È bastata una riga apparsa su Ciclismoweb per risvegliare l’attenta Procura Federale. Il pool di avvocati guidati dall’avv. Nicola Capozzolì, infatti, dopo lo stimolo del nostro articolo apparso venerdì 9 giugno nel quale raccontavamo di non aver più avuto notizie da Roma (Clicca qui per rileggerlo) ha deciso di notificare al direttore Andrea Fin la mail di conclusione indagini con intenzione al deferimento. Sull’oggetto delle accuse torneremo nei prossimi giorni ma, per farla breve, la querelle tra la FCI e Ciclismoweb andrà avanti e, con ogni probabilità, approderà sul tavolo del Tribunale Federale.
La Procura Federale che in forza dell’Art. 46 dello Statuto Federale ha “il dovere di svolgere tutte le indagini necessarie all’accertamento di violazioni statutarie e regolamentari di cui ha notizia” ha ritenuto in passato di non dover indagare sulla disposizione degli ormai famosi 106.000 euro ma ha impiegato due mesi e 10 giorni per rileggersi gli articoli di Ciclismoweb indagando su attività che sono pubbliche e sotto la luce del sole.
Siamo rei di aver scritto relativamente alle note vicende del logo della FCI e della gestione che intendeva farne il Presidente Cordiano Dagnoni e il suo segretario personale e di averlo fatto utilizzando toni satirici.
11 EURO PER RISOLVERE IL PROBLEMA DEI LOGHI – Aldilà delle critiche di Ciclismoweb.net, però, i loghi continuano ad essere un grosso problema per questa FCI. Sono infatti in corso di svolgimento in questi giorni a Dalmine (Bg) i Campionati Italiani Juniores e U23 su pista: una bella manifestazione che vede in gara diversi ragazzi già titolati con la maglia di Campione Europeo e del Mondo nelle varie di specialità.
A rappresentare questa manifestazione così importante, però, c’è un logo decisamente imbarazzante. Che il ciclismo italiano, ed in particolare quello su pista, non se la passino troppo bene dal punto di vista economico è cosa nota ma che gli organizzatori di una rassegna tricolore non abbiano 11 euro per pagare la versione completa di un noto programma di grafica online, lascia sinceramente esterrefatti.
Il cuore tricolore dei campionati italiani di Dalmine, infatti, riporta chiaramente i segni posti a tutela del Copyright e soprattutto la marca del noto programma di grafica online, tutti segni distintivi che possono essere rimossi acquistando la licenza a pagamento del suddetto programma che costa, appunto, 11 euro.
Evidentemente a Dalmine non c’erano le risorse per pagare un grafico di professione a cui commissionare il lavoro, ma che non vi fossero nemmeno i soldi per un abbonamento online, la dice lunga sullo stato di salute del movimento della pista italiano e in particolare di questi Campionati Italiani. Ma c’è di più, perchè il noto programma di grafica online offre anche la prova gratuita per 30 giorni… sarebbe bastato usare quella per rimuovere i Watermark!
L’UFFICIO GRANDI EVENTI – Ciò che però rende il tutto ancora più surreale è il fatto che questa FCI ha creato appositamente l’Ufficio Grandi Eventi, con l’intento dichiarato di coordinare e uniformare l’immagine degli eventi tricolori e ha affidato questo ufficio allo stesso segretario personale, Andrea Leoni, autore del famoso comunicato sull’utilizzo del logo della FCI poi sconfessato dal successivo comunicato della Segreteria Generale della FCI.
La domanda, allora, sorge spontanea: questo ufficio Grandi Eventi avrà avallato l’utilizzo di un brand creato in maniera a dir poco dilettantistica e superficiale?
Avrà anche avallato, questo illustre ufficio, l’apposizione del logo della FCI in calce ad un brand realizzato in questo modo?
E ancora, se il noto programma di grafica online decidesse di far valere i propri diritti sul Copyright, a rispondere saranno solo gli organizzatori di Dalmine o anche la stessa FCI titolare della manifestazione e dei titoli in palio?
Il problema, in tutto questo, ovviamente, rimane Ciclismoweb.net il cui direttore subirà, a proprio danno, un procedimento disciplinare innanzi al Tribunale Federale per aver raccontato, senza veli e senza troppi giri di parole, quanto stava avvenendo e sta continuando a succedere all’interno degli uffici federali. Un procedimento del tutto infondato e illegittimo dal momento che fa leva sulla tessera FCI per tentare, in maniera peraltro maldestra, di mettere il bavaglio all’attività giornalistica portata avanti su Ciclismoweb.net da Andrea Fin.
Ovviamente, anche in questa occasione, ribadiamo la completa incompetenza da parte dell’Ufficio di Procura e degli organi di giustizia federali a giudicare o sindacare quanto pubblicato da Ciclismoweb nello svolgimento della propria funzione giornalistica e, pertanto, auguriamo buon lavoro all’ufficio di Procura Federale che in due mesi di indagini hanno stabilito la necessità di deferire il direttore Andrea Fin. Chissà se anche loro, nei propri atti, avranno fatto copia-incolla da qualche programma gratuito online…