L’annuncio del passaggio del campione italiano juniores, Dario Igor Belletta, alla Jumbo Visma Development nel 2023 ha infiammato la polemica che riguarda il futuro del movimento italiano. Squadre Juniores, U23 e Continental sono sul piede di guerra e senza certezze in vista della prossima stagione.
LA SITUAZIONE – Da anni i CT azzurri e i dirigenti della FCI chiedono alle formazioni juniores, U23 e Continental di fare attività “di alto livello” con trasferte all’estero e gare con i prof. In cambio, però, in questi anni la stessa FCI ha posto limiti al tesseramento dei migliori atleti italiani con il solo effetto di livellare verso il basso le formazioni di casa nostra. Oggi il divario con i team juniores e continental stranieri è abissale e il gap è sotto gli occhi di tutti: i migliori juniores passano direttamente tra i professionisti o volano all’estero. Le squadre italiane sono costrette a costruire “con ciò che rimane” delle formazioni di seconda fascia che negli appuntamenti di maggior interesse sono difficilmente competitive (seppur con qualche eccezione).
LE INCERTEZZE – Ciò che nuoce di più al ciclismo italiano, però, è senza dubbio il continuo cambiamento delle regole del gioco e, soprattutto, l’incertezza che accompagna ogni stagione. Nonostante siano cambiati i vertici della FCI, anche in questi anni le cattive abitudini del Consiglio Federale sono rimaste: siamo ormai a fine luglio e ancora le squadre (già da mesi impegnate nel ciclomercato per il 2023) non sanno quanti, con che condizioni e che tipo di corridori potranno tesserare per la prossima stagione. Con questa situazione come si fa a programmare una attività di alto livello? Come si può convincere un giovane talento a firmare per il team? E, soprattutto, come è possibile far quadrare i conti?
I NODI VENGONO AL PETTINE – Dopo le discussioni già avviate nei mesi scorsi, il Consiglio Federale presieduto da Cordiano Dagnoni tornerà a riunirsi il 6 agosto a Dalmine e, in questa sede, sono attese le decisioni che non possono più essere rimandate circa la stagione 2023. Sul tavolo, però, ci sono diversi nodi irrisolti che vanno dall’abolizione dei vincoli regionali, alla soglia dei punteggi per gli atleti senza dimenticare l’abolizione delle affiliazioni plurime. Ma andiamo con ordine:
VINCOLI REGIONALI – Un documento diramato nei giorni scorsi dalla Segreteria Generale della FCI ha informato i Comitati Regionali che nel 2023 per la categoria juniores saranno aboliti i vincoli regionali. Sul tavolo però restano da stabilire le “contropartite” da riconoscere ai Comitati. E su questo aspetto la FCI brancola nel buio. C’è chi ha paventato la possibilità di far pagare il 100% del valore del punteggio dell’atleta anche al Comitato Regionale (ora è al 50%) in caso di passaggio fuori Regione. Alcuni Presidenti regionali avrebbero chiesto addirittura il 200%. Da qui nasce una grossa frattura che coinvolge alcuni consiglieri federali che non hanno mancato di sottolineare la propria scarsa considerazione nei confronti dei Presidenti regionali arrivando a definirli incompetenti. Una frattura a cui il Presidente Dagnoni avrebbe cercato di mettere una pezza spiegando che alcuni presidenti regionali hanno frainteso il ruolo di confronto con il ruolo decisionale che spetta unicamente al Consiglio Federale.
In ogni caso si tratta di somme che i team italiani sarebbero costretti a spendere sottraendoli al monte destinato alle trasferte e ai ritiri e che, invece, le formazioni straniere che fanno shopping tra i giovani talenti italiani continueranno a non pagare dal momento che già non pagano nemmeno il valore dei punteggi ai team giovanili.
Fatto sta che ancora ad oggi, e verosimilmente almeno fino al 6 di agosto, le società Juniores, U23 e Continental non sanno quanto potrà effettivamente costare il trasferimento di un atleta di proprio interesse.
ABOLIZIONE DELLE PLURIME – C’è poi la questione delle affiliazioni plurime rimaste ormai solo per gli juniores. L’abolizione sembra essere già cosa fatta (anche se non ancora ufficialmente) ma questo pone non pochi problemi alle società interessate. Innanzitutto perchè l’attività degli juniores prevede un arco temporale di due anni: che fine faranno gli atleti tesserati quest’anno nelle plurime? Anche questo passo sarebbe stato fatto senza considerare le indicazioni giunte dai Presidenti dei Comitati Regionali a cui, invece, lo stesso Dagnoni aveva assicurato collaborazione e peso politico dopo la sua elezione
LIMITE DI 25 PUNTI – Infine, terzo ma non ultimo aspetto da considerare, il limite dei due atleti “buoni” da tesserare per ciascuna società. Alcuni dirigenti della FCI avrebbero fatto intendere che per gli allievi che passeranno juniores il limite potrebbe abbassarsi da 35 a 25 punti. Un ulteriore balzello (anche nel caso dei 35 punti) nella costruzione di un team che dovrebbe essere competitivo a livello internazionale.
Un vincolo che peraltro sembrerebbe non contare per gli atleti stranieri che verranno a correre in Italia e che certamente non conta per gli italiani che vanno a correre all’estero.
Oggi, infatti, è chiaro che nel confronto internazionale i team italiani partono nettamente sfavoriti a causa di una campagna acquisti ritardata, dei vincoli nella scelta dei corridori e dei limiti posti all’attività giovanile. I chilometri e le difficoltà da affrontare lungo il percorso sono gli stessi di squadre come il Team Auto Eder (tra gli juniores) o la Jumbo Visma Development ma le italiane sembrano essere sempre costrette a correre ad handicap a causa delle decisioni (o indecisioni) del sistema Italia.
Questi e altri gli aspetti ancora da chiarire e che prenderanno forma solo verso la fine dell’estate con l’eventuale inserimento e approvazione nelle norme attuative. Sempre troppo tardi, meglio sarebbe stato se le norme attuative in discussione fossero state fatte entrare in vigore, con un pizzico di lungimiranza in più, a partire dal 1° gennaio 2024 ma forse è chiedere troppo ad una dirigenza aziendale…