E’ ormai diventata una triste abitudine quotidiana quella di assistere ad errori, modifiche, aggiornamenti, deroghe e irregolarità della FCI. Un malcostume che, come non bastassero le difficoltà già sistemiche del movimento italiano, sta gettando nel caos più totale il ciclismo di casa nostra.
Altrettanto triste è notare che tutto ciò avviene nel silenzio e nell’indifferenza più totale dei dirigenti federali nazionali, di quelli locali e della stampa specializzata: è strano che questi, anche quando parlano con le società di base, siano sordi alle lamentele e alle osservazioni formulate quotidianamente da chi fa ciclismo. Strano come fior fior di giornalisti non si accorgano delle evidenti anomalie nella gestione della FCI. Ciclismoweb, anche questa volta, non chiude gli occhi e vuole continuare a raccontare il ciclismo italiano per quello che è, non solo celebrando i successi ma anche affrontando i problemi e cercando di fare chiarezza sulle questioni più spinose.
Per non tediare quotidianamente i nostri lettori abbiamo aspettato, abbiamo sperato che qualcuno ci svegliasse da questo incubo e, invece, il bestiario degli errori federali è cresciuto come se si trattasse di un tacchino ormai pronto per il giorno del ringraziamento. E allora, ecco alcune delle ultime perle che il Presidente Cordiano Dagnoni e la FCI-azienda ci hanno regalato.
TESSERAMENTI SI, NO FORSE… – Il 10 ottobre scorso l’ufficio tesseramento della FCI informava i Comitati Regionali che la chiusura delle procedure di affiliazione e tesseramento per la stagione 2022 era stata (inspiegabilmente) prorogata dal 15 al 31 ottobre. Una scelta di cui però il Consiglio Federale, unico organo della FCI con il potere di modificare le norme in tema di tesseramento, non aveva mai discusso e non sapeva nulla.
Attenzione, non si tratta di una decisione di poco conto. Dal tesseramento, così come dalle affiliazioni, discendono una serie di conseguenze molto rilevanti per l’equilibrio della FCI oltre che per i tesserati. Riaprire, di fatto, per altri 15 giorni, a stagione praticamente conclusa, i termini per il tesseramento e l’affiliazione vuol dire consentire a soggetti che non hanno svolto attività nel 2022 di rientrare nei conteggi federali e di beneficiare dei privilegi connessi all’affiliazione.
E’ servito l’intervento di uno dei Vice-Presidenti superstiti (dopo le dimissioni di Norma Gimondi) per decretare il clamoroso dietro-front. Con un nuovo comunicato, il 15 ottobre l’ufficio tesseramento riferiva: “la comunicazione riguardante la proroga al 31 ottobre (…) è da intendersi annullata in quanto mai deliberata dal Consiglio Federale. La precedente comunicazione è frutto di un fraintendimento di questo ufficio per il quale ci scusiamo”. Insomma, proprio come era accaduto per la tessera della first lady della FCI e per i 106.000 euro destinati all’Irlanda si è trattato… di un errore.
LE DELIBERE PRESIDENZIALI – Non sono ancora errori riconosciuti, seppure evidenti, invece, le Delibere Presidenziali adottate da Cordiano Dagnoni in tema di norme attuative e norme sui trasferimenti per il 2023.
Anche queste sono di competenza esclusiva del Consiglio Federale: è per questo motivo che il cammino delle norme attuative è spesso lungo e complicato. La Struttura Tecnica fa le proprie proposte, il Consiglio Federale le discute, eventualmente le modifica, e provvede all’approvazione. Un iter che, come già sottolineato da Ciclismoweb (clicca qui per rileggere l’articolo) anche quest’anno si era chiuso in ampio ritardo rispetto alle aspettative dei tesserati con il Consiglio Federale del 6 agosto (per le norme attuative) e del 12 settembre per i trasferimenti.
Tutto ciò, però, evidentemente non era ancora sufficiente. Perchè il buon Cordiano Dagnoni da autentico padrone dell’azienda-FCI lo scorso 13 ottobre si è preso il lusso di modificarle con una delibera presidenziale. In pratica, dopo il lavoro di preparazione svolto dalla Struttura Tecnica della FCI, dopo la discussione e la approvazione del Consiglio Federale, il numero uno della FCI ad ottobre inoltrato ha messo ulteriormente mano cambiando quanto era già stato messo nero su bianco.
Un abuso di potere grave, senza precedenti, che apre diversi interrogativi. Innanzitutto perchè si tratta di un intervento illegittimo da parte del Presidente: ogni eventuale modifica avrebbe dovuto essere approvata direttamente dal Consiglio Federale e non inserita con decisione presidenziale. Il tutto sarà frutto ancora una volta dell’ennesimo errore? E questi cambiamenti saranno definitivi o ce ne saranno altri?
Senza entrare nel merito delle modifiche, il Presidente Dagnoni, con lo strumento della Delibera Presidenziale tra fine settembre e la prima metà di ottobre 2022 ha:
– modificato le norme per il trasferimento e valorizzazione degli atleti
– modificato la normativa per le squadre continental maschili 2023
– approvato le norme attuative per il ciclocross 2022/2023
– approvato la normativa per le squadre continental femminili 2023
Va ricordato che la delibera presidenziale è uno strumento che il Presidente dovrebbe utilizzare (secondo quanto stabilito dallo Statuto della FCI) solo per assumere “provvedimenti di estrema urgenza e necessità”: è evidente che l’adozione di una normativa o la sua modifica per la stagione successiva non possono essere considerati tali. A meno che il Presidente non ritenga che sia la Struttura Tecnica sia il Consiglio Federale siano stati del tutto incapaci di provvedervi tanto da dover intervenire personalmente…
Tutte queste delibere presidenziali dovranno comunque essere ratificate nel prossimo Consiglio Federale, chissà se la massima assise del ciclismo italiano, pur rimasta orfana di un Vice-Presidente dopo le dimissioni di Norma Gimondi e la sua mancata sostituzione, accetterà l’ingerenza del Presidente o avrà il coraggio di rivendicare il proprio ruolo centrale nella vita federale.
TUTTI INVITATI… A CASA D’ALTRI – Lo scorso 14 ottobre la newsletter della FCI ha informato direttori di corsa, ASA e Scorte Tecniche che per adempiere ai propri obblighi di aggiornamento sarebbe stata riconosciuta anche la partecipazione agli incontri, realizzati in tutte le Regioni italiane, dalla Polizia Stradale. L’iniziativa promossa dal Centro Studi, tradotta in termini semplici, comporta che coloro che operano per la sicurezza nelle gare possono far valere la partecipazione a questi incontri che si tengono presso le sedi della Polizia Stradale ed evitare di partecipare ai corsi allestiti dalla FCI.
Peccato che gli eventi sono organizzati dalla Polizia Stradale, presso le proprie sedi, e che i posti non sono illimitati; la FCI in questo modo si è presa la libertà di “invitare a casa d’altri” i propri tesserati. Tra l’altro, questi eventi sono a partecipazione gratuita a differenza dei corsi FCI che sono a pagamento e questo prospetta una evidente disparità di trattamento tra tesserati.
Spetterà ora ai singoli Comitati Regionali (che hanno ricevuto l’informazione tramite la stessa newsletter, al pari di tutti gli altri tesserati) districare la matassa decidendo chi potrà partecipare agli eventi della Polstrada e chi no.
COSA RESTA DELLA FEDERAZIONE-AZIENDA – La Federazione-Azienda del Presidente Dagnoni doveva essere sinonimo di efficienza e celerità. Dopo quasi due anni di gestione Dagnoni bisogna prendere atto che più che ad una Federazione-azienda il ciclismo italiano si trova ad avere una Federazione-Gian Burrasca che una ne pensa e cento ne combina…