Lungo la dorsale appenninica che divide i due mari e nello spoglio entroterra francese, abbiamo assistito alle prepotenti sgasate di Filippo Ganna e Mads Pedersen; due motori dal grosso calibro che tornano a casa rispettivamente da Tirreno-Adriatico e Parigi-Nizza con una vittoria, un secondo posto nella generale (molto inaspettato per l’azzurro), molti chilometri macinati e una voglia matta di partire sabato per Sanremo con la consapevolezza di essere le mine vaganti dell’edizione 2025.
Non si sono risparmiati in questa settimana di “preparazione”: rasoiate nei finali, sprint di gruppo belli folti o ristretti, persino le volate intermedie per racimolare i secondi di abbuono, azioni da lontano anche su dislivelli altimetrici lontani dal loro DNA e tanto vento e pioggia a condire la loro esuberanza atletica. Tutto ciò per testarsi, testare il loro fisico e la gamba in proiezione classicissima, un sano pizzico di audacia e sfrontataggine all’indirizzo del restante mondo del pedale e di chi invece ha giocato a nascondersi, vedi Pogacar che si è eclissato dalle vetrine televisive per concentrarsi sul ripetere all’infinito Cipressa-Poggio e Poggio-Cipressa.
Entrambi ancora a secco di una classica monumento e l’avanzare dell’età sportiva a ricordargli che i trenta sono molto vicini; la Milano-Sanremo, odio e amore per il duo, con Ganna che ha ottenuto un secondo posto nell’edizione 2023, ancora brucia per quanto bene rispondesse la gamba in quella giornata, mentre un Pedersen sempre leggermente remissivo in passato, il quarto posto dello scorso anno è ad oggi il miglior risultato ottenuto.
Gli scenari per prendersi questa Sanremo sono molteplici e imprevedibili: da lontano, da sotto lo striscione, da un testa a testa, da un volantone di gruppo. La rincorsa per imporsi su Via Roma è iniziata tra gli appennini e l’entroterra francese, a suon di gesti d’autore e un sano egoismo sportivo.