Sono 553 i giorni di digiuno dall’ultima classica monumento vinta da un corridore italiano, era il 3 Ottobre 2021 e si correva proprio la regina delle classiche: la Parigi-Roubaix. L’edizione più dantesca degli ultimi decenni corsa tra la pioggia e il fango vide la supremazia di Sonny Colbrelli che piegò in uno sprint a tre sua maestà Van der Poel e il debuttante Florian Vermeesch. La vittoria del bresciano dette un po’ di ossigeno al movimento italiano sempre più carente di corridore da grandi classiche, riportando così in auge i colori azzurri sul podio dopo la vittoria di Tafi nel 99′.
A distanza di un anno e mezzo è giunta l’ora di Filippo Ganna; con la medaglia d’argento ottenuta sul traguardo della Milano-Sanremo, il ragazzo nato a Verbania ventisei anni fa ha dato segnali più che incoraggianti a partire da Gennaio 2023 e grazie alla classica di primavera ha raggiunto la piena maturazione e il feeling necessario per primeggiare nelle corse singole, nelle quali coniugare: resistenza, potenza, un giusta punta di velocità e la capacità di tenere le ruote dei migliori sugli strappi a doppia cifra
La Roubaix e Ganna una storia di amore e odio, la classica che più si addice al portacolori della Ineos-Grenadiers dove potenza e abilità tecniche oltre ad una buona dose di fortuna sono requisiti improrogabili per la buona riuscita. La più imprevedibile dei monumenti è finora risultata indigesta al campione piemontese, vittorioso nella categoria under 23, una volta passato professionista il detentore del record dell’ora ha collezionato un ritiro, un fuori tempo massimo e un 35° posto nell’anno passato. E’ tempo di riappacificarsi con le pietre e farsi carico delle aspettative di tutto il ciclismo italiano che vede in lui l’erede dei più grandi interpreti delle classiche più belle del panorama.