Con una velocità supersonica, il primo monumento dell’anno è già da 24H alle nostre spalle, il gruppo ha praticamente inghiottito e ingurgitato i 288 km della Classicissima, stabilendo così il nuovo record di velocità. Pogacar ha capito che questa corsa potrebbe diventare maledetta, sarà tanto difficile salire sul quel gradino più alto del podio, Van der Poel ha corso invece con riserva e il freno tirato rispetto all’anno passato, la condizione seppur buona probabilmente non era uguale all’anno precedente, nella testa all’olandese riecheggiano già i blocchi di pavè e quella Liegi di cui parla spesso, fin troppo, non sarà mica il suo vero obiettivo dell’anno? Le spalle di MVDP erano comunque ben coperte dal co pilota Jasper Philipsen che una volta scollinato il Poggio ha capito che era nella giornata di grazia e gli è bastato telecomandare il campione del mondo per tirare fuori una volata di giustezza e lucidità. Philipsen riporta la classicissima in mano alla categoria del Velocisti puri, otto anni dopo la volata di Demare, il belga si sta costruendo come uomo da grandi corse di un giorno, ne è la prova la seconda piazza della Parigi-Roubaix 2023, e a soli 26 anni ha davanti a sé altre belle corse da vincere e rivincere.
Del secondo arrivato pochi ne parlano, a 33 anni Michael Matthews confeziona la sua più bella prestazione alla Milano-Sanremo. Il suo esordio risale addirittura al lontano 2011 e dopo 11 partecipazioni ha collezionato un vero e proprio curriculum di piazzamenti, facendo un vero affezionato della corsa:
PIAZZAMENTI DI MATTHEWS ALLA MILANO-SANREMO:
2015: 3º
2016: 59º
2017: 12º
2018: 7º
2019: 12º
2020: 3º
2021: 6º
2022: 4º
2024: 2º
Una continuità spaventosa per il ragazzo di Canberra trapiantato nel principato di Monaco, a cui mancherebbe proprio una bella classica monumento per chiudere la carriera serenamente; vittorie di tappe in tutti e tre i grandi Giri oltre a corse di una settimana e alcune classiche di Serie B del calendario. Matthews è il classico corridore che non prende mai iniziativa, segue il gruppo, si incolla alle ruote dei migliori e usa il suo senso tattico e l’altruismo per trovarsi nella miglior posizione possibile e sorprendere tutti, come a dire ” ah ci sei anche tu? e chi ti aveva visto?” ieri a Sanremo è andata piuomeno così, il colpaccio era quasi fatto, la zampata era quasi completata, Philipsen però, che lo conosce bene, non si è fatto sbeffeggiare e intimorire dal suo menefreghismo, anzi ha capito subito che era nella giornata della vita e gli si è incollato lui alla ruota nel momento decisivo e senza nessun timore lo ha superato a due dita dalle transenne, in quel fazzoletto di bitume che sancisce la vittoria per uno e la non-vittoria per l’altro.
Molti sono i corridori del passato che sono andati più volte vicinissimi al colpo grosso ma che per un motivo o per l’altro non sono riusciti ad alzare il trofeo, uno dei più noti è stato sicuramente Peter Sagan, salito per due volte sul podio dietro al vincitore e per altre cinque volte ha chiuso la prova in quarta posizione. Sagan era l’opposto di Matthews, scanzonato, irriverente e poco attendista, piuttosto perdo ma faccio divertire i tifosi, questo era in definitiva il suo motto e la Milano-Sanremo è stata complice perfetta del suo suicidio sportivo.
Matthews e Sagan accomunati dalla Sanremo e dalla dura legge di chi ha la certezza che sia la classica fatta apposta per lui, ma il fato non è della stessa idea. Sagan ha già dato addio e non potrà rifarsi, Matthews ha ancora la possibilità di ripresentarsi tra 364 giorni a MIlano, la tattica sarà sempre quella, incollarsi alle ruote dei migliori, nascondendosi e fare cucù solo negli ultimi metri. Per lui, per Sagan e per tutti quelli che che ci sono andati vicini inutilmente e non possono più riprovarci.