Siamo alla vigilia della terza e ultima settimana del Giro 2023, 6 giornate da spendere per trovare il dominatore di quest’anno: 3 gli arrivi in salita, 1 cronoscalata a Monte Lussari e 2 arrivi sulla carta destinati alle ruote veloci. Ci ritroviamo a pochi giorni dalla passerella di Roma con un pugno di mosche in termini di spettacolo per la conquista delle posizioni alte della generale. Il ritiro anzitempo del grande favorito Remco Evenepoel ha pesato non poco sull’economia di corsa, strada facendo abbiamo vissuto anche dell’abbandono del terzo grande favorito Tao Geoghegan Hart. Eppure alla partenza della corsa rosa i presupposti erano ben diversi, tutti si aspettavano grande battaglia ed emozioni a fiume in questa edizione, venduta come la più incerta e spettacolare degli ultimi anni, sia per la startlist che per il percorso reso equilibrato tra cronometro, tappe nervose e grandi impegni alpini. Dove sono da ricercare le motivazioni di questo flop emozionale? e chi invece è pronto a dare un squillo nelle ultime tortuose e impegnative frazioni?
PERCORSO VS ATTENDISMO:
Facciamo fatica a capire se il problema sia nel disegno del tracciato o nella voglia dei corridori di interpretarlo al meglio, le colpe forse sono divise equamente. In queste prime due settimane sono mancate delle tappe che potessero farci vedere uno scontro diretto tra i big, ad eccezione dell’arrivo a Campo Imperatore – risolto in un nulla di fatto – e della famosa tappa di Crans-Montana nella quale il gruppo ha deciso di praticamente di scioperare. Non erano in programma altri arrivi all’insù o percorsi impegnativi contraddistinti da continui saliscendi che facessero un po’ di selezione, persino la frazione di Bergamo che sulla carta si prestava a scossoni non ha dato quello che ci potevamo aspettare. Non possiamo incolpare solo il percorso, che al momento ha vissuto delle sole due cronometro per creare distacco tra i protagonisti, pochi sono stati i colpi di fantasia da parte dei singoli ma anche e soprattutto dei team, immobilizzati dalla paura di perdere e senza l’audacia per tentare un colpo grosso.
SCREENING DEI FAVORITI :
Se tutto ancora può ancora succedere lo dobbiamo verosimilmente a quattro uomini: Geraint Thomas, Primoz Roglic, João Almeida e Damiano Caruso, saranno loro, ad eccezione di qualche sorpresa inattesa a giocarsi il primato e aver l’onore di alzare il trofeo senza fine. Tra il britannico e l’italiano ballano 1’28” e al netto dei distacchi, ancora limitati e recuperabili, è difficile al momento stabilire chi possa avere più chance e chi stia meglio di condizione. Tutti e quattro, in momenti diversi, hanno dato segnali positivi, e nessuno di loro ha fatto trasparire una così netta superiorità. Saranno molto probabilmente piccole situazioni a decretare in fondo a questo Giro il successore di Hindley, piccole differenze e piccoli gesti di orgoglio e di fantasia a far uscire dallo stallo totale la nuova e definitiva maglia rosa.