L’ultimo Consiglio Federale ha deliberato anche in relazione alla costruzione del nuovo velodromo di Treviso: “Il velodromo di Spresiano deve essere completato, anche risolvendo anticipatamente il contratto con Pessina”. Di Rocco è stato chiaro e inflessibile: “Il nostro movimento ha bisogno di certezze e soprattutto di impianti. Lo abbiamo visto in questi mesi di pandemia con i nostri ragazzi rimasti in casa senza fare attività. Bisogna essere pronti a contrastare ogni rischio sanitario e noi del ciclismo siamo stati il primo sport a ripartire dopo il lockdown, portando i nostri azzurri ad allenarsi a Montichiari. Ma adesso anche la grande struttura di Spresiano si rivela fondamentale per il ciclismo. E deve essere completata. Non possiamo più attendere”.
Dunque una FCI decisa a risolvere la partita il prima possibile per evitare che ci si trovi di fronte all’ennesima Cattedrale incompiuta nel deserto: “Ci stiamo attivando con i nostri uffici per chiarire le posizioni con la Pessina, la società che aveva vinto l’appalto per la costruzione e la gestione dell’impianto di Spresiano. Abbiamo bisogno anche da loro tempi certi per la ripartenza dei lavori e al momento ancora fermi. Certo, sia per problematiche interne della ditta appaltatrice legate ai creditori e successivamente alla pandemia da Covid-19 lo stato dei lavori è fermo a oltre un anno fa, ma il ciclismo non si può permettere ulteriori ritardi”.
Cercate la risoluzione del contratto con la ditta?
“Stiamo valutando più strade e prospettive. I soldi noi li abbiamo in cassa e li possiamo erogare senza problemi ma non possiamo procrastinare ulteriormente. Ci sono troppi impegni in prospettiva legati alla nostra attività, anche in vista delle prossime Olimpiadi che per fortuna sono state spostate in avanti di un anno. Speravamo che i lavori potessero essere conclusi per il febbraio del 2021, ma lo stallo della Pessina non ci fa andare di pari passo con il termine e dei lavori del velodromo in tempi rapidi e di conseguenza i primi allenamenti sul nuovo parquet”.
Facciamo un pò i conti di quanto è stato fatto e di quanto manca e cosa manca?
“La Pessina ha incassato e fatto lavori per 5milioni e 400 mila euro. Le strutture di base ci sono. Manca tutto il resto, dalla copertura alla pista e ovviamente molto altro, in quanto la Pessina si era impegnata anche per la gestione della struttura e l’organizzazione e di eventi all’interno del velodromo”.
A trattare con la Pessina è l’avvocato della Federazione Ciclistica Italiana, Nuri Venturelli: “Come illustrato dal Presidente Di Rocco, la Pessina ha completato lavori per 5,4 milioni di euro poi è arrivata la crisi creditoria. Abbiamo atteso la risoluzione di questo momento difficile per l’azienda milanese ma non possiamo andare oltre. Il 14 luglio prossimo è prevista l’udienza di convalida al tribunale di Milano per la vicenda legata ai creditori. Udienza che potrebbe essere rinviata in quanto, trattandosi di vicende economiche, potrebbero non rientrare tra le udienze con carattere indifferibile. Pertanto la Federazione non può attendere ulteriormente, ovvero fino a quando la Pessina avrà risolto la propria situazione economica rispetto ai creditori e non avrà un quadro chiaro del proprio agire, opere da completarti comprese. Siamo convinti che l’azienda milanese dovrebbe rientrare all’interno del concordato in quanto le banche dovrebbero accettare la sua posizione nei confronti dei creditori. Ma non abbiamo la certezza che il velodromo sarà compreso all’interno del concordato deciso dal tribunale e tra le opere da terminare. E appunto non possiamo più attendere”.
La risoluzione del contratto con Pessina sarà la carta vincente in questa infinita partita a poker?
”Abbiamo in agenda anche questa ipotesi – continua l’avvocato Nuri Venturelli-. E potremmo perseguire questa scelta, anche se dovremmo tornare ad appalto europeo, ovviamente di concerto con la Presidenza del Consiglio che ha inserito nella propria agenda, tra le opere da completare, trattandosi di finanziamento pubblico con la copertura finanziaria, anche il Velodromo di Spresiano”. Ci potrebbero esserci altre lungaggini però: “Lo Stato sta cercando di sburocratizzare le procedure in materia di infrastrutture e quindi potrebbero aprirsi canali più rapidi in materia di appalti. Soprattutto se i soldi in cassa ci sono. Magari attraverso la società Sport e Salute del Coni”.
Qualora si andasse a nuovo appalto europeo cosa mancherebbe ancora presidente?
“La Pessina, come ho specificato, ha fatto lavori e incassato per 5,4 milioni di euro. L’opera ha un costo totale di 18,5 milioni di euro. Quindi rimarrebbero 13,1 milioni di euro. Oltre ai 18,5 milioni di euro questo si deve aggiungere 1,350 milioni di euro previsti nel bando per l’organizzazione di un campionato del mondo su pista che lo scorso marzo a Berlino, durante la rassegna iridata su pista ho fatto mettere in agenda per il 2023, e altri 7,6 milioni di euro per la gestione della struttura con eventi di ciclismo su pista, dalle Seigiorni, agli Europei, ai Paraolimpici, campionati italiani e prove di Coppa del Mondo, che adesso hanno cambiato nome. Il tutto per un. Totale di circa 27 milioni di euro”.
Un appalto importante quello restante di quasi 22 milioni che farebbe gola a molti. E pare ci sia già pronta una cordata trevigiana per concorrere all’appalto e un altro grosso gruppo veneto del mondo dell’edilizia. Quindi lavori in loco e soldi intascati nel giro di 15 giorni. Insomma stavolta si può davvero fare.