E’ bastato un piccolo video in slow-motion che rapisce il momento finale della volata su via Roma per farci ammaliare ancora una volta e ancora di più di questa edizione della Milano-Sanremo, la quale conserverà per molto tempo il fascino di essere stata una delle più spettacolari di tutta la sua oltre centenaria vita.
I tre colossi che si contendono la vittoria sono all’apice del loro massimale, l’inquadratura coglie il leggero dislivello verso l’alto, entrano prima le sei gambe, che si muovono armoniose e in simbiosi, ripetono il gesto di tamponare sui pedali i chili di forza che sono rimasti dopo oltre 280 km, solo due di queste taglieranno il traguardo poco prima delle altre quattro.
L’inquadratura si alza ancora e vediamo i corpi deformi, ma fermi, formano tutti e tre un unico grande uomo che taglia in fila retta la linea dell’arrivo, un superumano grigio-rosso-bianco. L’inquadratura si porta infine sui visi dei tre, Van der Poel che capisce di potersi calmare e liberare, poggia le mani incredule sul volto, si rende conto che è ancora più bello vincere così, giocandosi le ultime fatiche nella volata finale, lui che si era abituato ad arrivare solo in parata, ma qui è diverso, anche così si può fare la storia.
Ganna digrigna i denti e cerca di riappropriarsi dell’ossigeno che ha perso negli ultimi trenta chilometri, cercando di aggrapparsi con una fune al duo di testa e riuscendo non si sa come a rientrare nell’ultimo chilometro, giusto in tempo per urlare all’impresa che tanto avrebbe meritato, ma che ancora di un anno dovrà posticipare.
Infine Pogacar che dalle quinte è spettatore, alquanto stranamente, della vittoria di un’altro; sorride come sempre, ma è un sorriso piuttosto acre, non riesce proprio ad indovinare il modo per poter finalmente portare a casa la prima Milano-Sanremo, eppure ha azzardato l’ennesimo attaccato da casa sua, spremendo alla morte prima Wellens e poi Narvaez per sgasare la prima delle numerose accelerate sulla Cipressa e poi sul Poggio.
Il resto si spegne in un sabato che ha battezzato il passaggio dall’inverno all’estate, dal mortale all’immortale dalle “solite” Sanremo con un arrivo allo sprint di gruppo alle Sanremo esaltanti, pirotecniche e così incerte delle ultime stagioni, ormai rivalutate da tutto il mondo del pedale.