Si è concluso nel weekend il Tour de Suisse, appuntamento chiave di avvicinamento alle tre settimane del Tour de France. La rassegna elvetica è stata condizionata purtroppo dalla tragica scomparsa del giovane ragazzo di casa Gino Mader, il quale cercava proprio negli otto giorni di corsa il pass per entrare nella rosa dei papabili corridori che la formazione del Bahrain avrebbe portato in Francia.
Se le ultime due frazioni si sono svolte sotto tutt’altro spirito rispetto a primi giorni, è da segnalare la linea giovane presente in forza e agguerrita, a partire dal podio finale che media alla mano conta 21,5 anni. Mattias Skjelmonse a 22 anni firma la sua seconda vittoria nelle brevi corse a tappe dopo il Giro del Lussemburgo dello scorso anno. Quello della Svizzera rappresenta però un sigillo più eclatante e prestigioso, la maglia bianca al prossimo Tour sembra potergli calzare adeguatamente. Juan Ayuso invece a soli 20 anni si prende due vittorie di tappa, compresa la crono finale, mettendo le basi per l’assalto alla prossima corsa di casa della Vuelta e ponendosi come vero antagonista di Pogacar e Vingegaard per le stagioni future. Il terzo gradino più basso del podio è occupato dal campione del mondo Remco Evenepoel, 23 anni lontano parente però di quello intravisto al Giro ma con quella classe sopraffina che gli permette comunque di stare nelle parti alte della corsa.
Più volte presente nella azioni decisive il giovane belga della Bora Cian Uijtdebroecks, ventenne è in continua progressione nel suo primo anno da professionista, ha concluso la settimana svizzera al settimo posto, suo tallone d’achille sembrano essere le prove contro le lancette, mentre in salita è quasi al passo dei primissimi. Sembra avere un feeling particolare con questi territori visto la sua bella prestazione al recente Giro di Romandia di Aprile chiuso al sesto posto. Di qualche anno più grande Felix Gall, 25enne sbocciato clamorosamente in questa stagione con un filotto di piazzamenti di grande rilevanza, ha alzato le braccia per la prima volta da professionista grazie all’azione solitaria nella quarta tappa per chiudere con una top 10 la sua classifica generale. L’austriaco si trova a suo agio sulle grandi salite e alla prossima Grande Boucle potrà andare alla caccia di successi parziali e alla maglia a pois che contraddistingue il miglior scalatore.