La giustizia sportiva della FCI continua a mietere vittime. Dopo la scandalosa sentenza con cui è stato inibito il direttore di Ciclismoweb.net, Andrea Fin, per aver pubblicato delle notizie (peraltro vere, documentate e mai contestate) relative alle decisioni del Presidente Cordiano Dagnoni, oggi il Tribunale Federale presieduto da Salvatore Minardi, con giudice relatore Patrich Rabaini e componente Stefano Gianfaldoni, ha condannato Moreno Argentin a un anno e due mesi di inibizione, aggiungendo una multa di 2.000 euro.
14 MESI DI INIBIZIONE – Dopo un procedimento archiviato e uno nel quale era stato ammonito, il Campione del Mondo di Colorado Springs è stato condannato per le dichiarazioni rilasciate nel corso della conferenza stampa di Roma durante la quale aveva presentato i documenti e le motivazioni con cui la FCI e la Lega Ciclismo gli avevano impedito di far partire regolarmente l’edizione 2023 della Adriatica Ionica Race.
SCANDALO GIUSTIZIA SPORTIVA– Un dispositivo che rappresenta un vero e proprio sopruso, un altro, posto in essere da un Tribunale Federale che sta piegando la giurisprudenza sportiva alle volontà del Presidente Federale Cordiano Dagnoni. Il numero uno del ciclismo italiano in questi mesi sembra avere come unico obiettivo quello di zittire chiunque chieda maggior correttezza e trasparenza nella gestione della FCI utilizzando proprio la clava della giustizia sportiva.
E’ evidente, infatti, che, con la campagna elettorale ormai in vista, a Cordiano Dagnoni, al termine di un quadriennio fallimentare dal punto di vista gestionale, con i conti in rosso e tutti i problemi irrisolti del ciclismo italiano, non resti che utilizzare la “minaccia” della Giustizia Sportiva per cercare di sedare il malcontento che serpeggia ormai da troppo tempo tra le fila delle società e dei tesserati.
ZITTI TUTTI – L’interpretazione del Regolamento di Giustizia, operata anche in questo caso come in quello che ha riguardato il nostro Direttore, che impedisce di fatto a qualsiasi tesserato di esprimere liberamente il proprio pensiero su chi avrebbe il compito di guidare il movimento, infatti, non è degna di un Paese civile come l’Italia e di uno sport nel quale la correttezza e la trasparenza dovrebbe riguardare prima di tutto i dirigenti federali.
Una Giustizia Sportiva che strizza l’occhio al potere e punisce chi si oppone al Presidente: è questo ciò che stanno attuando il Presidente del Tribunale Federale Salvatore Minardi, coadiuvato dal “censore delle buone maniere” Patrich Rabaini e da qualche altro (non tutti) componente del collegio.
Tanto più che, nel caso specifico, la Procura Federale si è preoccupata di archiviare la segnalazione inviata da Moreno Argentin, con tanto di copiosa documentazione allegata, riguardante il ruolo della FCI e della Lega Ciclismo nel caso dell’annullamento della Adriatica Ionica Race. Tutti fatti ritenuti “non rilevanti” dalla Procura Federale. Le parole della conferenza stampa nel corso della quale Moreno Argentin ha esposto i fatti, invece, sono state considerate così pesanti da portare all’inibizione di uno dei maggiori esponenti del ciclismo italiano, un personaggio che dovrebbe rappresentare una risorsa e un orgoglio per l’intero movimento ciclistico azzurro e che, invece, da oggi è finito nella gogna di una giustizia sportiva che sembra aver smarrito del tutto la bussola del buon senso oltre che i principi sportivi e giurisprudenziali che dovrebbero guidarla.