C’è chi di fronte ad un incidente si arrende alla “fatalità” e chi, dallo stesso incidente, cerca di trarre un insegnamento per il futuro. E poi c’è chi questo insegnamento è pronto a metterlo in campo per fare si che “non accada mai più”.
Una ditta britannica, la Boplan di Wolverhampton che all’interno del proprio Science Park studia e realizza le protezioni del futuro, dopo i numerosi incidenti che continuano a verificarsi nelle gare ciclistiche, ha deciso di investire in questo settore arrivando ad ideare e a produrre una innovativa serie di “race barrier” (se volete potete chiamarle volgarmente transenne) che saranno testate per la prima volta in una gara World Tour il prossimo 26 marzo alla E3 Prijs di Harelbeke (Belgio).
Per i dirigenti della Boplan, che hanno presentato questa iniziativa proprio in questi giorni, si è trattato semplicemente di spostare il know-how acquisito nella produzione di barriere indistriali al mondo del ciclismo.
L’idea rivoluzionaria di tutte le protezioni prodotte da Boplan e applicata anche al ciclismo, è quella di creare delle barriere flessibili, in grado di attutire qualsiasi tipo di urto: sia che si tratti di proteggere un muletto impegnato in fabbrica, sia che si tratti di un go-kart impegnato in pista o, ancora meglio, di un corridore lanciato a 70 chilometri orari.
Le immagini della morte di Giovanni Iannelli a Molino dei Torti (Al) hanno fatto il giro del mondo e hanno portato i dirigenti britannici a decidere di compiere questo clamoroso passo in avanti che potrebbe rivoluzionare le gare ciclistiche così come siamo abituati a vederle.
“E’ assolutamente necessaria una maggiore sicurezza durante le gare ciclistiche. Di conseguenza l’adeguata messa in sicurezza del percorso è diventata una priorità per ogni organizzatore di eventi ciclistici. La zona di arrivo, in particolare, merita un’attenzione in più date le condizioni e la velocità con cui si svolge la gara in quel frangente. Con l’uso di protezioni adatte, posizionate nei posti giusti, la sicurezza sia dei corridori sia degli spettatori può essere sensibilmente migliorata” hanno spiegato gli ingegneri della Boplan nel corso dell’evento di presentazione.
Il 5 ottobre 2019, Giovanni Iannelli, lanciato in volata sul rettifilo d’arrivo di Molino dei Torti (Al) perdeva la vita a causa dell’impatto con una colonna di mattoni non protetta a 144 metri dalla linea d’arrivo. Una vicenda che ha scosso l’intero mondo sportivo e che ha portato numerosi dirigenti ad interrogarsi sulla sicurezza delle manifestazioni.
Oggi la Boplan con le nuove Race Barrier propone un prodotto antiurto, alto 1,40 m. che forma un angolo di 70 gradi con il suolo in modo che gli spettatori siano tenuti ad una distanza sufficientemente sicura, anche per coloro che si espongono per catturare un selfie. Le Race Barrier possono essere agganciate una all’altra senza soluzione di continuità e prevedono la possibilità di inserire uno spazio pubblicitario continuo e incassato al proprio interno.
Queste “nuove transenne” hanno i piedini pieghevoli, sono facili da impilare, realizzate in materiale plastico leggero e deformabile assicurano una facile trasportabilità e, contemporaneamente, una adeguata protezione in caso di urto. Una volta piazzate, possono essere facilmente riempite di acqua o sabbia e diventano fisse a terra.
Alla E3 BinckBank Classic di Harelbeke la Boplan installerà anche un’altra serie di dispositivi di protezione degli ostacoli sul percorso come marciapiedi, segnali stradali e spartitraffico rendendo di fatto la classica belga la prima gara a sicurezza 2.0.