La lettera spedita dal presidente Renato Di Rocco ai Ministri dell’interno e della salute non lasciava spazio a tanti dubbi: si trattava di un palese quanto accorato e disperato tentativo di far slittare le elezioni federali almeno a dopo le Olimpiadi. Il fatto che la nostra redazione abbia reso pubblico l’invio di quella missiva è diventato oggetto addirittura dell’ultimo consiglio federale che si è riunito lo scorso 12 dicembre.
COMUNICATO STAMPA FCI – “Ultimo in ordine di tempo, ma non meno importante, la questione legata le Assemblee territoriali, quest’anno rese complesse delle norme emanate dal Governo in tema di salute pubblica” si legge nel comunicato stampa diramato dalla FCI. Una premessa a cui segue la lunga dichiarazione del presidente: “La Commissione elettorale – ha detto il Presidente – sta lavorando con la massima trasparenza e dando lo spazio necessario a tutti i candidati, come è possibile verificare sul sito federale. E’ nostra ferma intenzione svolgere l’Assemblea Nazionale, che abbiamo provveduto a convocare e per la quale stiamo lavorando affinché si svolga in ossequio al dettato statutario e nella massima sicurezza.
La Federazione sta portando a compimento un fondamentale passaggio per la vita federale, che è quello del confronto democratico. Lo stiamo facendo in un momento non facile, con la massima determinazione e, al contempo, nel più rigoroso rispetto delle indicazioni sanitarie. Il lavoro oggi del Consiglio ha proprio lo scopo di fornire indicazioni per riuscire a portare a termine un processo, quello delle Assemblee territoriali, fondamentale per lo svolgimento anche dell’Assemblea Nazionale. La preoccupazione però esiste. Nei giorni scorsi abbiamo chiesto un pronunciamento da parte del Ministero della Salute e al Ministro degli Interni sull’opportunità di svolgere le 124 Assemblee in presenza, ed i numeri degli aventi diritto di voto, come indicato in modo interpretativo dal Capo Dipartimento dello Sport della Presidenza del Consiglio, anche e soprattutto alla luce delle recenti azioni giudiziarie riguardo quanto accaduto questa estate (apertura delle discoteche) sulla base di disposizioni regionali. Per essere chiari: quale livello di disposizione governativa ci cautela dalla convocazione e svolgimento di assemblee che potrebbero rivelarsi (ci auguriamo di no ed infatti lavoriamo perché ciò non accada) fonte di diffusione?
Aggiungo una valutazione di carattere etico. A marzo abbiamo chiesto ai nostri atleti di fermarsi, per senso di responsabilità e nel rispetto di un Paese in difficoltà. Adesso, che la situazione per certi versi appare ancora più drammatica non vogliamo delegare da questo principio di massima tutela della salute delle persone.
Ha incuriosito l’opportunistica interpetazione apparsa su un sito: “Esclusivo. La lettera con cui Di Rocco tenta di far saltare le lezioni. Che Scoop!”. Un pensiero all’altezza di chi lo ha concepito. Tanto è evidente che l’Assemblea è stata ufficialmente convocata a metà febbraio e con un mese di anticipo sui tempi stabiliti dallo Statuto.”
Una ricostruzione ben diversa da quella riportata nella lettera inviata ai Ministri che, a questo punto, è giusto che tutti i tesserati possano valutare nella propria interezza per comprendere se si è trattato di uno scrupolo chiarificatore del Presidente o se è, di fatto, come raccontato dalla nostra testata un vero e proprio tentativo opportunistico di far cancellare per forza maggiore il procedimento elettorale della FCI. Tenendo conto che un parere in materia, espresso dal Ministero dello Sport e dal CONI già c’è ed è favorevole al regolare svolgimento delle assemblee federali.
Questo il testo integrale di quanto scritto dal presidente Di Rocco ai Ministri dell’interno e della salute:
IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA
Oggetto: Quesito in ordine alla possibilità di tenere 124 assemblee federali in presenza
La Federazione Ciclistica Italiana, come altre Federazioni sportive, deve procedere al rinnovo dei propri organismi rappresentativi e dirigenziali. Il Capo Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in risposta ad un quesito del CONI, ha comunicato che, in considerazione della natura giuridica delle Federazioni Sportive Nazionali, al fine di poter consentire il rinnovo delle governance nei termini previsti, le assemblee federali possono svolgersi analogamente a quanto previsto dall’art 1 , comma 9 ,lettera o) del DPCM del 3 novembre 2020, nell’ambito delle pubbliche amministrazioni, in modalità a distanza salvo la sussistenza di “motivate ragioni” nel rispetto dei protocolli e delle linee guida vigenti e a condizione che siano rispettati il distanziamento sociale, le precauzioni igienico sanitarie e non mancando di rammentare l’utilizzo obbligatorio dei DPI. Il Capo Dipartimento ha altresì evidenziato che le limitazioni agli spostamenti extra/infra comunali/regionali non sono operative se motivate da comprovate esigenze lavorative o di necessità ed è consentito il rientro presso il proprio domicilio. Nel caso della FCI tale necessità dipenderebbe dalle limitazioni statutarie che non consentono l’espletamento di assemblee se non con la presenza fisica degli associati, non essendo previste ed ammissibili diverse ipotesi di voto per corrispondenza, videoconferenza, etc. In pratica vi è stata piena autorizzazione allo svolgimento delle assemblee territoriali. Ad avviso di questa Federazione sussistono, di contro, gravi perplessità sull’opportunità di svolgimento in questo momento storico delle Assemblee elettive in presenza. In particolare i suoi Organi direttivi centrali e territoriali temono che la determinazione di insistere nella decisione di espletare le molteplici Assemblee territoriali concretizzi una violazione delle norme anti-pandemia o comunque dia luogo ad un concreto pericolo di espansione dei contagi.
Evidenziamo in primo luogo che lo Statuto della Federazione Ciclistica Italiana prevede un’Assemblea Ordinaria Nazionale Elettiva di secondo livello: da svolgersi entro il 15 marzo dell’anno successivo allo svolgimento dei Giochi Olimpici estivi ed ad essa partecipano i Delegati dei soggetti aventi diritto al voto, eletti nell’ambito delle rispettive assemblee provinciali. Nelle Assemblee Regionali vengono scrutinati i voti espressi per l’elezione dei delegati dagli Atleti e dai Tecnici che votano in occasione delle Assemblee Provinciali. Inoltre occorre rinnovare il Presidente ed il Consiglio Regionale ed il Presidente ed il Consiglio Provinciale dei Comitati Territoriali. Le assemblee Territoriali da tenersi sono complessivamente 124, 21 Regionali e 103 Provinciali, ed avrebbero dovuto prendere avvio in questi giorni per giungere all’Assemblea Nazionale del 14 febbraio 2020, già convocata in rispetto alle indicazioni pervenute (400 presenze circa). Saranno coinvolti nelle votazioni n. 2120 dirigenti, 36.678 atleti ,3148 direttori sportivi (quota tecnici).
In questo contesto, ci si permette evidenziare alla Vostra attenzione:
– La crescita esponenziale dei contagi impone a nostro avviso il necessario e preminente rispetto della lettera e dello spirito del DPCM del 3 novembre 2020 che è tutto volto, in ogni sua parte, alla limitazione ed alla prevenzione del contagio;
– Lo svolgimento delle varie Assemblee territoriali contrasterebbe con la limitazione degli spostamenti, che prevede la riduzione del 50% della capienza dei mezzi pubblici di traporto e di tutti gli spostamenti, anche con mezzi privati, in modo rilevante nelle e da/per le regioni “arancioni” e “rosse”;
– L’insistere nel voler celebrare le Assemblee si opporrebbe allo spirito di ragionevole cautela per possibili e molteplici contagi che potrebbero derivare (pur nel totale rispetto dei protocolli e linee guide) dalle assemblee medesime che moltiplicano esponenzialmente il pericolo per il numero delle assemblee territoriali, il rilevante numero dei possibili votanti coinvolti, il numero degli spostamenti nelle attuali gravi condizioni epidemiologiche;
– Lo svolgimento delle Assemblee nonostante la sussistenza degli evidenti pericoli di contagio potrebbe comportare anche una possibile lesione dei diritti degli elettori. Gli stessi aventi diritto al voto si troverebbero infatti di fronte al dilemma di partecipare al voto, con rischio di contagio, o rinunziare ad esercitare la loro potestà;
– Inoltre, ove si dovesse verificare, come già successo per altra Federazione, che alcune Autorità locali inibiscano la partecipazione ad una o più assemblee provinciali, non si potrebbe costituire correttamente il corpo elettorale, per mancata designazione dei Delegati all’Assemblea Nazionale, epilogo obbligatorio di tutte le 124 Assemblee territoriali e questo determinerebbe l’inutilità di gran parte delle Assemblee già svolte, dovendosi eleggere i delegati nello stesso contesto temporale;
– Sussiste da ultimo un’oggettiva difficoltà a reperire idonei locali per esperire le Assemblee nel rispetto delle normative sul distanziamento e gli stessi gestori di dette strutture si rifiutano di porre a disposizioni i locali per riunioni con tale vasta presenza per non concorrere nelle violazioni delle disposizioni anti pandemia;
– Si fa presente che gli Organismi Territoriali della FCI ricadenti nelle zone rosse, hanno già segnalato la necessità, ove si optasse per lo svolgimento delle Assemblee territoriali, di una circolare diretta agli Organi di Pubblica Sicurezza, espressamente autorizzativa degli spostamenti, non apparendo sufficiente, in questo caso, la semplice autocertificazione dei singoli interessati.
La Federazione sta ultimando le ultime gare su strada e su pista, che in rispetto e massima attenzione ai protocolli condivisi, si sono svolte con la massima sicurezza ed attenzione con un risultato di diffusione quasi pari a zero, in considerazione dei numerosi tamponi e test effettuati. È noto che abbiamo sempre invitato i nostri atleti a fermarsi con gli allenamenti anche quando il DPCM concedeva loro l’opportunità, per non appesantire la tragica situazione ospedaliera dei primi mesi. Invito accettato e consapevolmente condiviso da tutti, con la coscienza di rappresentare un modello soprattutto per i professionisti, nei confronti dei più giovani. Il risultato come evidenziato è stato ottenuto con il massimo del profitto. Ora non vorremmo, che nel mondo del ciclismo, a creare forte pericolo o elementi di diffusione del COVID -19, fossero proprio i dirigenti e gli aventi dritto a voto obbligati a muoversi e riunirsi per ottemperare all’obbligo della presenza nelle assemblee, pur in virtu’ di un decreto che invita a limitare gli spostamenti e di altri che potrebbero intervenire con ulteriori restringimenti in relazione all’attuale grave aumento del numero dei contagiati. Pertanto, all’espresso scopo di non incorrere in violazioni delle richiamate norme anti-pandemia ci si permette di
Formulare richiesta di parere
In ordine alla effettiva possibilità e liceità dell’eventuale iniziativa federale di svolgimento delle richiamate 124 Assemblee territoriali e, da ultimo, dell’Assemblea nazionale.
Allo stato, ove le S.S.V.V. condividessero la preoccupazione ed i timori di questa Federazione, apparirebbe più conveniente l’opzione di soprassedere per il momento dal confermare la data dell’Assemblea Ordinaria Nazionale Elettiva e di conseguenza delle Assemblee territoriali, in attesa di un consistente miglioramento delle condizioni epidemiologiche e delle limitazioni contenute nel Decreti, che consentano la riduzione del rischio.
Cordiali saluti.
Renato Di Rocco
IN CONCLUSIONE – Ben diverso, a nostro avviso, avrebbe dovuto essere il tono della richiesta da sottoporre ai Ministri competenti se si fosse trattato di un Presidente intenzionato a difendere e a far celebrare regolarmente le assemblee elettive. Tanto per iniziare, invece di insistere sulle motivazioni “contrarie” avrebbe dovuto insistere su quelle “a favore”. Poi sarebbe stato bello che prima di inviare una simile richiesta che rischia di avere un forte impatto sul futuro della FCI si fosse rivolto ai propri tesserati o, almeno, al Consiglio Federale per valutare insieme l’opportunità di inviare questa missiva.
Invece, ancora una volta, la lettera inviata dal Presidente è stata partorita nel silenzio della stanza dei bottoni ed è stata resa pubblica solo grazie al lavoro di inchiesta dei giornalisti di Ciclismoweb.net. Pescato con le mani nella marmellata il Presidente non ci ha pensato due volte a gettare discredito sul lavoro della redazione di Ciclismoweb.net dandoci addirittura degli “opportunisti”. (Quale sia poi l’opportunità colta al volo da ciclismoweb saremmo curiosi di saperlo!?)
Su una cosa ha ragione Di Rocco: il nostro è stato un lavoro all’altezza di chi lo ha concepito. All’altezza, cioè, di chi immagina una gestione del ciclismo nazionale fatta in maniera corretta e trasparente. Una gestione che, di fronte ad un parere già favorevole, non ha bisogno di sfruttare opportunisticamente le problematiche legate al Covid-19 per far spostare le elezioni.