Il tratto di pavé è quello del Carrefour de l’Arbre, mancano meno di 17 km al termine della Roubaix 2023, il redivivo Degenkolb si sta giocando le sue fiche finali insieme ad un pugno ristretto di corridori; inizia il settore decisivo della corsa, il tedesco decide di prendere la canalina di destra così da limitare il più possibile la sofferenza. In una frazione di secondo Van der Poel, nel tentativo di sovravanzare il suo compagno di squadra Philipsen si muove verso destra producendo cosi uno scarto involonario e piombando all’improvviso sul povero Degenkob, che nulla può se non cadere a terra rovinosamente.
Chissà cosa passa nella testa di un corridore in quel momento? forse l’unico pensiero sensato è quello di rialzarsi e riprendere al volo la propria bici, un rapido check al corpo e via nel tentativo di ricucire un distacco ormai potenzialmente incolmabile. Per la cronaca il capitano della DSM chiuse in lacrime al settimo posto, dimostrando una performance impeccabile durante tutta la giornata, “Non è facile descrivere quanto sia grande la delusione. È passato molto tempo dall’ultima volta che sono stato là davanti in un finale come questo e penso di aver fatto davvero una buona gara. È davvero deludente vedersi togliere la possibilità di lottare per un risultato davvero buono. Di sicuro non ero il più forte in quel gruppo, ma la Roubaix è la Roubaix e può succedere di tutto una volta che sei in quel gruppo quando sei così vicino al traguardo”
Si perché il tedesco ne ha vissuti di momenti complicati, un terribile incidente nel gennaio del 2016 a Calpe durante un ritiro pre-stagionale nel corso del quale si procurò una ferita alla coscia, all’avambraccio, al labbro e la quasi perdita dell’indice della mano sinistra. Da quel giorno la sua vita sportiva è cambiata drasticamente, un prima fatto della doppietta di Milano-Sanremo e Parigi-Roubaix 2015 e delle dieci tappe alla Vuelta e un dopo fatto di tanta fatica per tornare ad un livello accettabile, con la rivincita personale nella tappa nove del Tour 2018 vinta grazie ad una volata ristretta, neanche a farlo apposta su un percorso che ricalcava i settori più iconici della sua amata Roubaix. Anche in quell’occasione a fine tappa si lasciò trasportare da un fiume di emozioni e lacrime.
A 35 anni suonati il tedesco si appresta a prendere il via per la dodicesima volta; mai un ritiro, un successo quello del 2015, un secondo posto e molte altre top 10. Quando un corridore è nato per una corsa. Non esisterebbe Degenkolb senza la polvere e il fango della Roubaix, non esisterebbe la Roubaix senza un Degenkolb che parte con gli oneri dell’outsider numero uno di Van der Poel, fosse anche solo per una volta all’anno, fosse anche l’ultima volta della sua carriera.