Dieci sono gli anni che hanno dovuto attendere gli americani per rivedere un loro corridore riportare la vittoria di un grande giro nei propri confini, lo scorso settembre ci ha pensato Sepp Kuss conquistando la Vuelta e succedendo così al suo compatriota Chris Horner.
Se la favola di Kuss, del gregario, con l’occasione della vita difficilmente potrà essere replicata, diversi altri corridori stanno provando a buttar giù le basi per far tornare il loro paese ai vertici di credibilità e risultati dopo decenni dei domini falsati di Lance Armstrong.
Quest’anno saranno tredici i nazionali americani che compariranno alle partenze nel grande circo del World Tour. Molti di loro stanno già ottenendo risultati importanti, altri ancora acerbi ma di prospettiva hanno una gran voglia di emergere e consolidarsi nell’elite delle due ruote; ecco tra loro chi dobbiamo saper riconoscere in gruppo quest’anno!
Brandon Mcnulty: è forte, disciplinato e motivato il venticinquenne di Phoenix alla sua sesta stagione nei prof cresciuto a dismisura negli ultimi anni, l’UAE si coccola e conserva con molta cura il ragazzo dandogli per la prima volta quest’anno la fascia di capitano in alcune prove di una settimana. Ottimo cronoman, si difende piuttosto bene sulle lunghe salite oltre ad avere un buon recupero nell’arco delle tre settimane, al momento è stato principalmente uomo squadra per i propri leader nei grandi giri. Nel suo palmares trovano spazio una vittoria di Tappa al Giro 2023 e una tappa alla Parigi Nizza del 2022.
Matteo Jorgenson: dopo la parentesi in Movistar piuttosto positiva (generale al Tour Oman 23, un secondo posto finale al Giro di Romandia, oltre a diversi piazzamenti di tappa allo scorso Tour), il ragazzo del 99′ per espandere ancora di più suo potenziale passa quest’anno in Visma – Lease. Uomo per tutti i terreni, partecipa e si piazza nelle grandi classiche del nord per poi presentarsi competitivo nelle corse di una settimana. Quest’anno sarà di supporto a Vingegaard durante l’anno per carpire e assimilare i segreti da giocarsi nei prossimi anni.
Quin Simmons: Sulla cresta dell’onda da un paio di stagioni, il campione nazionale americano in carica sembra avere un motore eccezionale ma utilizzato con molta irregolarità. Ha rischiato di abbandonare il mondo del ciclismo a seguito dello shock che ha avuto per la morte di Gino Mader. Amante e affascinato dal mito delle corse più storiche, le strade bianche sono da sempre segnate sul suo personale calendario.
Luke Lamperti: il neoprofessionista ha aperto la sua avventura nei grandi con i colori della Soudal Quick Step dimostrando già tutta la sua spigliatezza in queste prime uscite dell’anno. Diversi secondi posti e volate ristrette vinte ne fanno un corridore già pronto per l’anno in corso, sono ancora poco note le sue qualità, per ora il team belga lo schiererà in alcune classiche minori del calendario per testarlo e metterlo alla prova con i grandi del pedale.
Kevin Vermaeke: passato molto giovane nel mondo dei professionisti, attualmente in forza al team olandese DSM, nel 2019 ha siglato il successo della Liegi-Bastogne-Liegi riservata alla categoria Under 23. Continua anno dopo anno il suo sviluppo e la sua affermazione nei primi posti delle classifiche, la sua dimensione sono le classiche di un giorno e le brevi corse a tappe.
Magnus Sheffield: della casa Ineos-Grenadiers fa parte un talento cristallino, che ha già messo a segno corse di prima fascia come la Freccia del Brabante. Ragazzo molto completo proviene dal ciclocross ed è difficile ancora inquadrarlo in una sola categoria; sembra farsi strada sia nelle corse singole così come nelle brevi corse a tappe grazie anche alla propensione per le prove contro il tempo.
Sean Quinn: arriva da Los Angeles il ragazzo in forza alla EF, lo scorso anno si impose grazie ad una volata ristretta nella seconda tappa della Coppi e Bartali, ha arricchito la stagione con ulteriori piazzamenti in corse di primo livello. Buono spunto veloce e tenuta in salita ne fanno un punto di partenza per la crescita ormai sempre più tangibile.
Neilson Powless: il più esperto degli otto, si appresta a partire per il suo settimo anno nel mondo dei professionisti. All’attivo la conquista della classica di San Sebastian e altre corse minori, gli manca ancora una corsa di alta fascia o una tappa di un Grande Giro a tappe per fare il vero ero salto di qualità e diventare punto di riferimento per i giovani del suo paese.