Sono trascorse due settimane da quando la redazione di Ciclismoweb.net ha potuto ricostruire e rivelare quanto avvenuto in occasione del Consiglio Federale del 6 agosto scorso con cui, grazie ad un punto inserito all’ultimo minuto su richiesta del Presidente Cordiano Dagnoni, veniva affidata una maxi-consulenza allo Studio Marconi Ltd (rileggi qui l’articolo).
In questi 14 giorni nè la FCI nè la Marconi Ltd hanno ritenuto di dover chiarire del motivo per cui una cifra rilevante (25.000 euro per tre mesi di lavoro, equivalenti a 100.000 euro all’anno) dei fondi federali è stata affidata ad una ditta con sede a Londra per svolgere una perizia non ben definita e la cui utilità è francamente discutibile.
TUTTI SEDUTI – Ufficialmente nessuno dei dirigenti federali, a nessun livello, ha pensato di chiedere informazioni al Presidente Dagnoni. Non un Consigliere Nazionale, non un Presidente Regionale, non un Presidente Provinciale e nemmeno un Procuratore Federale (il quale avrebbe il compito di vigilare su tutte queste vicende): tutti seduti, tutti zitti, tutti affaccendati in altre faccende. Come se queste spese fossero normali e giustificate, come se si parlasse di un altro mondo.
La realtà, però, è ben diversa: dal momento della pubblicazione dell’inchiesta di Ciclismoweb.net, infatti, la nostra redazione è stata subissata di telefonate, messaggi e mail di persone, tesserati e dirigenti di società interessati a capirne di più o comunque pronti a dire la propria opinione. E allora, perchè questo silenzio da parte dei dirigenti federali?
La risposta, anche in questo caso è molto semplice: l’ufficio della Procura Federale, pronto a censurare ogni affermazione contraria all’operato del Presidentissimo Dagnoni, intimorisce specie a poche settimane dall’avvio della tournèe elettorale. Meglio non incappare in inibizioni che possano precludere la strada, meglio non sporcarsi, meglio far finta che quei soldi siano di altri. E dove non arriva la procura federale, può sempre arrivare (specie per i Comitati Regionali) l’ufficio dei Revisori dei Conti: in fondo uno scontrino mancante o un pagamento privo di giustificazione lo si può trovare anche negli uffici di Mastro Lindo.
BENEMERITI PRESIDENTI – Vi è poi, per i più sensibili, un altro incentivo a non leggere la realtà dei fatti all’interno della FCI: lo scorso 24 luglio (stando a quanto riportato sul sito federale) è stato aggiornato il Regolamento dei Riconoscimenti Federali. Un regolamento che già annoverava il diritto per tutto il Consiglio Federale di ottenere la “Benemerenza al Merito del Ciclismo d’Oro” a cui andava aggiunto il diritto dei Presidenti dei Comitati Regionali (e di Trento e Bolzano) ad ottenere la “Benemerenza al Merito del Ciclismo d’argento” al termine di un quadriennio olimpico.
A questi riconoscimenti il presidente-manager ha aggiunto la “Menzione d’Onore” attribuita di diritto a tutti i Presidenti Provinciali e ai delegati Regionali e Provinciali.
Tutti bravissimi, tutti promossi a prescindere, tutti premiati e pronti a sfilare per ricevere la propria coccarda: con buona pace del bilancio federale in profondo rosso, dell’attività che in molti territori è carente e della Marconi Ltd.
MARCONI LTD – Ecco, appunto, torniamo alla Marconi Ltd e alla decisione del consiglio federale dello scorso 6 agosto perchè tra le righe delle carte della FCI ci sono alcuni dettagli degni di nota.
Innanzitutto va sottolineato come, in quella riunione del Consiglio Federale erano assenti i Consiglieri Chiara Teocchi e Fabrizio Cazzola mentre, presenziavano a nome dei Presidenti Regionali, Lino Secchi, Paolo Appoloni e Diego Guardì.
Inoltre, come ha già raccontato Ciclismoweb.net, poco prima della discussione del punto relativo all’incarico professionale da affidare allo Studio Marconi Ltd (alle 16.52 per la precisione) lasciava la riunione anche il Vice-Presidente Ruggero Cazzaniga.
Alle 16.53, dunque, attorno al tavolo della decisione con diritto di voto, pertanto restavano, oltre al Presidente Cordiano Dagnoni: il Vice Carmine Acquasanta e i Consiglieri Gianantonio Crisafulli, Fabio Forzini, Giovanni Vietri, Serena Danesi e Giancarlo Masini.
Di questi sette solo Fabio Forzini ha votato contro all’affidamento dell’incarico mentre la delega al Presidente Cordiano Dagnoni per la sottoscrizione della nomina dello Studio Marconi veniva votata favorevolmente dagli altri sei con la richiesta, piuttosto particolare, avanzata dal Consigliere Vietri, che avvenisse “con la supervisione del Segretario Generale”.
Una previsione seguita dalla delega al Presidente Dagnoni affinchè “i pagamenti della somma indicata verranno decisi, rateizzati e concordati, di volta in volta, tra il Presidente Dagnoni e il dott. Giuseppe Marconi”. Insomma, se da una parte si chiede una sorta di controllo al Segretario Generale, dall’altra si dà mano libera al presidente di passare al bancomat quando e come preferisce.
LE DOMANDE RESTANO – E allora, nel caso qualcuno se le fosse perse torniamo a riproporre le domande sulla vicenda a cui ancora nessuno ha dato una risposta.
Come è stato scelto lo studio Marconi Ltd? Non era possibile rivolgersi ad uno studio con sede in Italia? Quali sono i titoli del dott. Giuseppe Marconi? Quale il curriculum che lo ha fatto preferire ad altri?
Ed ancora, quali benefici dovrebbe apportare alla FCI la consulenza del dott. Marconi? Cosa si nasconde dietro ad una consulenza di questo tipo? A cosa serviranno quelle somme di cui il Presidente Dagnoni potrà disporre liberamente facendole sparire in Gran Bretagna?