C’era grande attesa per il debutto degli Elite-U23 sulle strade italiane. Per vedere in azione i nuovi team ma anche per valutare il grado di applicazione della nuova normativa, riservata agli Operatori Media, adottata pochi giorni prima delle festività natalizie dal Consiglio Federale e messa in piedi in fretta e furia dalla Commissione Sicurezza.
TESSERA OBBLIGATORIA – Le nuove norme diramate dalla FCI prevedono l’obbligatorietà della tessera FCI, come Operatore Media, per chiunque voglia effettuare riprese video o foto in moto e/o sulla linea d’arrivo di tutte le gare italiane. Una normativa, senza precedenti e tutta italiana (negli altri Paesi non è previsto nè è stato introdotto alcun obbligo simile) che si applicherebbe sul suolo italiano dagli Esordienti sino alle gare World Tour.
Un traguardo molto ambizioso quello portato avanti dalla Commissione Sicurezza della FCI che ha nel presidente provinciale di Bergamo, Claudio Mologni, e nel formatore federale Roberto Bertolo i propri ispiratori e principali sostenitori della riforma. Tutto nel nome della sicurezza: coloro che vanno in moto o comunque si approcciano alla zona arrivo è giusto che abbiano una formazione che consenta loro di riconoscere le varie situazioni di gara e le varie figure che compongono la carovana di una gara ciclistica.
Una normativa che, però, così come è stata pensata, scritta, riscritta e modificata, è di difficilissima applicazione pratica e si scontra chiaramente con alcuni principi costituzionali, del diritto del lavoro e deontologici dell’ordine dei giornalisti che ne minano alla base l’applicazione concreta. Chi avrà il potere e il diritto di mandare dietro alle transenne eventuali fotografi o operatori sprovvisti di tessera FCI? Quale sarà il direttore di corsa che si prenderà la briga di mettersi a litigare con fotografi e operatori indisciplinati nelle concitate fasi dell’arrivo di una gara ciclistica?
Quesiti ancora aperti, per i quali, appunto, era attesa la prova pratica delle prime gare del calendario italiano. Non è un caso, poi, che già durante la terza edizione del corso di formazione OPM i giornalisti RAI collegati (che secondo questa normativa dovranno avere la tessera FCI per seguire in moto le gare RCS) abbiano fatto capire che non intendono sottoporsi a questa nuova regola federale mantenendo, di fatto, la propria indipendenza rispetto all’ordinamento della FCI (e in questo, il caso di chi scrive, inibito dal Tribunale Federale per un articolo peraltro dichiarato non diffamatorio dal Tribunale Civile di Roma, rappresenta un precedente del quale tenere ben conto).
OPM BOCCIATI – A guardare le immagini delle prime quattro gare italiane del 2025 è evidente che la normativa OPM non ha superato l’esame del primo fine settimana. Alla Coppa San Geo, come raccontano le immagini della diretta streaming, al momento dell’arrivo dei corridori, erano presenti sulla linea dei fotografi diversi operatori sprovvisti di pettorina verde e alcuni di questi, stando agli elenchi ufficiali della FCI, sono non tesserati. Oltre a loro, peraltro, un autentico muro di pubblico che occupava buona parte della sede stradale.
Da segnalare che, proprio gli organizzatori della gara bresciana erano stati tra i più diligenti, diffondendo nei giorni precedenti alla gara un modulo di accredito per i media che prevedeva l’obbligo di indicare il numero di tessera OPM. Ma anche questa procedura non ha consentito di applicare in maniera adeguata la nuova normativa federale.
Stessa cosa alla Firenze-Empoli, dove i fotografi accreditati e tesserati hanno raccontato di avere al proprio fianco dei colleghi non tesserati e diverse persone del pubblico con il telefonino in mano. Si sperava andasse meglio all’Autodromo di Misano, in quello che rappresentava un “ambiente protetto” rispetto alla strada. E, invece, anche sul traguardo romagnolo, così come a La Torre, nonostante le disposizioni della direzione corsa, hanno avuto accesso alla linea d’arrivo anche personaggi non accreditati e non tesserati. Insomma, il cambiamento che questa norma avrebbe dovuto produrre non si è minimante visto. Nonostante questo, in nessuna delle quattro gare, si sono vissute situazioni di pericolo per gli atleti causate da Operatori Media (della serie: siamo proprio sicuri che il problema sicurezza parta proprio da operatori TV e fotografi? Non è il caso di concentrarsi su altri aspetti ben più determinanti?).
Visto tutto quanto è accaduto sulla linea d’arrivo delle prime quattro gare italiane, va sottolineato, nessun commissario di giuria e nessun direttore di corsa ha segnalato nei propri verbali l’accaduto. Come se tutto fosse regolare e nulla di strano fosse accaduto.
COSA NE SARA’? – A questo punto viene da chiedersi cosa ne sarà di questa normativa che è stata abbozzata in corsa dal Consiglio Federale e dalla Commissione Sicurezza e che in questi primi due mesi ha già subito diverse modifiche sostanziali (come ad esempio la cancellazione del limite d’età). La FCI si deciderà ad applicarla in maniera ferrea o si risolverà tutto in una bolla di sapone? Verrà imposto agli organizzatori un servizio di vigilanza sulla linea d’arrivo o si demanderà tutto ai direttori di corsa? E chi sosterrà gli eventuali costi?
Difficile saperlo. Quel che è certo è che in un Paese serio non è pensabile mantenere questa situazione di ipocrisia totale ma, nemmeno si potrà fare marcia indietro, dopo che oltre 150 operatori hanno pagato corso e tessera (per la cronaca, 90 euro a testa, fate un pò i conti…). Ma nel Paese dei balocchi potrebbe succedere questo e molto altro ancora…