Tra poco più di un’ora prenderà il via la conferenza stampa di Roma dove Moreno Argentin ha promesso di svelare i documenti relativi all’annullamento dell’edizione 2023 della Adriatica Ionica Race. Intanto, ad anticipare questo appuntamento, è arrivata questa mattina agli associati della Lega Ciclismo questa missiva firmata dal fantomatico “Ufficio Commissariale”. Non vi è traccia dell’Avv. Di Cintio nè dell’Avv. Ferrazza e nemmeno del super consulente Avv. Vulpis ma solo di un ufficio impersonale che si prende l’impegno di riepilogare la vicenda prima che a farlo sia, in diretta streaming, Moreno Argentin.
Ecco di seguito il contenuto della comunicazione della Lega Ciclismo:
Illustrissimi.
avrete, di certo, avuto conoscenza della mancata approvazione della gara in oggetto indicata. Decisione “dolorosa”, ma, purtroppo, inevitabile. Anzi, una presa d’atto, più che una decisione vera e propria.
Considerato che sulla vicenda abbiamo potuto constatare una certa (forse, voluta) confusione mediatica, riteniamo doveroso informare gli Associati sull’accaduto. Evidenziamo che, nella esposizione che segue, ci riferiamo soltanto ad elementi oggettivi e dati di fatto documentalmente riscontrabili, con esclusione, dunque, di ogni pur possibile valutazione, restando il disappunto per alcune “fantasiose” ricostruzioni della vicenda apparse su articoli e social o inserite in alcune interviste.
Come abbiamo avuto già modo di chiarire nel nostro Comunicato Stampa, cui ad ogni buon fine Vi rimandiamo ( https://legaciclismoprof.org/2023/09/21/air2023-la-ricostruzione-dei-fatti/ ), con preghiera di attenta rilettura, la “delibera di mancata approvazione” della gara denominata Adriatica Ionica Race – 2023, rappresenta solo l’epilogo di un susseguirsi di provvedimenti e comunicazioni che la Lega e ASD Sportunion si sono scambiati in questi mesi.
Una premessa appare necessaria.
La suddetta associazione ASD Sportunion era da tempo e, dunque, ben prima che la Lega iniziasse a sollecitare il rispetto delle regole statutarie e regolamentari in materia di organizzazione di eventi del ciclismo professionistico, consapevole che, a seguito della volontaria richiesta di organizzazione dell’evento e della conseguente assegnazione, avrebbe dovuto in piena consapevolezza e correttezza porre in essere e soddisfare, nei tempi dettati dalle previsioni sportive in materia, tutti i prescritti adempimenti.
Crediamo sia indispensabile muovere da questa semplice osservazione preliminare, ovvero che chi chiede di organizzare una manifestazione professionistica, deve rispettare le previsioni delle norme statutarie, regolamentari e federali (peraltro, come noto, preesistenti a questo commissariamento).
L’ufficio commissariale, in uno spirito di grande collaborazione ed apertura finalizzati a consentire l’effettuazione della manifestazione e la difesa dell’immagine del movimento ciclistico professionistico italiano, ha da tempo sollecitato la spett.le ASD Sportunion sulle esigenze di rispetto delle prescrizioni relative alle gare ciclistiche su strada e dei connessi tempi entro i quali comunicare alla Lega la definizione di ciascun obbligo per ottenere il definitivo nulla osta ed approvazione tecnica della gara.
Infatti, prima del definitivo provvedimento assunto in data 20 settembre, la Lega ha adottato altre delibere commissariali, nella prospettiva volta a sostenere lo svolgimento della manifestazione e, con essa, salvaguardare una importante gara del ciclismo professionistico e tutelare gli interessi dell’Organizzatore.
Tale finalità è confermata dal fatto che le scadenze previste dalla normativa, sportiva e non, di riferimento, tanto quelle di natura economica, quanto quelle più propriamente tecnico-regolamentare, proprio per agevolare l’Organizzatore, nello spirito della più ampia assistenza e sostegno in funzione del perseguimento del comune obiettivo del concreto ed effettivo svolgimento dell’evento, venivano ad ogni provvedimento sistematicamente aggiornate, anche su richiesta dell’Organizzatore medesimo.
In particolare, con provvedimento del 7 agosto, pur essendo ormai da tempo scaduti i termini regolamentari che avrebbero consentito alla Lega di chiudere ogni possibilità all’organizzatore, nel prendere atto delle continue dichiarazioni dell’Associazione (che in ogni circostanza comunicava di trovarsi nelle condizioni di potere regolarizzare la propria posizione in tempi verosimilmente ristretti), la Lega confermava, in via eccezionale, il mantenimento della gara in calendario, a condizione, tuttavia, del pieno ed integrale rispetto dei requisiti e con la precisazione che, in caso di mancata regolarizzazione, si sarebbe vista costretta a negare l’approvazione della gara medesima.
In data 31 agosto, accertata la posizione non regolare dell’Organizzatore, la Lega sollecitava, ulteriormente, l’adempimento entro 7 giorni (e, quindi, entro il 7 settembre 2023). Anche questo termine, tuttavia, rimaneva disatteso.
Ancora, in ragione sempre della verosimile dichiarata assunzione di responsabilità dell’Associazione a volere regolarizzare ogni cosa in tempi brevi, la Lega, con delibera del 12 settembre, prendeva atto del mancato riscontro alle precedenti comunicazioni e, pur comunicando, la “sospensione” della manifestazione ciclistica professionistica denominata Adriatica Ionica Race, in programma dal 22 al 24 settembre 2023, concedeva un ulteriore termine, sempre nel tentativo di salvare la gara e, dunque, il patrimonio ciclistico professionistico e tutelare gli interessi dell’Organizzatore. Ciò sempre alla luce delle dichiarazioni e delle rassicurazioni (di pronto adempimento e regolarizzazione) offerte dall’Organizzatore medesimo.
Tuttavia, preso atto che nonostante i ripetuti impegni dell’Organizzatore mancavano ormai dieci giorni alla partenza della gara, la Lega onerava l’Associazione di dare informazione, nelle forme e modalità ritenute più opportune e consone al contesto ed alla concreta situazione, a tutti coloro che, nelle diverse posizioni, fossero coinvolti nell’organizzazione dell’evento, ad iniziare, ovviamente, dai partecipanti alla gara.
Nonostante l’ennesima proroga, concessa al fine ritenuto prioritario della tutela della manifestazione sportiva, gli adempimenti restavano non assolti.
Purtuttavia, continuando a comprendere l’importanza dell’evento e dei connessi interessi, la gestione commissariale, con lo stesso spirito di salvaguardia della competizione, concedeva una ulteriore (quarta) proroga – fino al 20 settembre, ore 12 – nel tentativo estremo di tutelare la manifestazione ciclistica, nel più ampio ambito della salvaguardia del patrimonio ciclistico italiano.
Con estremo stupore e rincrescimento, anche alla luce delle ripetute assicurazioni di adempimento e di rituale predisposizione dei servizi tecnici necessari per la realizzazione della gara, l’ufficio commissariale doveva, tuttavia, prendere atto che anche questo termine rimaneva disatteso.
Nelle stesse ore, inoltre, prendevano corpo ulteriori criticità connesse alle necessarie condizioni di sicurezza stradale per lo svolgimento delle gare professionistiche su strada (com’è noto, da sempre la Lega considera la sicurezza degli atleti che partecipano alla gara, unitamente a quella degli spettatori, requisito imprescindibile per procedere all’approvazione della gara medesima).
L’ormai accertata insussistenza delle condizioni di sicurezza della manifestazione, ciò anche in ragione delle dimissioni intervenute, nelle ultime ore, di due direttori di corsa designati alla sicurezza in gara, nonché della comunicazione del venir meno del servizio scorte e motostaffette, palesava l’oggettiva impossibilità di svolgimento dell’evento e, dunque, dell’approvazione tecnica-sportiva del medesimo. Anche in questa circostanza la Lega riteneva opportuno onerare l’Associazione e il suo Legale Rappresentante di darne pubblicità, nelle forme e nelle modalità ritenute più opportune.
In conclusione, vogliamo portare all’attenzione degli Associati e consegnare alla Vostra valutazione un ulteriore, non trascurabile, elemento.
Per agevolare il percorso di proficua finalizzazione della organizzazione della gara in oggetto indicata, la Lega deliberava di affidare al dott. Vulpis l’incarico di “vigilare sulla sussistenza delle condizioni in capo alla società Sportunion ASD per l’organizzazione dell’evento” e di operare di fatto anche come interlocutore per accompagnare la stessa nella corretta applicazione delle norme e nei termini fissati.
Tanto e vero che, tra le tante altre interlocuzioni, il dott. Vulpis accoglieva, con tempestività, la richiesta dell’Associazione Sportunion di tenere, in data 15 settembre, un “urgente incontro volto ad una condivisa risoluzione e definizione del caso (…)”. All’incontro, tenutosi presso gli uffici federali, il legale rappresentante della Sportunion ASD si presentava, in modo alquanto irrituale, accompagnato da un avvocato. Il dott. Vulpis, proprio nel più ampio spirito collaborativo, acconsentiva a tenere ugualmente l’incontro, che si concludeva con l’ennesima dichiarazione dell’Associazione di essere in grado in tempi ristretti di corrispondere in toto ai prescritti adempimenti regolamentari, con richiesta di ulteriore proroga per adempiere: tant’è che il dott. Vulpis riferiva all’ufficio commissariale delle criticità ancora irrisolte, ma dava una valutazione positiva alla concessione della richiesta proroga.
Ecco perché oggi, nel leggere le personalistiche ricostruzioni portate avanti dall’Associazione, che appaiono essere frutto di un disperato tentativo di addebitare ad altri responsabilità che sono solo ed esclusivamente a carico della stessa e del suo legale rappresentante, la Lega non solo convintamente le respinge con forza, ma si vede, suo malgrado, costretta ad avvertire sin d’ora che saprà agire e reagire, in tutte le sedi opportune, a difesa dell’immagine del ciclismo professionistico italiano.
Da questo crudo e asettico breve riepilogo degli accadimenti (oggettivi) della vicenda speriamo possa anche emergere il dispendio di energie e l’impegno profuso dalle varie componenti ed uffici della Lega, volti a salvaguardare la gara di cui trattasi, tentando, per quanto possibile, di scongiurare una piccola macchia nell’immagine del ciclismo professionistico italiano, che, peraltro e per fortuna, risulta nei primi posti delle classifiche mondiali delle migliori organizzazioni ciclistiche.
Le palesate e “avvilenti” contestazioni dell’Organizzatore, probabilmente motivate dalla dolorosa impossibilità di celebrare l’evento, non sembra possano smentire tutto l’impegno che la scrivente Lega ha adottato. Solo il mancato rispetto delle regole da parte di chi aveva il dovere e la conoscenza di uniformarvisi, assicurando, tra tutti, il rispetto degli impegni e le condizioni di sicurezza, hanno reso impossibile l’atto autorizzativo di approvazione della gara.
Noi tutti, la Lega ed i suoi Associati (ne siamo certi), con l’intero movimento ciclistico, ci saremmo aspettati delle scuse formali. Con grande disappunto e rammarico constatiamo che non sono arrivate!
Cordialmente,
Ufficio Commissariale