Si è tenuto ieri in videoconferenza l’incontro urgentemente voluto dal Consiglio Regionale della FCI dell’Emilia Romagna con le società emiliano-romagnole per disquisire sul comunicato nr. 6 della STR, a fronte della delibera presidenziale FCI – sulla facoltà data agli organizzatori delle gare regionali del settore strada di chiedere una tassa di iscrizione di cinque euro per atleta partente, quella che è stata ribatezzata come la “Mancia di San Valentino” decisa dal Presidente Cordiano Dagnoni.
A introduzione la voce del Presidente CRER Alessandro Spada che ha spiegato i passaggi istituzionali che hanno portato alla stesura del comunicato federale. Presenti novanta società che in aperto dibattito hanno mostrato una linea comune: non una chiusura ideologica nei riguardi della proposta ma una importante perplessità sui tempi e le modalità in cui è stata introdotta. È emerso, così, il diniego per l’applicazione della stessa. Nel dibattito sono, infatti, affiorati dubbi e incertezze sulla fattibilità dell’esecuzione, sulla concreta
applicazione e sugli strascichi burocratici ivi inerenti. L’analisi emersa è che la tassa di iscrizione alle gare diverrebbe, in un contesto quale quello della Riforma dello Sport, un ulteriore balzello ed un aggravio maggiore per le società organizzatrici.
Poco strutturata, la proposta è monca di un approfondimento organico sull’impatto che l’introduzione della tassa avrebbe avuto sul mondo del ciclismo in termini di adempimenti burocratici, modalità di pagamento e tracciabilità. A ragione di quanto determinato, le società emiliano romagnole per “gentlemen agreement” hanno convenuto di non applicare in nessuna gara la tassa di iscrizione.
“Sono contento che le società all’unanimità abbiano preso questa direzione poiché ritengo poco strutturata la proposta – afferma il Presidente CRER Alessandro Spada – le novità necessitano sempre di appoggiarsi su basi solide”.