E’ stato un Consiglio Federale “a scartamento ridotto” quello che si è riunito a Trieste con l’assenza di entrambi i Vice-Presidenti in carica Ruggero Cazzaniga e Carmine Acquasanta (la terza è Norma Gimondi, che ha rassegnato le dimissioni e non è stata sostituita).
Due mancate presenze che la dicono lunga sulle divisioni che si respirano all’interno della squadra guidata Presidente Cordiano Dagnoni. E, nel corso delle discussioni odierne, alcune fratture si sono ulteriormente allargate. Se in tal senso dovesse servire un altro indizio è sufficiente leggere il comunicato emesso dalla FCI al termine dei lavori (CLICCA QUI).
GIRO DONNE – La questione che ha occupato per quasi due ore il consesso di Trieste è quella che riguarda il Giro Donne che dovrebbe partire il 30 giugno prossimo da Chianciano. La situazione, infatti, è grave per non dire tragica. La verità è che, oggi, a 11 giorni dal via ufficiale, la FCI non ha ancora la certezza che la gara si corra e che, se si correrà, lo si farà con le caratteristiche richieste dall’UCI per il World Tour Femminile.
Starlight, società organizzatrice per l’ultimo anno, ha comunicato alla FCI le proprie difficoltà chiarendo che se la Federazione non si farà carico delle spese di produzione televisiva la corsa potrebbe non prendere nemmeno il via. Si tratta di un bel pacco di soldi che il Consiglio Federale di oggi ha negato a Starlight. La situazione, dunque, è in stallo completo.
La FCI ha calato l’asso Di Cintio per provare a sbloccarla: il Commissario Straordinario della Lega Ciclismo, il cui incarico è stato rinnovato per la seconda volta (fino al 31 dicembre 2023), dovrà verificare lo stato di avanzamento dell’organizzazione (a 12 giorni da via!) e valutare ogni possibilità per salvare la situazione. Quantomeno curioso che, di fronte ad una situazione su cui la FCI si gioca un’altra bella fetta di credibilità (oltre che un bel pò di soldi), tocchi proprio ad una figura commissariale attivarsi per una gara che non rientra nemmeno nella sfera di competenza della Lega Ciclismo. Ma tant’è, sembra che in tutta la FCI, Di Cintio sia l’unico in grado di districarsi tra cavilli legali, ricatti e ritardi.
Sullo sfondo rimane il problema più grande: se il Giro Donne non si correrà quest’anno o se si correrà senza produzione televisiva l’UCI potrebbe decidere di declassare l’evento facendo così saltare l’accordo da 400.000 euro con RCS Sport creando così un ulteriore problema di tipo economico alle casse federali. Il tentativo di Di Cintio farà perno sulla possibilità di addossare tutte le colpe a Starlight chiedendo pure il risarcimento del danno ma i vertici federali sembrano essersi dimenticati che la situazione attuale è stata creata e causata proprio dalle scelte del Consiglio Federale che ha voluto sterzare verso RCS Sport dopo l’estate irlandese, rovente, targata 2022.
Nel frattempo, per non farsi mancare nulla, ci sarebbe già l’incarico alla Consigliera Federale, nonchè dipendente di Rcs Sport, Serena Danesi di verificare sul campo l’effettiva qualità organizzativa del Giro Donne qualora si dovesse correre.
AFFILIAZIONI PLURIME – Che la cancellazione delle affiliazioni plurime per la categoria juniores non fosse una semplice “sperimentazione”, nonostante le espressioni usate dalla propaganda federale, è chiaro a tutti. Oggi il Consiglio Federale, come anticipato ieri da Ciclismoweb.net, ha fatto retromarcia decidendo di reinserirle con buona pace del Vice-Presidente Ruggero Cazzaniga.
Non torneranno nella stessa forma in cui eravamo abituati a conoscerle ma la sostanza sarà quella e accontenterà i presidenti regionali di Piemonte e Friuli che si erano ribellati nei mesi scorsi minacciando esclusioni eccellenti dalle Rappresentative Regionali.
Si chiameranno “Miste Interregionali” e investiranno i Comitati Regionali di ulteriori e nuove responsabilità: per conoscere i dettagli, ovviamente, sarà necessario attendere la formulazione definitiva.