La Riforma dello Sport è realtà. O quasi. Da domani, 1° luglio, entra in vigore la nuova disciplina normativa che riguarda il lavoratori sportivi. La nuova legge prevede che qualsiasi collaboratore riceva un compenso di qualsiasi importo da una ASD debba essere inquadrato come un lavoratore sportivo, con tanto di contributi da versare e oneri amministrativi.
LAVORO CHI…? – Che porti l’acqua fresca ai ragazzini o che stia in mezzo ad un incrocio con una bandierina o, ancora, che cambi i copertoncini nel proprio garage nel dopocena o, piuttosto, che gareggi settimanalmente tra i dilettanti o gli juniores poco conta: da domani saranno tutti lavoratori con tutto ciò che questo comporta.
Limitandoci al mondo del ciclismo, infatti, ce ne sono ben pochi di soggetti a cui si possano applicare i principi del lavoro ma, allo Stato, tutto questo sembra non interessare e da domani bisognerà cambiare.
“Il lavoro è un’attività produttiva, che implica la messa in atto di conoscenze rigorose e metodiche, intellettuali e/o manuali, per produrre e dispensare beni e servizi in cambio di compenso, monetario o meno”.
Sono tali le attività portate avanti da degli appassionati nel proprio tempo libero in favore di ragazzi e ragazze più o meno giovani? E ancora, i pochi spiccioli che si riescono a raccogliere con l’attività sportiva, possono essere considerati un compenso? Quali professionalità lavorative si possono considerare applicate nello sport? E ancora cosa comporterà l’applicazione dei principi del rapporto di lavoro?
CO.CO.CO, SUBORDINATI E AUTONOMI – Uno degli scogli maggiori dell’applicazione della legislazione lavoristica allo sport lo si incontra nell’applicazione della tipologia dei contratti di lavoro. Tra limiti orari, mansioni, questioni di sicurezza sul posto di lavoro e seconda occupazione anche per gli addetti ai lavori definire in maniera adeguata il rapporto di lavoro sportivo è come inoltrarsi nella giungla a piedi scalzi.
PREMI DECURTATI – Non si salvano dalla riforma nemmeno i premi in denaro (anche quelli miseri della tabella FCI per Esordienti e Allievi): la ASD organizzatrice della gara giovanile dovrà considerare la tabella premi della FCI come “lorda” e, pertanto, operare le detrazioni di legge da versare, come sostituto d’imposta con un F24. Per capirci: se fino a ieri il decimo classificato in una gara prendeva 10 euro, da domani ne prenderà solo 8 perchè 2 andranno versati allo stato.
LA SCAPPATOIA – La speranza di tutti i dirigenti ora è rivolta verso il decreto correttivo che è già depositato in Parlamento e che dovrebbe essere approvato entro il 17 luglio; questo decreto potrebbe prevedere una soglia (saranno 5.000 o 10.000 euro all’anno, ancora non si sa) di esenzione dal rapporto di lavoro sportivo. Se così fosse si aprirebbe una finestra di salvataggio per tanti volontari e collaboratori che potrebbero proseguire nel rapporto instaurato fino ad oggi ma, soprattutto, i dirigenti di società potrebbero tirare un sospiro di sollievo.
GLI ASSENTI – Nell’applicazione miope di una riforma pensata male, scritta peggio e fatta entrare in vigore alla cieca non da uno ma da ben tre Governi che si sono succeduti in questi anni ciò che fa venire la mosca al naso è l’assenza e il silenzio di chi avrebbe il compito di rappresentare un movimento che impegna decine di migliaia di persone e migliaia di società in tutto lo stivale. CONI e Federazioni sono stati incapaci in questi mesi di portare avanti una battaglia seria in grado di difendere il tessuto delle società sportive italiane dalla mannaia di una riforma che rischia di mettere definitivamente in ginocchio lo sport giovanile tricolore. Erano troppo impegnati nelle proprie faccende interne per andare a bussare alla porta del Governo e portare le istanze dei propri tesserati e affiliati ma anche loro saranno tra i primi a pagare dazio con questa Riforma. Nel lavoro sportivo, infatti, al momento ricadono anche tutti i giudici di gara, i tecnici delle nazionali e i collaboratori fino ad oggi più o meno inquadrati: buon lavoro, dunque, agli uffici federali che avranno diversi contratti in più da far firmare