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Piove sul Giro d’Italia e sul Ciclismo Italiano. Il momento non è dei migliori, tanto da portare anche la nostra redazione a valutare se, effettivamente, fosse il caso di pubblicare il tradizionale numero dedicato alle prime due settimane di corsa. Tra defezioni per Covid-19, cadute e mezzi scioperi la corsa rosa, sin qui, non ha certo offerto uno spettacolo eccezionale. Dopo due settimane, cronometro a parte, ancora non si è visto nulla della grande battaglia annunciata dai big per la maglia rosa e, già solo questo, dovrebbe essere sufficiente per capire il livello del Giro d’Italia 2023. Le criticità che sono emerse sono diverse e, tutte, fotografano una corsa che è lo specchio dello stato attuale del ciclismo italiano: povero, poco attraente e in totale confusione.
Un Giro che ha attratto solo alcuni degli atleti più forti al mondo e che si lascia snobbare dal Campione del Mondo dopo appena una settimana con la “scusa” del Covid-19, rende plasticamente l’idea di quanto RCS Sport sia costretta a fare ormai da spettatrice anche nella propria corsa. RCS Sport, appunto. Gli organizzatori non sono esenti da “colpe”: bastava guardare il disegno del Giro d’Italia 2023 per notare come, cronometro e tappe di alta montagna a parte, tutto il resto sembrava fotocopiato. Salite nella prima parte di tappa e piattoni finali per creare lo spazio per il Giro-E. Peccato che inseguendo la moda si sia rinunciato a dare all’evento principale un tasso tecnico degno di una Grande Corsa a tappe.
C’è poi il caso del Gran San Bernardo nel quale ancora una volta la direzione di Mauro Vegni e RCS Sport non hanno brillato per capacità di gestione di una situazione al limite dell’assurdo. Una vicenda che ha reso evidente di come sia arrivato seriamente il momento di chiedersi se vale la pena mettere in programma salite tanto estreme per il mese di Maggio per poi annullarle puntualmente al primo vagito del gruppo. Un plotone svogliato, viziato e mal consigliato quello che, anche quest’anno, non ha mancato di tradire il pubblico che lo attendeva sulle strade tra Italia e Svizzera. Se questo è il Giro d’Italia, scusateci, ma è davvero difficile appassionarsi e affezionarsi a questa corsa se non fosse per qualche rara eccezione. E, a pensare che la FCI abbia assegnato proprio a RCS Sport anche l’organizzazione del Giro U23 e del Giro Donne per i prossimi 5 anni, non viene certo la voglia di essere ottimisti…