È terminato Domenica il giro del Delfinato, tra i nomi di rilievo che hanno preso parte alla breve corsa a tappe francese non possiamo non nominare il corridore sardo portacolori della Qhubeka-Assos. Fabio Aru ha terminato la corsa in 26esima posizione a più di 18 minuti da Richie Porte. Ripercorriamo la settimana del “Cavaliere dei quattro mori” e questo primo segmento di stagione per capire come e se sta avanzando il suo recupero fisico e mentale dopo diverse stagioni travagliate, condizionate da infortuni e da un difficile ritorno alla normalità.
ALTI E BASSI – Aru questo inverno in un ottica di rinascita sportiva e umana ha riscoperto il suo primo amore: le ruote grasse, partecipando ad alcune prove di ciclocross del programma italiano, la stagione su strada è iniziata in Francia con il Tour de la Provence, breve ma impegnativa corsa a tappe che si corre nel mese di Febbraio nell’omonima regione e ha chiuso la quattro giorni di corsa in 18a posizione dal leader Sosa. Poche settimane dopo, sempre in terra francese, ha preso il via al Tour des Alpes Maritimes, corsa caratterizzata da quattro giornate, adatta a corridori di fondo, e ha chiusi in 27esima posizione a più di 6 minuti dal vincitore Gianluca Brambilla. Il suo primo vero banco di prova è arrivato nel mese di Marzo alla Parigi Nizza, alla fine della settimana il sardo ha chiuso 26° a 6 minuti dal tedesco Maximilian Schachmann. Nel mese di Aprile Aru cambia Stato e, dopo aver trascorso praticamente due mesi in Francia, approda in Spagna per disputare il Giro dei Paesi Baschi, la classifica generale lo vede chiudere subito fuori dai primi venti, con un distacco superiore di 16 minuti dallo sloveno Primoz Roglic.
Non ancora pronto ad uno sforzo così prolungato come necessita un grande giro di tre settimane la squadra annuncia che il corridore non parteciperà al Giro d’Italia, viene quindi dirottato al nord per le classiche delle ardenne, partecipa alla Freccia Vallone chiusa in 41a posizione e alla Liegi dove taglia il traguardo in 61a posizione lontano dai protagonisti. Arriviamo ai giorni nostri, dopo circa un mese di lontananza dalle corse ma con diversi ritiri in altura il vincitore della Vuelta 2015 è al via del Giro del Delfinato, nella tappa regina di Sabato accusa un ritardo di più di 9 minuti dal gruppetto dei pretendenti alla maglia gialla. Chiude la settimana senza acuti e glorie.
Fabio a che punto siamo?
Il ragazzo di Villacidro ha ritrovato il sorriso e la voglia di faticare, perdute soprattutto nell’ultimo anno quando vestiva i colori della UAE, la nuova squadra sembra non dargli troppe pressioni, lasciandolo libero di progredire lentamente. Fabio però sembra fare piccoli passi in avanti, i miglioramenti sia di prestazione che di risultati non sono ancora così visibili, quanto ancora dobbiamo attendere? “Ora arriva una parte molto molto importante della stagione per me, ho avuto bisogno di un po’ di tempo per tornare ad un buon livello, ma piano piano ci sto arrivando”. Al prossimo Tour arriverà con diversi giorni di competizione Nelle gambe: “Avevo bisogno di un po’ di gare quest’anno e anche il Delfinato è una di queste”.
L’obiettivo, nell’arco delle tre settimane, potrebbe essere quello di strappare una vittoria di tappa o comunque ben figurare appena la strada sale, Il Tour è una delle corse più esigenti sia sotto l’aspetto fisico che mentale, con un parterre al via di tutto rispetto, sarà pronto per sfidare i giganti del ciclismo mondiale?
L’importante, caro Fabio, è non perdere mai il sorriso e la voglia di fare sacrifici, al resto di penseremo in un secondo momento, solo il tempo potrà risolvere tutti i mali.