9 aprile 2023: è il giorno della Parigi-Roubaix, come da prassi la prima parte della gara è condizionata e alimentata dall’attacco di uomini intraprendenti, che fanno del coraggio il proprio stato di vita. Quest’anno tra i fuggitivi era presente un ragazzo canadese, alto e longilineo, pressoché anonimo al grande pubblico, il suo nome è Derek Gee. La fuga proseguiva di buon accordo fino all’imbocco dello sterrato cruciale della corsa, ovvero la foresta di Arenberg. Qui succede l’imprevisto per gli uomini in avanscoperta, Gee dopo poche centinaia di metri del tratto infernale perde il controllo della sua bicicletta a causa della foratura del tubeless anteriore, riesce per miracolo a salvarsi e rimanere in piedi, si fa piccolo piccolo sul ciglio destro della via ciottolata per attendere il cambio ruota con il gruppo che lo assorbirà nel giro di pochi secondi. Il canadese alla sua prima partecipazione alla regina delle classiche decide comunque di proseguire la battaglia e arrivare fino in fondo, fino al tanto desiderato velodromo, chiuderà la prova al 135° posto, ultimo dell’edizione a piu di 25 minuti da Van der Poel.
La pista, dove tutto ebbe inizio: Gee arriva tardi al mondo del ciclismo su strada, 26 anni ancora da compiere gli ultimi 5 dedicati esclusivamente o quasi alla pista. Figlio d’arte, è passato nel world tour lo scorso anno grazie all’ingaggio della Israel – Premier Tech, sempre attenta al bacino dei corridori canadesi, tra le file anche gli esperti Hugo Houle, Guillaume Boivin e Michael Woods. Nel suo primo anno nel mondo dei professionisti vengono gettate le basi per la crescita dell’atleta, il 2022 è caratterizzato quindi da tanto apprendimento e studio delle dinamiche di corsa. Poco ancora ci si poteva attendere da questa seconda stagione, gli stessi vertici del team e il ragazzo si auspicavano di definire i punti di forza e i punti deboli su cui poi poter lavorare nelle stagioni seguenti: 2024/2025, per ottenere i primi risultati. E invece il Giro scombina completamente tutte le carte!
1045 km di fuga, 4 secondi posti e 2 quarti posti: tutto è cambiato grazie alla corsa rosa. Il team decide di portarlo al Giro per continuare il suo periodo di adattamento alla grandi corse a tappe, il suo ruolo era quello di luogotenente di Pozzovivo nelle frazioni pianeggianti, una volta però concesso il via libera dal team, il canadese non si è più fermato, totalizzando alla fine delle tre settimane più di 1000 km di fuga, ovvero quasi un terzo di tutto il Giro e soprattutto raccogliendo quattro ottimi secondi posti, uno diverso dall’altro. La tappa nervosa di Fossombrone con la volata a tre per il piazzamento alle spalle di Healy, due giorni dopo replica il secondo posto nella tappa piovosa di Viareggio, con lo sprint a tre della fuga del mattina vinto dal più veloce ed esperto Magnus Cort Nielsen. La tappa rocambolesca di Cassano Magnago con una rimonta finale quasi perfetta, il fotofinish però darà ragione al tedesco Denz. Per finire il sorprendente secondo posto nel tappone alpino delle Tre cime di Lavaredo, sopravanzato solamente dal peso piuma di Buitrago, a completamento delle tre settimane si aggiungono i due secondi posti nella classifica a punti e nella classifica degli scalatori.
Gee un caso studio interessante! Il campione a cronometro canadese ha appena rinnovato sino al 2028 con il suo attuale team israeliano, un’estensione monstre del contratto, cinque anni che lo proietteranno all’età di 31 anni con alle spalle chissà quali e quanti risultati. Si perchè il talento del canadese è ancora difficilmente quantificabile e dire che rispecchia l’antitesi del corridore classico, il quale si costruisce poco alla volta nelle trafila dei settori giovanili e nella categoria degli under 23. Lo abbiamo scoperto competitivo su tutti i terreni, persino nelle volate ristrette sembra poter dire la sua, la qualità che però più di tutte ha impressionato è stata la velocità nel recupero, pochi corridori sono riusciti ad essere cosi performanti e continui lungo le tre settimane di corsa, potendolo nel lungo termine come atleta da grandi giri tappe.