Quale sarà il futuro del ciclismo italiano? Quando arriveranno risposte chiare e complete sui tanti dubbi che il 2022 ha aperto sulla gestione della FC? Quali le soluzioni da costruire insieme in vista dei prossimi anni per aiutare le società di base a svolgere la propria attività?
Se ne è parlato ieri mattina nel corso degli “stati generali” del ciclismo veneto, indetti dall’appassionato Ruggero Rovelli per proporre un momento di dibattito sullo stato attuale del movimento. “E’ stato un incontro che ha segnato una ripartenza. Tutti i partecipanti ci hanno manifestato il piacere di essersi ritrovati nuovamente in persona per discutere insieme dei problemi e delle difficoltà che colpiscono il movimento ciclistico” ha spiegato Rovelli all’uscita dell’Hotel Piroga di Selvazzano. “Il 2022 ha visto la FCI coinvolta in uno scandalo senza precedenti: non poteva finire l’anno senza che i rappresentanti delle nostre società avessero la possibilità di incontrarsi, di fare il punto della situazione e di guardare insieme al futuro per individuare soluzioni innovative e comuni”.
All’incontro a cui hanno preso parte anche il Vice-Presidente del Comitato Regionale Veneto della FCI, Lillo Zussa e i componenti dei Comitati Provinciali di Treviso, Moreno Zonta e di Venezia, Paolo Bassanello, è intervenuto Silvio Martinello. E’ stato proprio l’olimpionico, già candidato alla presidenza FCI, a porre il quesito del giorno: “La vicenda delle provvigioni è stata resa pubblica solo grazie ad un lavoro di controllo svolto in sinergia con Norma Gimondi e con altri professionisti. Mi stupisce il fatto che la base del ciclismo italiano, di fronte alle contraddittorie risposte offerte dai vertici federali, non abbia reagito con forza. Credo nel valore del controllo svolto da una forza di opposizione anche all’interno del mondo ciclistico, ma colgo questa opportunità per chiedere se ha senso proseguire in questa attività”.
Unanime la risposta delle società venete presenti a Selvazzano, con diversi interventi che hanno auspicato che anche il Comitato Veneto possa tornare a recitare un ruolo da protagonista nel chiedere con forza chiarezza sulle vicende federali e sostegno per la promozione dell’attività di base.
Diverse e molteplici, infatti, sono le difficoltà economiche, burocratiche e di disponibilità del personale, che anche le società ciclistiche del Veneto stanno vedendo aumentare ogni anno: ostacoli che rallentano e appesantiscono la passione di chi vuole mettere il proprio tempo a disposizione del movimento giovanile. La discussione è aperta e già sono in programma altri appuntamenti che consentiranno di ampliare e approfondire i temi federali.