“Capo 10 euro. Anzi no, Capo, ti faccio bene: 5 euro” sembra di stare sulla spiaggia di Riccione a Ferragosto tra braccialetti, foulard e fette di cocomero. Invece no: è il giorno di San Valentino e siamo negli uffici milanesi del Presidente della FCI.
Deve essere stata l’osservanza del mercoledì delle ceneri a consigliare a Cordiano Dagnoni di astenersi da una cena romantica finendo per restare in ufficio, dove ha malauguratamente preso penna e calamaio e ha firmato una delibera presidenziale di cui, francamente, non se ne riescono a cogliere il senso e le finalità:
“Con Delibera del Presidente n. 23 del 14 febbraio 2024, si comunica che viene data facoltà agli organizzatori delle gare regionali del settore strada, di tutte le categorie/specialità, di chiedere una tassa di iscrizione dell’importo massimo pari ad € 5 per atleta partente”.
LA MANCIA DI SAN VALENTINO – Una decisione per certi versi storica per il ciclismo giovanile italiano del settore strada quella assunta, con delibera presidenziale che dovrà essere ratificata dal prossimo Consiglio Federale, dal Presidente Cordiano Dagnoni: fino ad oggi, infatti, a separare il mondo amatoriale da quello agonistico-giovanile era proprio la gratuità della partecipazione. Dopo questa delibera del Presidente della FCI, invece, viene istituita quella che potremmo chiamare la “mancia di San Valentino”: a conti fatti, un organizzatore di una gara con 200 iscritti potrebbe racimolare 1.000 euro. Esattamente poco più di una mancia in un contesto nel quale organizzare è diventato sempre più difficoltoso ed oneroso. Tantopiù che questa “mancia” verrebbe scaricata direttamente sulle società o, peggio ancora, sulle famiglie che già faticano a far fare ciclismo ai propri ragazzi.
Con la “mancia di San Valentino” il Presidente della FCI istituisce ufficialmente il via della “guerra tra poveri”, dove una domenica la società A pagherà la società B per correre e la domenica successiva viceversa.
FCI “NONSENSE” – Una misura, quella adottata direttamente dal Presidente Cordiano Dagnoni, che rende plasticamente l’idea di quanto lontana sia l’attuale dirigenza federale dal ciclismo reale.
NONSENSE 1: Innanzitutto non si comprende perchè una decisione del genere debba essere assunta con una delibera presidenziale, strumento che (al pari di un Decreto Legge) dovrebbe servire unicamente per casi eccezionali ed urgenti (dove sia l’eccezionalità e l’urgenza di una decisione del genere ce lo spiegheranno prima o poi…).
NONSENSE BIS: Non è certo con 5 euro a partente che si può pensare o, peggio ancora, sperare di salvare il ciclismo giovanile italiano dalle difficoltà in cui versa. Sono ben altri i problemi della base ciclistica italiana, lo dovrebbero sapere bene i Presidenti Provinciali o quelli Regionali. E, infatti, non è un caso se alcuni di questi sono già sul piede di guerra contro l’istituzione della mancia di San Valentino.
NONSENSE TRIS: Ma perchè nel 2024, ancora una volta, le regole del ciclismo sono destinate a cambiare in corsa? Perchè non si può pensare ad una regolamentazione organica, capace di comprendere tutti gli aspetti del ciclismo e di restare immutata almeno per un quadriennio? Che senso ha attendere fino ad autunno le norme attuative se poi arrivano delibere presidenziali come questa?
NONSENSE POKER: La decisione di istituire l’ormai celeberrima “mancia di San Valentino” è stata assunta, come detto, dal Presidente della FCI Cordiano Dagnoni ma, anche questa volta, non è stato lui a metterci la faccia. A comunicarla ai tesserati della FCI, infatti, è toccato al Presidente della Struttura Tecnica Federale, il buon Fabrizio Bontempi, al secolo “Bontempino”.
Una scelta che, posta in questo modo, rischia di diventare un autentico boomerang per la FCI: cosa ne sarà della ratifica in Consiglio Federale? I Consiglieri ci metteranno la faccia assumendosene la responsabilità ogni volta che saliranno sul palco di una manifestazione giovanile o, al contrario, prenderanno posizione e sceglieranno di contestarla facendosi interpreti delle istanze del movimento?
A Riccione, in spiaggia, con le ciabatte ai piedi e il costume calato sui fianchi, a Ferragosto, si finirebbe per mettersi d’accordo: “Capo, facciamo 3 euro e ti faccio un regalo”…