3, 2, 1… via! Anzi no, fermi tutti. La falsa partenza del ciclismo italiano dovuta al coronavirus ci sta regalando un periodo di pausa non ben definito che sta mandando fuori-giri l’intero mondo sportivo.
Tra corse annullate, eventi rinviati e allenamenti da ripetere l’inizio del 2020 sembra non promettere nulla di buono.
In attesa di conoscere quando saremo fuori-pericolo ed effettivamente le gare potranno ricominciare a pieno ritmo c’è una sola cosa da fare: non farsi prendere dalla malinconia.
E allora, tenete caldi i muscoli, preparate le mani per gli applausi, tutti pronti a ripartire non appena la bandierina a scacchi tornerà ad abbassarsi. Nel mentre sfruttiamo questi giorni per guardare a cosa c’è da migliorare nel mondo delle due ruote: come degli scolari a cui viene rinviata una verifica, riprendiamo in mano i libri e diamoci da fare.
Il ciclismo italiano, infatti, era pronto a ripartire dopo la stagione che si era chiusa con il tragico decesso di Giovanni Iannelli a Molino dei Torti e il terribile incidente dell’olandese Edo Maas al Piccolo Giro di Lombardia ma nel frattempo poco o nulla si è fatto sul fronte della sicurezza degli atleti in gara.
Prima che si riparta davvero, prima che un’altra tragedia si consumi, quindi, sfruttiamo questo tempo per mettere in campo delle azioni concrete che possano rendere più sicure le strade attraversate dai nostri ragazzi.