Il Consiglio Federale si è chiuso in anticipo a Milano ma non certo perchè ciclismoweb.net ne ha raccontato il contenuto. Abbiamo atteso qualche ora per far calare il gran polverone prima di trarre le conclusioni di una giornata convulsa e per certi versi drammatica.
I MOTIVI DEL RACCONTO – Partiamo con il chiarire i motivi che hanno portato Ciclismoweb.net a raccontare in tempo reale (o quasi) l’evoluzione del Consiglio Federale.
1. INTERESSE PUBBLICO: dopo tutto ciò che è stato scritto e detto in questi giorni, dopo che addirittura il Vice-Direttore della Gazzetta dello Sport è arrivato a chiedere le dimissioni del Presidente Dagnoni se non avesse spiegato chiaramente i contorni della vicenda delle provvigioni, il Consiglio riunitosi a Milano rappresentava una occasione unica per fare chiarezza e dare conto a tutti i tesserati sulla vicenda. Ed è dovere di ogni giornalista, pubblicista o professionista che sia, raccontare quando ne ha i mezzi ciò che è rilevante per l’interesse pubblico.
2. NESSUN DIVIETO: saremo pure cretini, come qualcuno ci ha apostrofato, ma fino a prova contraria non vi è alcun divieto che impedisca di ascoltare o vedere un consiglio federale. Lo Statuto della FCI non prevede che le riunioni del Consiglio siano segrete, la convocazione non era “a porte chiuse” (anzi prevedeva anche dei collegamenti esterni) e nessun consigliere ha mai firmato alcuna clausola di riservatezza su quanto viene dette all’interno del consiglio stesso. Ogni seduta è registrata e verbalizzata; i verbali sono consultabili su richiesta.
Nel 2022, con le sedute di Camera e Senato che vengono trasmesse in diretta TV, i consigli comunali in diretta streaming perchè dovrebbe essere vietato ascoltare ciò che dicono i vertici della FCI? Perchè si vuole negare la possibilità ai tesserati di conoscere ciò che dicono i dirigenti della Federazione nell’adottare quella o questa decisione? Dove sarebbe lo scandalo nel fatto che i tesserati possano conoscere cosa dicono i massimi dirigenti della FCI?
Aggiungiamo un dettaglio che non è di poco conto. Il racconto (a proposito, ciò che avete letto sono le trascrizioni fedeli, parola per parola, dei passaggi principali degli interventi sulla questione delle provvigioni) è stato pubblicato quando il Consiglio Federale era già di fatto sospeso e il tema delle provvigioni già trattato nella propria interezza. Per essere ancora più chiari: abbiamo atteso l’uscita di Norma Gimondi, Marcello Tolu e Cordiano Dagnoni dalla sala prima di dare pubblicazione alla ricostruzione dei fatti. Insomma una differita che (aldilà del titolo usato) tecnicamente è ben diversa da una diretta perchè rientra nel campo delle anticipazioni giornalistiche. L’equivalente di aver chiamato uno dei componenti del consiglio non appena uscita di scena Norma Gimondi per una intervista ed essersi fatti raccontare tutto nel dettaglio. Chissà se qualche altro cretino questo lo avesse mai fatto prima…
3. UNA RISPOSTA: dopo il comunicato-farsa sulla riunione dei Presidenti Regionali, visti i precedenti consigli federali che al pubblico vengono relazionati in maniera molto sommaria e dopo due settimane in cui la FCI nonostante le richieste pressanti da più parti non è riuscita a confezionare una risposta completa e soddisfaciente, abbiamo deciso che era arrivato il momento di andare a prenderci una risposta. Una scelta fatta per rendere partecipi i tesserati di quanto veniva riferito dal Presidente Dagnoni e dal Segretario Tolu oltre che per tutelare il lavoro portato avanti in queste settimane dalla nostra stessa redazione. Sarebbe bastato un colpo di spugna, descritto in tre parole in un comunicato, per raccontare a tutti che tutto ciò che avevamo documentato e raccontato in realtà era solo uno scherzo o, peggio ancora, non era mai esistito.
Le risposte evasive e contraddittorie della FCI, le minacce costanti di querele e azioni civili nei confronti dei giornalisti, i comunicati propagandistici ci hanno convinto che fosse il caso di ascoltare con le nostre orecchie ciò che il Presidente avrebbe detto. E, visto come è andata, abbiamo fatto bene, perchè l’ennesima versione sulla vicenda delle provvigioni offerta dal Presidente mette a segno un punto necessario per chiudere la questione
DELIBERA INESISTENTE E FALSO IN ATTO PUBBLICO – Forse non molti hanno colto un passaggio fondamentale del Consiglio Federale di ieri. Il Presidente, su invito di Norma Gimondi, ha ribadito l’inesistenza della delibera del 18 giugno scorso. Ciò significa che il verbale che sarebbe stato posto in approvazione lo scorso 6 agosto era un falso clamoroso così come tutte le ricostruzioni raccontate in questi giorni e anche ieri in Consiglio.
Infatti, se abbiamo ben compreso la spiegazione in burocratese, il Segretario Generale ha raccontato ai consiglieri che la delibera del 18 giugno (quella famosa della Reiwa, che Norma Gimondi sostiene che non sia mai stata discussa e che è stata dichiarata inesistente) in realtà sarebbe stata adottata in maniera generica.
Se ciò sia stato fatto per incapacità o volontà, poco cambia: se questa dirigenza non vuole dimettersi per quanto è stato raccontato e documentato sino ad oggi lo faccia almeno per rispetto della famosa base, di coloro che ogni giorno dedicano il proprio tempo libero alla passione per il ciclismo e dei ragazzi dalla faccia pulita che vediamo ogni settimana correre in bici per realizzare il proprio sogno. Gli Affari d’Irlanda e di questa FCI non fanno parte di questo ciclismo, non ne sono degni.
Buona domenica a tutti, noi di ciclismoweb.net, come sempre, saremo sui campi di gara per raccontarvi le emozioni più belle!