Quella da qualche giorno conclusa è stata la più veloce Paris Roubaix mai disputata. 46,84 Km/h è stata la media registrata a fine gara nel velodromo più famoso del mondo. Le cronache sportive hanno giustamente esaltato il gesto atletico di Mathieu van der Poel, che negli ultimi 15 Km ha staccato tutti finendo quindi a braccia alzate la gara caratterizzata dai settori di pavé. Gara amata e odiata, una competizione sui generis che già nel recente passato ha incontrato da una parte il favore di pubblico ed atleti ma numerose sono state, altresì, le espressioni di disappunto e talvolta di vero e proprio odio per questa gara che nel tempo è stata definita la “più matta” del panorama ciclistico mondiale.
La Roubaix era amata dal nostro Ballerini ma anche da Musseuuw, da De Vlaeminck e da Boonen; molti altri, invece, l’hanno sempre odiata. È il caso di Bernard Hinault che nel 1981, dopo aver battuto due giganti come Moser e lo stesso De Vlaeminck, intervistato a caldo dopo il traguardo disse: “Paris-Roubaix est une connerie”.
Abbiamo, in alcuni precedenti articoli (CLICCA QUI per rileggere l’articolo) presentato ed analizzato i “numeri della Classica delle Pietre” evidenziando e ricalcolando le difficoltà del percorso e misurando la qualità della lista partenti, ma è tempo di procedere ad altre valutazioni e comprendere al meglio la gara del pavé. Di certo, come già rilevato, la 120ma edizione disputata la scorsa domenica della Pasqua 2023, è stata la più veloce in assoluto; MDVP in 5 ore 28 minuti e 41 secondi ha davvero domato i 29 settori di pavé disseminati lungo i 256,6 km con una media pazzesca. Ma a noi, amanti dei numeri e delle statistiche, questa affermazione non può e non deve bastare.
A scorrere i rapporti di gara e nel leggerne i risultati molte sono le curiosità che saltano agli occhi; tuttavia, per poter analizzare al meglio la Paris Roubaix, abbiamo approcciato con metodo scientifico (pienamente replicabile per altre competizioni) e con l’applicazione di indici ed indicatori di natura statistica abbiamo realizzato un quadro sinottico rappresentato nella successiva tabella:
L’analisi – è bene premettere – è limitata alle ultime 24 edizioni, quelle ascrivibili al cosiddetto Ciclismo Contemporaneo, clusterizzando le edizioni dal 2000 al 2023. Quattro sono le variabili che abbiamo preso in considerazione e precisamente:
– Startlist Quality Score;
– Finish Quantity Score;
– DNF e OTL;
– Failure Rate.
Le prime due (Startlist Quality Score e Finish Quantity Score) si riferiscono all’indice di qualità della lista partenti e della quantità di atleti giunti sulla linea del traguardo; quelle denominate DNF (Didn’t Not Finish) e OTL (Over Time Limit) fanno riferimento ad indicatori connessi ai ciclisti ritirati e finiti fuori tempo massimo. In ultimo, abbiamo preso in considerazione anche l’indice di insuccessi (Failure Rate) ovvero la misura percentuale di atleti partiti e ritirati. Queste 4 variabili opportunamente declinate per le edizioni delle 24 Roubaix disputate nel nuovo millennio, mettono in luce da un lato l’alta imprevedibilità della gara delle pietre, dall’altro, consente – a nostro parere – di meglio comprendere la dinamica della gara “più matta” di sempre.
Scorrendo il precedente quadro sinottico, è agevole notare che l’edizione vinta dall’olandese Van Der Poel nonostante sia stata la più veloce di sempre fa registrare una correlazione negativa con la variabile OTL (l’indice di atleti finiti fuori tempo massimo); fatto questo che ci fa sostenere che nonostante la gara sia stata corsa ad una media (KM/h) da primato, il tasso di non arrivati non è stato conseguenza dell’alta velocità, ma altri sono stati i fattori che hanno condizionato la 120° edizione che, comunque, presenta il più alto tasso di abbandono della gara (Finish Quantity Score). Tali fattori è presumibile siano legati da un lato alle difficoltà dei settori di pavé e, dall’altro, alla qualità degli atleti presenti sulla linea di partenza; l’edizione 120th riportava, infatti, un punteggio pari a 775 punti per qualità di atleti in gara e, quindi, non molto elevato almeno rispetto le precedenti edizioni del 2021, del 2018, del 2015, del 2011 e quella del 2000.
A ben vedere la prima edizione post pandemia (118th) è quella che fa registrare l’indice di qualità della lista partenti più elevato con un tasso d’insuccesso tra i più bassi. Quell’edizione vinta con uno sprint di un piccolo gruppo di atleti dal nostro Sonny Colbrelli, che correva coni colori della Bahrain – Victorious per poi ritirarsi nel novembre del 2022, dimostra proprio quanto calcolato e presentato: l’alto tasso della qualità dei ciclisti presenti ha, in un certo qual modo, comportato un livellamento delle prestazioni degli atleti che sono, infatti, giunti in gruppo (seppur piccolo) sul traguardo del velodromo di Roubaix.
Scorrendo a ritroso la tabella, evidenziamo che la Paris Roubaix del 2010 è quella che ha fatto registrare, invece, l’indice di atleti finiti fuori tempo massimo più alto; come a dire che l‘azione imperiale di Cancellara a 46 km dal traguardo fece molti danni: il 17,4% degli atleti partiti finirono infatti fuori tempo massimo… Per concludere, le prime edizioni del nuovo Millennio (quella del 2001 e quella del 2002) sono quelle che hanno fatto registrare il tasso di abbandono maggiore, l’edizione vinta da Peter VAN PETEGEM è quella che presenta il tasso d’insuccesso più alto degli ultimi 23 anni di storia della Paris Roubaix.
Quanto fin qui riportato, non vuole essere una diminutio della prestazione di Van Der Poel, ma, riteniamo, possa, invece, fornire una più nitida fotografia di quanto accaduto – almeno nella recente storia – della Roubaix. Solo attraverso un’approfondita, analisi condotta con rigore “scientifico”, è possibile esprimere valutazioni che siano il più possibile vicini alla realtà. Già in altri sport si è iniziato a misurare con più rigore le prestazioni, è tempo che anche il Ciclismo, svolti ed attraverso l’individuazione di indici ed indicatori più opportuni alzi l’asticella delle valutazioni delle prestazioni.
Noi con i nostri algoritmi, indici e score abbiamo iniziato e continueremo a dare il nostro contributo; siamo certi che in molti vorranno seguirci in questa nuova avventura!