Dal 23 febbraio quando, a Roma, si è tenuta la manifestazione “Rispettiamoci in strada”, al 3 marzo scorso, quando la Corte Sportiva d’Appello ha emesso la sentenza di omologazione della gara di Molino dei Torti e di condanna del Gs Bassa Valle Scrivia.
Una sentenza storica che ha visto la corte composta da Paolo Padoin, Samuel Lorenzetto e Luca Menichetti affermare con certezza alcuni principi destinati a diventare delle pietre miliari nella ricostruzione di questa vicenda ma anche per il futuro delle due ruote. La Corte, pur esimendosi dall’accertamento della dinamica e delle cause che hanno condotto alla morte di Giovanni Iannelli, ha stabilito con estrema precisione quante transenne erano state predisposte prima dell’arrivo di Molino dei Torti: 26 transenne sul lato sinistro e 24 sul lato destro per un totale di 52 metri di transennatura a sinistra e 48 metri a destra. Un esame matematico, quello svolto dalla Corte che, visionando le immagini, ha potuto stabilire con assoluta certezza che a Molino dei Torti non era presente la dotazione minima richiesta dai regolamenti della FCI.
Ma la Corte d’appello è andata oltre affermando con altrettanta sicurezza che la sede stradale della zona d’arrivo di Molino dei Torti, a causa di alcuni ostacoli presenti, era oggettivamente un pericolo per la sicurezza degli atleti in gara “non essendovi stata predisposta nè transennatura nè protezione di altro tipo”. Dunque, a parere del collegio presieduto dal dott. Paolo Padoin, la zona di arrivo di Molino dei Torti non poteva dirsi rispondente alle esigenze di sicurezza degli atleti.
Questo era il dovere degli organizzatori non solo per i regolamenti della FCI ma anche sulla base delle indicazioni fornite in sede di concessione delle autorizzazioni amministrative dalla Provincia di Alessandria che aveva prescritto che venisse “garantita la sicurezza dei concorrenti mediante la sistemazione di idonei materiali protettivi in prossimità dei punti più pericolosi del percorso”.
Per questi motivi la Corte Sportiva d’appello ha trasmesso gli atti alla Procura Federale e ha condannato il Gs Bassa Valle Scrivia al pagamento di un ammenda complessiva di 430 euro.
Cosa sarebbe successo se lo scorso 5 ottobre quel rettilineo d’arrivo fosse stato messo in sicurezza? Probabilmente Giovanni sarebbe ancora in gruppo, probabilmente a Molino dei Torti sarebbe potuta essere una festa vera fino in fondo e, probabilmente, la sua famiglia oggi non sarebbe dilaniata dal dolore per la perdita di un figlio di 22 anni.
Per capire l’importanza delle protezioni è sufficiente confrontare la caduta di Molino dei Torti con quella avvenuta appena qualche giorno fa alla Parigi-Nizza: sulle strade alessandrine Giovanni Iannelli ha perso la vita per aver sbattuto contro un pilastro di mattoni e cemento. In Francia, invece, le transenne posizionate dagli organizzatori hanno permesso agli atleti finiti a terra di cavarsela appena con qualche sbucciatura.
E’ evidente che i costi di allestimento per una manifestazione di quel tipo sono ben diversi ma è altrettanto vero che sarebbe bastato molto meno per salvare la vita di Giovanni.