La nuova maglia azzurra sta mettendo le ali ai ragazzi del CT Daniele Bennati. Le prime due tappe al Giro di Sicilia hanno sancito altrettante vittorie per la nazionale italiana ma, soprattutto, hanno segnato una netta inversione nello stile e nel modo di interpretare le corse da parte degli azzurri.
Al di fuori degli appuntamenti ufficiali, infatti, le regole non scritte del ciclismo hanno sempre visto la nazionale gareggiare non “per il risultato” ma soprattutto per consentire ai propri atleti di fare esperienza o di cercare la migliore condizione fisica.
La situazione contingente del team Gazprom, la necessità degli atleti rimasti senza una squadra di mettersi in luce e la voglia del nuovo CT azzurro di trovare subito la fiducia dell’ambiente probabilmente hanno spinto la nazionale italiana ad interpretare come una qualsiasi altra squadra la corsa siciliana.
All’interno della carovana, però, non tutti sono felici di questa inversione di rotta. “Anche in passato la nazionale italiana ha centrato successi nelle gare in cui partecipava ma una rappresentativa azzurra che chiude per due giorni sulla fuga di giornata è qualcosa che non condivido” racconta un DS di lungo corso al seguito del proprio team in Sicilia. “Non dimentichiamoci che le squadre vivono di risultati e visibilità. La nazionale non paga lo stipendio agli atleti, senza le squadre i corridori sarebbero tutti a casa. Se la mia squadra non ottiene risultati, a fine anno sarà costretta a chiudere. E i corridori li manderemo tutti in nazionale? Questa è una concorrenza non troppo leale, forse è il caso di rivedere alcune regole”.
Ad accendere la polemica siciliana sarebbe non tanto il risultato finale delle due tappe (“in gara è giusto che vinca il più forte”) ma il fatto che la nazionale italiana nei primi due giorni si sia sobbarcata l’onere di fare la corsa andando a riprendere con largo anticipo le fughe di giornata. “Avrebbero potuto lasciar tirare l’Astana o altri team e poi nel finale Malucelli o Caruso avrebbero vinto lo stesso. Già è difficile per le piccole formazioni gareggiare contro i team World Tour, trovarci anche la concorrenza della nazionale italiana è quantomeno di cattivo gusto” conclude il dirigente che ha parlato ai microfoni di ciclismoweb.net ma l’idea sembra essere condivisa anche da altri team del gruppo impegnato in Sicilia tanto da ipotizzare per i prossimi giorni di gara una sorta di tacita alleanza “contro” la nazionale di Bennati.
A due tappe dal termine con Damiano Caruso (meritatamente) in maglia di leader non resta che attendere quanto le strade siciliane sapranno regalare. Di certo lo spettacolo non mancherà.