Ad ogni giorno che passa l’Assemblea Elettiva Ordinaria della FCI sta diventando sempre più una corsa ad ostacoli. Aldilà dei confronti serrati tra i candidati a preoccupare maggiormente i grandi elettori e gli addetti ai lavori sono le procedure messe in campo dalla FCI per questo appuntamento che dovrebbe essere il massimo esempio di democrazia sportiva.
IL REBUS TAMPONI – La questione che sta interessando in maniera sempre più preoccupante nelle ultime ore gli uffici centrali e territoriali della FCI riguarda i tamponi obbligatori per tutti i delegati che saranno presenti in Assemblea sabato e domenica prossimi.
I numerosi Consigli Federali che si sono succeduti in queste prime settimane del 2021, l’ultimo si è tenuto lo scorso 15 febbraio, non sono bastati alla FCI per mettere in campo una linea economica ed efficace a risolvere il “rebus tamponi”.
Una situazione kafkiana quella che si è venuta a creare attorno alle misure anti-covid per la massima assise del ciclismo italiano: ciò che normalmente viene richiesto dall’UCI agli organizzatori e ai team che partecipano a qualsiasi evento internazionale sembra essere di difficile, per non dire impossibile, realizzazione per la stessa FCI.
Per riunire in sicurezza 240 delegati, infatti, si è deciso che ognuno di questi debba presentarsi in assemblea con il risultato negativo di un tampone molecolare effettuato nelle 72 ore precedenti all’evento.
Una misura costosa, come hanno più volte lamentato team manager e organizzatori nell’ultimo scorcio di 2020, ma comunque utile specie in un congresso che si celebrerà in una sala chiusa con più di 200 soggetti in età avanzata e quindi ad elevato rischio Covid.
FCI BRILLANTE – Renato Di Rocco, coadiuvato dal sempre efficiente Consiglio Federale, per questo suo ultimo (sarà poi davvero l’ultimo?) atto in FCI ha deciso di “fare lo splendido” come si dice dalle parti di Milano. Ovvero: la FCI si è fatta carico di tutti gli oneri dei tamponi incaricando la FederLab Italia di effettuare tutti i tamponi ai circa 240 delegati. Attenzione: nessuno impone alla FCI di pagare i tamponi ai delegati, come non vengono rimborsati ai corridori e alle società che normalmente hanno gareggiato da agosto 2020 in competizioni internazionali, ma così è stato deciso in questa occasione.
Inizialmente i tamponi avrebbero dovuto effettuarsi nei 2.000 laboratori vantati da Federlab su tutto il territorio nazionale; poi, però, visto che non bastavano, FederLab si è impegnata a raggiungere uno per uno, a domicilio, tutti i grandi elettori.
Un piano di prevenzione faraonico che nemmeno il Ministero della Salute si era potuto permettere di mettere in piedi nel pieno della pandemia. A tutti i delegati (compresi i candidati e i giornalisti accreditati all’assemblea, come chi scrive in questo momento) è arrivato un messaggio Whatsapp per fissare l’appuntamento per il prelievo a domicilio, con tanto di data e fascia oraria preferita. Ma, purtroppo, ad oggi, per una larga parte di delegati e accreditati, quell’appuntamento non si è mai tenuto perchè l’incaricato di FederLab non è mai arrivato.
IL CAOS – Una situazione che ha lasciato nel caos gli uffici della FCI che per diverse ore negli ultimi giorni sono stati subissati di telefonate e richieste di informazioni da parte dei vari delegati che si sono trovati “senza tampone” a poche ore dall’Assemblea.
A conferma di questa situazione, nel pomeriggio di ieri la FCI è corsa ai ripari con il comunicato n. 12 dove si legge “Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni di un grave disservizio provocato dalla FederLab, organizzazione segnalata dal CONI che ha una convenzione con essa, incaricata del prelievo domiciliare dei tamponi per i partecipanti all’Assemblea Nazionale Ordinaria Elettiva di Roma, i cui infermieri non si sono presentati nelle fasce d’orario direttamente concordate dagli operatori della stessa Federlab, mentre sappiamo per altre persone tale prelievo è stato effettuato.”
E per chi è rimasto senza tampone, insieme alle scuse della FCI, c’è l’invito ad attrezzarsi: “invitiamo chi non avesse potuto avere il prelievo del tampone a causa del mancato arrivo degli incaricati Federlab a provvedere direttamente ad effettuarlo presso un laboratorio a lui vicino, nella giornata di oggi o di domani, inviando il referto, non appena ricevuto, via mail”. Ovviamente il tampone verrà rimborsato dalla FCI ai vari delegati.
Infine due perle: da ieri per accedere all’Assemblea della FCI non è più necessario il tampone molecolare ma sarà sufficiente il tampone rapido e, per chi si presentasse a Roma senza alcun referto, sarà comunque possibile fare il tampone rapido direttamente all’Hotel Hilton.
TANTE DOMANDE, NESSUNA RISPOSTA – Una vicenda, anche questa dei tamponi, che purtroppo rende plasticamente la situazione in cui versa la FCI del 2021 e che lascia aperta la porta a tante domande senza risposta.
Innanzitutto viene da chiedersi come sia possibile che una Federazione che ha dettato il protocollo anti-covid alle proprie società per la ripresa delle attività, che nel 2020 ha ospitato i Mondiali su strada diventati da diversi mesi il vanto di fine mandato, non riesca ad organizzarsi in maniera credibile su un aspetto tanto delicato quanto importante per la sicurezza dei propri dirigenti?
Sapendo che ci sono stati diversi organizzatori che hanno rinunciato alla propria manifestazione perchè ritenevano i protocolli UCI e FCI troppo impegnativi, quale credibilità può avere una Federazione che non adempie (o lo fa in maniera raffazzonata come sta accadendo in queste ore) al primo degli obblighi imposti ai propri affiliati in tempo di Covid-19?
Ammesso che la colpa dei disservizi sia tutta attribuibile a FederLab, si può dire che era evidente sin da subito la difficile attuazione di un piano che prevedesse di raggiungere a casa più di 240 persone in tutta Italia? E, a questo punto, perchè non si sono scelte altre vie più facilmente realizzabili?
Visti i disservizi, siamo sicuri che i (pochi) tamponi raccolti da Federlab in queste ore saranno processati in tempo per l’assemblea di Roma?
Con quale fiducia un delegato a cui era stato prospettato il tampone a domicilio, mai realizzato, potrà raggiungere Roma nel fine settimana sperando di fare questo benedetto tampone all’entrata dell’Hotel Hilton?
E infine, quanto costerà alla FCI tutto questo “piano tamponi”?