Un altro anno volge al termine. Il secondo consecutivo per il Commissario Staordinario della Lega Ciclismo Cesare Di Cintio. Un commissariamento che per tempi, modalità e poteri assunti piuttosto che ad una parentesi “straordinaria” è più simile ad una vera e propria istituzione ordinaria.
LEGA CICLISMO, LA STORIA – Una storia tutta italiana quella della Lega Ciclismo Professionistico: istituita come associazione privata il 15 novembre 2010 da Renzo Oldani (Tre Valli Varesine), Gianni Savio (Androni), Claudia Bonuccelli (Camaiore) e Ivan De Paolis (Area Zero), con sede a Milano, in Piazza Luigi di Savoia, 2 con l’obiettivo di promuovere, regolamentare organizzare e sviluppare l’attività ciclistica professionistica in Italia.
Un ente, riconosciuto dalla FCI e dall’UCI, come referente per il ciclismo professionistico che avrebbe dovuto valorizzare il ciclismo italiano di vertice e che, invece, negli anni è stato affossato da immobilismo, divisioni interne e poca capacità di affrontare le sfide del ciclismo moderno.
Dal 2010 ad oggi la parabola discendente per il ciclismo professionistico italiano sembra non avere fine: prima sono state chiuse le formazioni World Tour, poi le Professional ridotte a due, infine un calendario sempre più contraddistinto da annullamenti e defezioni dove a fare la parte del leone è, inevitabilmente, RCS Sport.
Intanto la sede della Lega è stata trasferita presso il Palazzo del Coni di Milano, in Via Piranesi: una sede istituzionale dove la Lega ha avuto a disposizione pure alcuni dipendenti stipendiati dalla FCI.
IL RICORSO E IL COMMISSARIAMENTO – L’elezione dell’ultimo direttivo presieduto da Mauro Vegni è stata annullata il 26 ottobre 2022 (clicca qui per leggere l’articolo). Da quel momento la Lega Ciclismo è entrata in una fase di convalescenza passata attraverso la nomina dei Commissari Straordinari del 5 novembre 2022. Il Consiglio Federale nomina gli Avv. Cesare Di Cintio e Jacopo Tognon “con l’indirizzo di assolvere ai compiti gestionali della Lega e rivalutare tutte le mutate esigenze del mondo professionistico tenendo conto delle normative di riferimento e dei principi generali del CONI”.
Un compito che avrebbe dovuto portare in tempi piuttosto rapidi all’elezione di un nuovo direttivo con un nuovo Statuto in grado di ridare slancio all’attività di questo ente. E invece, ancora una volta, ai buoni propositi non hanno fatto seguito i fatti. A marzo 2023, in vista della prima scadenza utile, quella dei sei mesi di attività, l’Avv. Tognon, che aveva già preparato la bozza del nuovo statuto che avrebbe dovuto presentarla nella riunione con gli associati del 13 marzo 2023, è uscito improvvisamente di scena (clicca qui per rileggere l’articolo).
Un cambiamento che non ha interrotto, però, la reggenza del Commissario Di Cintio a cui si è affiancato l’Avv. Mauro Sferrazza e, poco più avanti, l‘Avv. Marcel Vulpis.
Nel frattempo si sono susseguiti gli annunci dell’entrata di NVP, produttore TV, nel mondo del ciclismo dove però non ha lasciato alcun segno, degli accordi con alcune Regioni come la Lombardia la cui consistenza però è ancora tutta da valutare e degli accordi per la diffusione delle immagini delle corse italiane in 207 Paesi, a fronte delle 195 nazioni esistenti al mondo.
FERMI AL PALO – Insomma, dopo un anno abbondante di commissariamento nel quale sono accaduti fatti senza precedenti come l’annullamento della Adriatica Ionica Race a meno di 48 ore dal via, la Lega Ciclismo sembra essere ancora ferma al palo. Senza uno straccio di bozza del nuovo Statuto, senza una data per l’Assemblea Straordinaria e senza una prospettiva chiara.
Nel frattempo le “riunioni informative” in Via Piranesi si susseguono, riunioni nelle quali non si fanno passi in avanti e alle quali, via via, non sono più stati invitati i soci “dissidenti” come Filippo Pozzato e Moreno Argentin, deferiti addirittura alla Procura Federale.
Nei mesi passati si è ventilata l’apertura, che avrebbe del clamoroso oltre a non essere in regola con l’atto costitutivo e lo statuto della Lega, alle formazioni Continental (dilettantistiche per definizione) e a quelle femminili (non riconosciute come professionistiche) ma nulla è stato deciso al riguardo. La FCI, intanto, ha affidato alla Lega Ciclismo una serie di poteri e di organizzazioni senza però dare corpo e approvare l’ormai famosa “convenzione” che è scaduta da anni e in forza della quale si stabiliscono organicamente il ruolo e gli incarichi affidati dalla FCI alla Lega.
STAGIONE 2024 – In vista del suo secondo anno da Commissario, l’Avv. Cesare Di Cintio ha deciso però di sfoltire ulteriormente il gruppo degli associati imponendo l’obbligo tassativo di associarsi per la nuova stagione entro e non oltre il 31.12.2023 richiedendo, oltre ai documenti necessari, anche il versamento immediato della relativa quota associativa (2.500 euro oltre oneri FCI).
Una deroga fino al 20 gennaio 2024, in verità, è prevista, del tutto irregolare e senza precedenti, riservata a chi versasse 500 euro in favore della Lega Ciclismo prima del 31.12.2023.
Una svolta copernicana per gli associati della Lega che, come consuetudine ripetuta negli anni, erano abituati a saldare l’associazione allla Lega a stagione inoltrata e che, soprattutto, fa a pugni con l’affiliazione alla FCI che, al contrario, sarà possibile sino al 15 ottobre 2024.
Ma il Commissario Straordinario sembra essere determinato a mantenere la linea intrapresa, almeno fino a quando il Consiglio Federale gli consentirà di restare al suo posto tra dubbi, punti di domanda e questioni irrisolte che nel frattempo continuano ad accumularsi…