E’ pronta la spedizione azzurra per questo Giro di Francia in partenza nel weekend, saranno però solo sette gli atleti a rappresentare il bel paese, una partecipazione ai minimi storici. Dobbiamo infatti tornare indietro fino al 1983, ovvero 40 anni fa per registrare un numero ancor più basso e pensare che nel 1996 l’Italia inscriveva addirittura ben 61 atleti, altri tempi e altre situazioni
Tutto tace, nessun clamore per questo continuo e progressivo indebolimento del nostro movimento, anno dopo anno si assottiglia sempre più questo numero, per quanto tempo ancora riusciremo ad essere rappresentati fuori dai nostri confini?
Quello che fa più impressione è però l’età media dei nostri atleti, ovvero 31 anni, considerando il periodo storico caratterizzato da un sensibile abbassamento dell’età in termini di risultati, il dato è davvero molto preoccupante. I più anziani sono Jacopo Guarnieri, Daniel Oss e Matteo Trentin, tutti e tre validissimi atleti che però hanno fatto già abbondantemente la storia del nostro ciclismo e che auspichiamo con grande ottimismo poter avere ancora due o massimo tre Tour de France di alto livello. I tre over 30, saranno chiamati ad aiutare e lanciare i rispettivi leader senza alcun tipo di velleità personale.
Il più giovane della comitiva è Luca Mozzato, l’unico a rientrare nella categoria per la maglia bianca di miglior giovane. Il Veneto fa parte della francese Arkea e dovrà essere disponibile per i propri capitani, qualche fuga gli sarà concessa. I tre più agguerriti saranno: Giulio Ciccone, il nostro vero faro per un successo di tappa e per ben figurare sulle mitiche salite della corsa, Alberto Bettiol, ancora con il dente avvelenato dopo il secondo posto di tappa dell’anno scorso e Gianni Moscon, ombra di se stesso in questi primi sei mesi dell’anno, caratterizzati comunque dall’infortunio di inizio stagione.
La diretta conseguenza del calo partecipativo pesa sui risultati che raccogliamo o meglio non raccogliamo, è dal 2019 che non vinciamo tappe al Tour, dal quel tris di Vincenzo Nibali, Elia Viviani e Matteo Trentin. Un record negativo senza precedenti, riusciremo in questo 2023 a invertire la tendenza e a riportare almeno un successo? La lenta ascesa del settore giovanile è ancora lontana dall’essere completata e con i ritiri di campioni come Nibali o Colbrelli è rimasto un vuoto enorme che nessuno sembra poter coprire nei prossimi anni, forse nemmeno questi sette ragazzi che ad ogni modo proveranno a tenere in alto i colori azzurri.