Quello di Riccione è stato il Consiglio Federale delle non decisioni. O meglio, delle decisioni già assunte ma non scritte. La verbalizzazione e la trasparenza rimangono un problema per la gestione della FCI-Azienda impegnata ad irrobustire le mura del “palazzo” con comunicati stampa criptici e informazioni sempre fornite con il contagocce.
CONTRIBUTI REGIONALI E CONTRATTI FEDERALI – Si parte dai contributi ai Comitati Regionali che, nella gestione Dagnoni, hanno assunto il nome di “progetti finanziati” ma la cui sostanza non cambia. Si tratta di soldi raccolti da affiliazioni e tesseramenti che ritornano in piccola percentuale a disposizione dei Comitati per la propria attività. Tanta carta quella utilizzata dalle Regioni per ottenere dagli uffici centrali appena 200.000 euro in tutto il 2022 a fronte di una disponibilità federale che viene quantificata, dalla stessa FCI, in qualche milione di euro. Insomma, la base si dovrà ancora una volta accontentare delle briciole, mentre la fetta più grossa sarà spartita tra manager, addetti stampa, web tv e vari impieghi o ripieghi federali.
Volete un ordine di grandezza? Dai documenti in possesso di Ciclismoweb.net risulta che i 120.000 euro stanziati in questo Consiglio Federale in favore delle Regioni, siano, euro più o euro meno, equivalenti alla retribuzione annuale del manager delle nazionali Roberto Amadio. Lo stesso che aveva chiesto oltre alla normale retribuzione, anche le ulteriori provvigioni per gli sponsor (Enervit che già c’era e che ha smentito di aver avuto intermediazioni e Buzzati) da riconoscere rigorosamente esentasse in Irlanda.
Si sarebbe sullo stesso ordine di cifre (100.000 euro) anche per il contratto della new entry Claudia Coletta, nuova addetta alla comunicazione della FCI. Un ufficio talmente importante, quello della comunicazione/propaganda federale da avere oggi ben due coordinamenti (uno a Roma con Antonio Ungaro e uno a Milano con Federica Ronchi) a cui poi vanno aggiunti il responsabile delle Media Relations, Pietro Ilarietti, la responsabile del sito e dei social, Valentina Vercillo, il social e grafico, Gianluca Di Loglio, la responsabile della web TV federale Stefania Bardelli e, infine, last but not the least, Patrizio Salvi che si occupa dell’aggiornamento dei dati. Un settore, quello della comunicazione, per cui, in vista del 2023 sono annunciate ulteriori novità per soddisfare la necessità di informazioni del ciclismo italiano.
Per un ulteriore confronto, poi, va aggiornato anche il compenso dei due neo-commissari straordinari della Lega Ciclismo (laddove, da prassi, ne sarebbe bastato ampiamente uno solo) a cui verrà riconosciuto un compenso pari ai costi per allestire una gara internazionale Under 23 o, se preferite, una decina di gare giovanili.
GIRO U23 E RCS – Tornando alle decisioni non scritte, poi, è una strada tutta in discesa quella che affiderà a RCS Sport l’organizzazione del Giro U23 nel 2023 e del Giro Donne dal 2024. Il Presidente Dagnoni, dunque, dovrebbe dare corso agli accordi assunti con Urbano Cairo in cambio della tregua concessa dai quotidiani del gruppo RCS sulla vicenda irlandese.
Al riguardo il nutrito ufficio di comunicazione federale informa che: “il Consiglio ha dato mandato agli uffici federali di individuare il procedimento burocratico più celere e nel rispetto delle norme vigenti”.
Avendo già individuato RCS Sport come organizzatore e dovendo affrontare la prevedibile reazione di Infront (con cui la FCI aveva già avviato una trattativa stoppata improvvisamente nel settembre scorso), insomma, la FCI dovrà scegliere se e come formulare l’eventuale bando di assegnazione di queste due gare a tappe o optare per una assegnazione diretta, considerato che ormai i tempi stringono.
NORMA E DARIO – Sempre grazie all’ufficio di comunicazione della FCI, sarebbe curioso sapere se con il coordinamento di Milano o Roma, ai tesserati è possibile sapere che “In riferimento alla sostituzione del vice presidente dimesso, si ribadisce quanto illustrato nel precedente Consiglio, ovvero che sono stati richiesti chiarimenti agli organismi competenti in ottemperanza a quanto indicato nei principi generali del CONI e alle previsioni statutarie”.
Anche in questo caso, come detto, si tratta di una decisione non scritta. Attendere i tempi per l’arrivo dei chiarimenti il cui contenuto è francamente piuttosto scontato, infatti, porterà a prolungare a dismisura lo stato di fatto attuale, con il buon Dario Broccardo costretto ad attendere in pit-lane il riconoscimento del proprio sacrosanto e legittimo diritto di subentrare in Consiglio Federale al posto di Norma Gimondi.
SERENA NON SERENA – Chi ha lottato per restare seduta in Consiglio Federale è, invece, la Consigliera Serena Danesi. Il conflitto di interessi tra la sua carica di Consigliere della FCI e dipendente di RCS Sport aveva portato alla sua esclusione dal precedente Consiglio Federale in occasione della discussione sull’assegnazione del Giro U23. A Riccione, però, Serena si è presentata armata di parere legale per chiedere di restare al proprio posto anche quando si discuteva delle formule da adottare per assegnare il Giro U23 e il Giro Donne a RCS piuttosto che ad Infront. Un attaccamento al proprio posto degno di un encomio per un Consiglio Federale che di conflitti d’interesse ne presenta diversi altri che però non sono mai stati rilevati.