Il primo atto di imperio dei Commissari nominati dalla FCI per gestire la Lega Ciclismo è arrivato; ieri gli avv. Cesare Di Cintio e Jacopo Tognon hanno firmato la delibera con cui è stata annullata la convocazione dell’Assemblea Elettiva della Lega Ciclismo convocata dal direttivo uscente per il prossimo 21 novembre.
RCS E FCI: GLI INTERESSI CHE CONTANO – Una decisione scontata a cui il Presidente della Lega Mauro Vegni ha deciso di non opporsi; secondo i ben informati, infatti, il direttore del Giro d’Italia si allineerà all’accordo siglato in gran segreto tra RCS e FCI (che comprenderebbe l’affidamento dell’organizzazione del Giro d’Italia U23 senza alcun bando) rinunciando a difendere le proprie prerogative in qualità di rappresentante della Lega Ciclismo.
STORIA TRAVAGLIATA – Un organo dalla storia piuttosto travagliata, che non è mai riuscito a svolgere il proprio ruolo con forza e che sperava in un rilancio proprio con l’elezione di un rappresentante di caratura internazionale. Il rilancio, ormai è storia di poche settimane fa, è finito davanti al Tribunale prima e alla Corte d’Appello federale poi, con la decisione, tardiva, del Consiglio Federale di nominare i due commissari straordinari.
LE MOTIVAZIONI: IL CONFLITTO DI INTERESSI – Ufficialmente le motivazioni della sentenza pubblicate dalla Corte d’Appello puntano sul conflitto di interessi che vizierebbe il ruolo di Mauro Vegni in Lega. Un tema approfondito dai giudici federali che, con tanto di richiami al diritto sportivo internazionale e alla giustizia civile, scrivono: “Innanzitutto in capo ai soggetti che appartengono al mondo dello sport vi è il dovere di prevenire le situazioni attuali o potenziali di conflitto di interesse, da intendersi, in concreto, quale declinazione del supremo principio di lealtà, che ispira e permea l’ordinamento sportivo a tutti i suoi livelli”.
Di fronte alla rigorosa linea giurisprudenziale tracciata dalla Corte Federale in questa occasione è difficile non notare come, sulla base di quegli stessi principi, vi siano altri dirigenti della FCI che siedono in Consiglio Federale che presentano degli evidenti conflitti di interessi per il lavoro che svolgono o per i ruoli che ricoprono al di fuori delle stanze romane.
Conflitti di interessi che gli organi di giustizia federale hanno rilevato nei confronti di Mauro Vegni solo dopo che lo stesso aveva firmato la querela nei confronti della FCI ma che, agli occhi degli stessi giudici, non esistono e continueranno ad essere invisibili, per i sostenitori del Presidente Dagnoni.
IL FUTURO – Quel che è certo è che il 21 novembre non si voterà per il nuovo direttivo della Lega. E, ad inverno ormai inoltrato, con una situazione molto critica per il ciclismo professionistico italiano, il futuro della Lega Ciclismo rimane quanto mai incerto e nebuloso.