Sin da quando sono state introdotte in Italia, le formazioni Continental azzurre hanno (quasi) sempre dovuto puntare tutto sugli Under 23. Una scelta guidata dalla stessa FCI che nei propri regolamenti, in maniera alquanto discutibile, prevede l’obbligo di avere la maggioranza di atleti Under 23.
UNDER 23 FORZATI – Una normativa che in questi anni ha inevitabilmente limitato la competitività delle formazioni Continental nelle prove del calendario professionistico italiano ed europeo. Difficile riuscire a far risultato o anche solo mettersi in luce nelle gare professionistiche con gli atleti più giovani anche se vi sono state alcune eccezioni, come quella del compianto Davide Rebellin (per due stagioni alla Work Service) e le storie di Riccardo Lucca (unico Elite italiano di una continental italiana ad aver vinto una gara professionistica) e di Thomas Pesenti (Beltrami TSA, anche lui Elite), spesso in luce negli appuntamenti professionistici.
Questo regolamento tutto italiano (va ricordato infatti che l’UCI non pone alcun limite d’età per le continental) ha portato il movimento dilettantistico italiano, negli ultimi 4-5 anni, a concentrarsi completamente sugli Under 23, abbassando ulteriormente il proprio livello e il proprio bacino di utenza, tanto da portare diversi organizzatori storici a limitare la partecipazione degli atleti Elite.
UNDER 23, QUALE FUTURO? – In un periodo storico nel quale, a livello internazionale, la categoria degli Under 23 è sempre più messa in discussione, la scelta di imporre la maggioranza di atleti Under 23 alle Continental Italiane sembra non essere stata così lungimirante e non aver dato i frutti sperati: con sempre maggior frequenza, infatti, i migliori Juniores hanno scelto destinazioni straniere (team Development delle World Tour) e, allo stesso tempo, sempre più atleti Under 23 stranieri sono già competitivi negli appuntamenti World Tour. In Italia, invece, le competizioni Under 23 hanno visto calare inevitabilmente il proprio livello divenendo in alcuni casi più simili alle competizioni juniores che a quelle semi-professionistiche.
A questi dati vanno aggiunte le osservazioni che riguardano gli ultimi due campioni italiani di categoria (Lorenzo Germani e Francesco Busatto) i quali appartenevano a due formazioni Development straniere al pari di Lorenzo Milesi (Team DSM Dev.), campione del mondo a cronometro Under 23.
Di fronte a questi dati, viene naturale chiedersi quale futuro possa avere a livello mondiale la categoria Under 23, sempre più svuotata dei propri migliori talenti in favore del professionismo “anticipato”. E, in questo contesto, che senso possa avere mantenere ancora la normativa “restrittiva” tutta italiana.
2024, LE CONTINENTAL PUNTANO SUGLI ELITE – Il 2024, però, potrebbe segnare un importante cambio di prospettiva, almeno in Italia.
Non è un caso, infatti, che le continental italiane più competitive abbiano scelto degli atleti Elite come “capitani” in vista della nuova stagione.
E’ il caso della MBH Colpack Ballan che punterà su Sergio Meris (23), della Zalf Euromobil Désirée Fior che avrà a disposizione Simone Raccani (23), Tommaso Nencini (24) e Giovanni De Carlo (24), della Work Service che con Luca Rastelli (25) e Alessio Nieri (23) avrà ben 7 Elite in rosa e della MG K Vis che ha a disposizione altri 6 Elite tra cui Simone Carrò (24) e Davide Bauce (25). In questa direzione pedalano pure la Gallina Ecotek Lucchini con 5 Elite, la Beltrami TSA con 3 Elite e la Rime con Andrea Debiasi (23) e Simone Lucca (24) mentre resteranno ancora fedeli alla linea giovane la General Store, la Q36.5 e il CTF Victorious (anche se non va sottovalutato che queste ultime due avranno roster sempre più internazionali).
Non potendo competere con i team development stranieri per fermare l’esodo dei migliori giovani talenti Juniores e Under 23, insomma, le Continental italiane per continuare a centrare risultati sembrano aver scelto di affidarsi al talento degli atleti Elite. Significativo è anche il fatto che molti di questi ragazzi siano “di ritorno” dal mondo professionistico o dalle development straniere, segno evidente che anche la corsa “al professionismo subito e a tutti i costi” dovrebbe essere maggiormente regolamentata e ponderata.
Difficile dire oggi, alla vigilia della partenza della stagione 2024, se quella compiuta dai team Continental italiani sia effettivamente una scelta voluta o una decisione forzata dall’attuale quadro internazionale, e anche se possa rivelarsi una carta vincente o se siamo di fronte ad un ulteriore arretramento, ma anche di questo cambiamento bisognerà inevitabilmente prenderne atto…