziando un distacco di poco superiore al minuto, così come le edizione del 2021 vinta da Bernal per un minuto e mezzo e quella del 2019 da Carapaz per poco più di sessanta secondi.
Cosa ci dicono questi numeri?
Dai primi anni 2000 fino al 2012/2013 ad eccezione del 2005 i distacchi raggiungevano diversi minuti tra il primo ed il secondo, anche 5/7 primi in in alcune edizioni, nell’ultimo decennio si sono notevolmente accorciati, con un’ulteriore riduzione negli ultimi 5/6 anni, la soglia del minuto ormai è cosa certa, tutto ciò è solo una casualità?
Cosa ci prospetta il futuro?
Questo appiattimento e livellamento ai piani alti è la diretta conseguenza del passo in avanti in termini di preparazione e metodologia di allenamento/alimentazione che tutti i più forti corridori seguono per arrivare preparati al grande impegno sportivo, e se di veri campioni capaci di fare grosse differenze ne nascono sempre più con il contagocce, saremo costretti da qui in avanti ad assistere a Giri sempre più equilibrati e decisi per un’inezia o un’errore di uno o dell’altro. E’ su queste basi che allora deve intervenire la fantasia e l’audacia degli organizzatori nel tentare di ripensare e proporre percorsi alternativi e più avvincenti, perché vero si che dobbiamo portarci dietro la lunga storia del ciclismo ma è doveroso anche stare al passo con i cambiamenti di cui anche il mondo delle due ruote è stato travolto.