Rieccoci a Glasgow, cinque anni dopo il titolo europeo del 2018, l’UCI riporta le ruote del ciclismo mondiale sulle strade cittadine scozzesi. In palio ci sarà però la tanto ambita maglia arcobaleno che sarà vestita per un anno intero; così come cinque anni fa, il tracciato mondiale sarà caratterizzato da numerose curve, saliscendi, strappi e pavimentazione non uniforme. Dopo una prima parte tra il verde delle campagne scozzesi, il gruppo punterà il centro urbano per affrontare un circuito di 14.3 km da ripetere per 10 giri, composto da ben 46 curve ogni giro.
La prova sembra ricalcare una kermesse post-Tour piuttosto che una classica gara in linea, ad attendere i corridori ci sarà quindi un percorso nervoso, in cui le abilità tecniche e di guida del mezzo prevarranno su tutto il resto, attenzione al meteo, la possibile acqua renderà ancora più incerto e massacranti i 270 km totali ( nel 2018 a causa del tempo dantesco arrivarono solo in una cinquantina di uomini).
Il nome principe sembra essere quello di Mathieu Van der Poel, annata stratosferica per l’olandese con le vittorie di Milano-Sanremo e Parigi-Roubaix e la prova di Domenica adattissima per uno scattista-ciclocrossista come lui, il trio Belga (Remco Evenepoel, Wout Van Aert, e Jasper Philipsen) dovrà stare attento a non pestarsi i piedi. Remco, il campione uscente userà la squadra per selezionare il folto gruppo e accelerare da lontano, mentre i due suoi compagni potranno giocare di rimessa e arrivare con un gruppo piu ristretto viste le abilità in volata. Tadej Pogacar rientra in questo lotto speciale di favoriti visto il suo amore viscerale sbocciato quest’anno con le corse singole (Giro delle Fiandre, Amstel Gold Race e Freccia Vallone nella sua bacheca 2023) l’alleanza con il suo amico/nemico Van der Poel potrebbe portare ad uno sgambetto al fortissimo gruppo Belga.
Una spanna sotto i cinque troviamo il comparto danese, con Mads Pedersen e Kasper Agreen. Si presentano al via con una gamba eccezionale visti i recenti sigilli ottenuti al Tour de France, veloci e amanti del nord i due alfieri danesi potranno seguire le ruote dei migliori e al momento giusto approfittare del marcamento. Per la Francia il più papabile è Christophe Laporte, reduce dall’argento dello scorso anno. Michael Matthews, Joao Almeida, Ben Healy e Michal Kwiatkowski, saranno dei validi antagonisti per creare l’effetto sorpresa. All’ultimo mondiale il detentore di tre maglie iridate Peter Sagan, vorrà salutare il suo mondo con onore e rispetto.
15 anni di digiuno Italia: la nostra nazionale sta vivendo il digiuno più lungo da quando è stata istituita la prova mondiale, l’ultimo reduce italiano ad indossare la maglia fu Alessandro Ballan nel 2008. A Glasgow non partiremo con i gradi di leader, le punte del team saranno Matteo Trentin, pronto a rivivere le glorie di cinque anni fa e Alberto Bettiol, con il DNA da uomo del nord ma ancora ben lontano dai fasti del Fiandre 2019.