Qualche settimana fa è stato reso noto il percorso ufficiale della settantacinquesima edizione della “Vuelta”, il giro professionista a tappe più importante di Spagna. L’edizione di quest’anno, che si svolgerà dal 20 ottobre all’8 novembre, coinciderà per cinque giorni con il Giro d’Italia e prevede diverse novità rispetto a quanto già anticipato dai media a fine 2019. Vediamo di seguito quali saranno quelle principali.
Dopo la riorganizzazione del calendario dell’UCI, si è stabilito che il Grande Giro iberico si articolerà in 18 tappe anziché 21, cosa che non succedeva dal lontano 1985. Inoltre, si disputerà quasi interamente in territorio spagnolo, essendo stati eliminati dal programma gli sconfinamenti in Olanda e Portogallo.
Si manterrà soltanto il passaggio in Francia della sesta tappa (Biescas – Col du Tourmalet, 135,6 km) in programma per il 25 ottobre. L’arrivo, dopo un itinerario complessivo di 2.887,8 km, sarà, come di consuetudine, a Madrid e consisterà in una passerella domenicale urbana di 125,4 km in pianura (Hipódromo de la Zarzuela – Madrid).
Gran parte del percorso riguarderà la metà settentrionale del Paese, dove, dalla fine degli anni ’70, si disputa un altro importante giro spagnolo, la Vuelta a Burgos, molto seguito da tifosi, telespettatori e operatori di scommesse sportive. I corridori, infatti, attraverseranno le regioni autonome di Paesi Baschi, Cantabria, Asturie, Galizia, Castiglia e León e Madrid.
La partenza non avverrà dalla città olandese di Utrecht, come annunciato in precedenza, bensì dalla località basca di Irún. La prima tappa del percorso (Irún – Arrate. Éibar, 171 km) sarà quella che secondo il programma originale doveva essere il quarto passaggio. E anche questa è una novità importante, tenendo conto delle caratteristiche del suo percorso. Si tratta, infatti, di un percorso di media montagna per specialisti della scalata, che richiederà fin da subito pedalate molto potenti, con un dislivello di 430 metri e una pendenza media dell’8,3% e una massima dell’11%.
Come ha riportato qualche giorno fa il quotidiano sportivo spagnolo AS, il direttore della Vuelta a España, Javier Guillén, ha definito questa tappa iniziale come “un regalo agli scalatori”. Infatti, i quattro valichi montani che dovranno essere superati dai ciclisti nella seconda metà del tragitto saranno piuttosto impegnativi. E lo saranno, in particolare, gli ultimi 25 km, che cominceranno già a segnare le prime differenze nella classifica generale. Il monte Arrate, situato sopra la città di Éibar è da sempre scenario spettacolare e meta prediletta di scalate automobilistiche e ciclistiche, come la storica Subida Ciclista a Arrate, che si disputò dal 1941 al 1987, anno in cui si fuse con la gara Bicicleta Eibarresa per poi essere trasformata nella competizione Bicicleta Vasca nel 1991, che a sua volta si fuse con la Vuelta al País Vasco (Giro dei Paesi Baschi) nel 2009.
Oltre alle date e alle tappe del percorso, la Vuelta ha comunicato ufficialmente le squadre che prenderanno parte alla gara del prossimo autunno. Gareggeranno 22 team, per un totale di 176 corridori. Alle 19 squadre della UCI Worl Tour, ammesse automaticamente, si aggiungeranno la squadra francese Total Direct Energie Team, vincitrice della classifica UCI Pro Teams nel 2019, e due squadre spagnole invitate: la Burgos-BH e la Caja Rural-Seguros RGA. È difficile prevedere chi sarà il successore di Primoz Roglic, vincitore dell’edizione 2019. Di sicuro, anche quest’anno, sarà una delle competizioni più seguite dagli appassionati e c’è da scommettere che le emozioni non mancheranno.