Se ne è andato questa mattina mentre era ricoverato all’ospedale di Senigallia (An). 74 anni, Gianni Mura ha salutato tutti e non poteva farlo in un giorno come gli altri. E’ volato via nel primo giorno di Primavera, nel giorno che sarebbe dovuto essere della Milano-Sanremo e che, invece, segna l’assenza della prima Classica Monumento del 2020.
Un giorno speciale quello che ci consente di salutare e celebrare un giornalista che ha fatto scuola. Un punto di riferimento per tanti giovani che si apprestano a scrivere, un uomo in grado di andare oltre le apparenze, di trasformare un’impresa sportiva in una leggenda attraverso il linguaggio.
Vogliamo pensare che proprio oggi, mentre tutti siamo costretti all’isolamento, lui, Gianni Mura, sia partito da Milano per affrontare Turchino, Cipressa e Poggio e giungere in solitaria, a braccia alzate, in Via Roma a Sanremo. Ci consola pensare che questa Milano-Sanremo l’abbia vinta lui.
Gianni Mura era nato a Milano nel 1945. La sua formazione al Liceo Ginnasio Statale Alessandro Manzoni lo ha portato nel 1964 ad ottenere un posto da praticante alla La Gazzetta dello Sport (direttore Gualtiero Zanetti), grazie alla segnalazione del proprio istituto, che era uso proporre i migliori studenti in italiano alla testata; intanto si iscrive all’Università, alla Facoltà di Lettere moderne. Quello che doveva essere un impiego temporaneo diventa il suo posto di lavoro per otto anni. Durante il periodo alla Gazzetta lavora dapprima come corrispondente per incontri di calcio di differenti categorie, e dal 1965 viene inviato come corrispondente al Giro d’Italia.
Dato il suo impegno come giornalista, rinuncia agli studi per dedicarsi pienamente alla professione. Dal 1976 collabora con la Repubblica; segue le Olimpiadi di Montreal e nel 1983 diventa membro fisso della redazione. Per tutta la durata del campionato di calcio di Serie A, tiene una rubrica domenicale intitolata Sette giorni di cattivi pensieri. Sul settimanale Il Venerdì si occupa invece di recensioni eno-gastronomiche insieme con la moglie Paola nella rubrica dal titolo Mangia e bevi.
Nel maggio 2007, edito da Feltrinelli, esce il suo primo romanzo, Giallo su giallo, vincitore del Premio Grinzane – Cesare Pavese per la narrativa 2007, ambientato durante lo svolgimento del Tour de France, corsa che il giornalista segue da tempo. Alla stessa corsa, raccontata da alcuni suoi articoli al seguito del Tour, ha dedicato il libro La fiamma rossa. Storie e strade dei miei Tour, uscito nel 2008 per minimum fax.