Ottanta chilometri al traguardo di Siena; un breve intermezzo di pioggia; il cielo ancora contornato di grosse nuvole color catrame e un vento che spacca le orecchie, un piccolo uomo bianco si volta e in una frazione di secondo allunga in testa al gruppo, lo scenario lunare è quello di Monte Sante Marie. Decide al quel punto di proseguire la fatica da solo lasciando la compagnia delle altre facce già mutilate dalla fatica, ed è proprio in quegli istanti che il sole rispunta a specchio sulle stradine bianco ossa, e irraggia quel piccolo uomo con un grosso faro puntato sulle spalle fino all’erta finale di Piazza Del Campo; lì il piccolo uomo decide di spegnere il motore e accendere la musica da ballo, danzante e ciondolante concede: sorrisi, strette di mano, inchini e la gloria eterna. Se la ride Tadej, sà di essere stato gigante ma la contempo disarmante, schiacciante e umiliante sul resto del mondo, che dopo diversi minuti lo raggiunge in pIazza mentre lui ha già stappato la bottiglia di spumante e con la flute ancora in mano si rimette lo zaino che lo porterà al prossimo capitolo, quello di Sanremo.
Se da un lato ammiriamo l’azione e la forza disumana dello sloveno, dall’altro è impossibile non riflettere sulla differenza di prestazione che c’è tra lui, citiamo anche gli altri fantastici quattro (Evenepoel, Van Aert, Van der Poel e Vingeggard) e il resto del gruppo. Un monopolio totalizzante dei cinque su tutte, o quasi, le corse più importanti del calendario; galleggiano nel mezzo tra il loro strapotere e le centinaia di ciclisti “anonimi” i nomi di: Ganna, Pedersen, Pidcock, Roglic, Alaphilippe (il vecchio non l’attuale) e pochi altri. Questo si che è un tema, se manca almeno una controparte a sfidare uno dei cinque, si rischia come appena successo sulle strade bianche di assistere all’egemonia di uno di loro. E’ bello sì nella misura in cui eleviamo la prestazione del singolo e la frantumazione di un altro stratosferico record, ma tutto questo fa storcere il naso ai più nobili intenditori che vogliono la suspance e l’incertezza viva fino all’ultimo metro.
Cosa avranno in serbo le prossime corse? chi dei cinque si presenterà ai nastri di partenza? così da assistere almeno ad una sfida paritetica, nell’attesa che qualcun’altro possa salire nel magico regno dei cinque.
Scopriamo il calendario dei big fino a fine anno:
MILANO-SANREMO: Pogacar, Van der Poel
GIRO DELLE FIANDRE: Van Aert, Van der Poel
PARIGI-ROUBAIX: Van Aert, Van der Poel
LIEGE-BASTOGNE-LIEGE: Evenepoel, Van De Poel, Pogacar
GIRO D’ITALIA: Van Aert, Pogacar
TOUR DE FRANCE: Evenepoel, Pogacar, Vingeggard
OLIMPIADI: Van Aert, Evenepoel, Van der Poel, Pogacar
MONDIALI: Van Aert, Evenepoel, Van der Poel, Pogacar, Vingeggard
GIRO DI LOMBARDIA: Pogacar, Evenepoel
Il mondiale sarà l’unico appuntamento in cui vedremo in contemporanea la presenza di tutti e cinque; alle Olimpiadi di Parigi saranno quattro, mente a Liegi così come al Tour in tre al via. Nel resto delle sfide si svolgerà un duello, un tete a tete con la speranza che il vuoto dietro di loro non sia troppo ingombrante.