Il velodromo s’ha da fare. O ora o mai più. La struttura, costruita a metà, langue in un cantiere che è mezzo in abbandono. Doveva essere il fiore all’occhiello della Marca ciclistica. La consegna delle chiavi e la conseguente inaugurazione sarebbe dovuta avvenire entro il febbraio di quest’anno e consentire così agli azzurri di svolgere la preparazione in vista delle Olimpiadi estive di Tokyo.
La nazionale su pista di Marco Villa era proiettata su questo programma ma a luglio dello scorso anno, come si ricorderà, la Pessina, che si era aggiudicata l’appalto, ha dovuto bloccare i lavori per mancanza di fondi economici causati da lavori statali non pagati. Gli unici fondi disponibili rimangono quelli della Federazione Ciclistica Italiana, circa 30 milioni di euro, disponibili in liquido e mano a mano che procedevano i lavori di costruzione della struttura venivano pure pagati.
Ma ora, dopo mesi di blocco dei lavori, potrebbero profilarsi all’orizzonte delle novità. Innanzitutto le elezioni regionali per il rinnovo del Consiglio Regionale e della Presidenza. Era stato proprio Luca Zaia a spingere sull’acceleratore con il governo precedente all’attuale per il velodromo di Treviso (o di Spresiano) tanto agognato. E pare che abbia dato chiamiamola così “una svegliata” al mondo federale del ciclismo perché una regione come il Veneto, che si vanta di essere la terra più ciclistica d’Italia, non può permettersi di avere un’opera incompiuta.
Anzi, pare ci sia un gruppo di imprenditori veneti, e tra questi anche qualche trevigiano, interessati a prendere in mano la questione “velodromo”, spingendo indirettamente sul commissario che tiene il pallino della faccenda. Un gruppo, come hanno accennato anche Fausto Pinarello e qualche dirigente federale, intenzionato a sbrogliare la matassa burocratica chiedendo il passaggio della società che ha in gestione la costruzione della pista da pubblico a privato. Cosa affatto non semplice, come dichiara anche il presidente provinciale della FCI, Giorgio Dal Bo. “Noi stiamo aspettando che il governo prenda delle decisioni sulla società che sta costruendo la struttura. Tante sono le strade che questo commissario proporrebbe decidere di affrontare. Forse dovrebbe essere fatto un nuovo bando. Di certo sappiamo che il commissario sta valutando la situazione e l’opportunità di trovare altre strade alternative a quelle che ci sono oggi. Anche perché i fondi sono pubblici. Non so se li possa gestire una società privata, ma su questo non posso esprimermi i oltre perché non è il mio campo di competenza”.
È vero comunque che il presidente Zaia ha sollecitato il mondo federale a trovare una via d’uscita ma quali potrebbero essere le vie alternative? Si può fare una società nuova, la società vecchia può cedere quanto fatto finora ad un gruppo privato di imprenditori? Che cosa ne dice il presidente della Federazione Ciclistica Italiana, Renato Di Rocco, su questa vicenda? “E’ assolutamente reale. I nomi delle aziende non li conosciamo ma sappiamo per certo che ce ne sono due ditte di notevole importanza che si sono dimostrate disponibili a completare l’opera a Spresiano e che stanno trattando con la Velodromo srl, ditta totalmente partecipata dalla Pessina, che, vista la proposta, ha richiesto ulteriori 60 giorni, a partire dal 15 febbraio scorso per analizzare la situazione ed eventualmente riprendere i lavori. Ma il tutto va trattato direttamente con il commissario del Tribunale dal momento che c’è in essere un concordato fallimentare”. Insomma, dopo i mesi bui, finalmente si potrebbe vedere la luce sulla vicenda velodromo.