Presidente Tony Monti; Vice-Presidente: Sharon Ruggiero; Consiglieri: Mario Scirea e Riccardo Magrini. Dovrebbe essere questo il direttivo del Team Monti SSD Arl ma il condizionale è d’obbligo perchè i giorni passano e la formazione di Tony Monti stenta a prendere forma.
CIO’ CHE DOVEVA ESSERE – Per comprendere il dramma sportivo che sta vivendo questa formazione nell’inverno più triste del mondo delle due ruote, bisogna partire dall’inizio. Da quel progetto promosso dal milanese Tony Monti che avrebbe dovuto portare alla nascita di una formazione continental con licenza italiana che ambiva ad essere collegata direttamente alla formazione World Tour più forte al mondo, la Deceuninck Quick Step.
Per arrivare a questa operazione, Tony Monti avrebbe messo sul piatto qualcosa come 500.000 euro come sponsorizzazione al team belga a cui sommare il budget stanziato per realizzare la formazione continental. Al progetto hanno aderito uomini di primo piano come consulenti esterni Roberto Amadio e Stefano Zanatta (entrambi ex Liquigas), l’ex prof, commentatore di Eurosport, Riccardo Magrini e poi ancora Mario Scirea e Wladimir Belli.
La campagna acquisti aveva portato ad allestire, almeno sulla carta, una formazione competitiva e ricca di talento.
VIA INCERTO – Passando dalla teoria alla pratica però qualcosa si è inceppato. Tanto che il team continental non è mai stato presentato ufficialmente dalla Deceuninck Quick Step e non è stato nemmeno mai menzionato nella comunicazione della formazione World Tour.
Si sono susseguiti i raduni e i collegiali di preparazione ma non sono arrivate le carte bollate: ad oggi la società non è ancora affiliata alla FCI, non è stato depositato alcun dossier, non ci sono i nulla osta al trasferimento degli atleti e non è stata attivata alcuna assicurazione.
TERMINI E TRATTATIVE – A giocare a favore di Tony Monti c’è il regolamento UCI che non impone alcun termine temporale per registrare una formazione continental (a differenza dei team World Tour e Professional) anche se di fatto la stagione agonistica si è già aperta.
A pesare sul futuro della neonata società è, però, soprattutto il ritardo accumulato negli adempimenti necessari previsti per la regolare affiliazione alla FCI, quei passaggi, cioè, che rendono una semplice società una vera e propria società ciclistica. Un ritardo decisamente rilevante tanto da costituire un vero e proprio inadempimento che potrebbe comportare anche lo scioglimento degli eventuali contratti già sottoscritti nel corso dell’inverno con gli atleti: una possibilità che, proprio in queste ore, ha riaperto il ciclomercato con diversi corridori del Team Monti che stanno andando alla ricerca di un posto in altre formazioni per garantirsi almeno la possibilità di correre anche nel 2020. Una missione non facile, considerato che gli altri team continental italiani hanno quasi tutti un organico di 16 atleti già regolarmente registrato e che non possono superare questa quota.
Si sono aperte così diverse trattative dopo che anche le ultime affermazione rilasciate da Tony Monti sono state smentite dai fatti: ad oggi, infatti, la società non risulta ancora affiliata alla FCI e, di conseguenza, anche gli atleti non sono ancora tesserati (Monti aveva dichiarato venerdì di aver fatto l’iscrizione alla FCI e di aver fatto partire i tesseramenti).
Oltre alla crescente incertezza sulla effettiva nascita della squadra, a questo punto, il rischio per il patron che voleva riportare in Serie A il ciclismo italiano, è quello di trovarsi nei prossimi giorni con una società ma senza più corridori…