Gli ultimi duecento metri, quel salto di fossato e la catena che si ingrippa gli sono fatali. Il trentacinquenne tedesco, Marcel Meisen, che nel giorno dell’Immacolata compie gli anni ne approfitta. Accelera e piazza la botta vincente davanti a Gioele Bertolini che arriva secondo sbattendo il pugno sul manubrio in segno di stizza, delusione, amarezza.
CROSS E GIMKANE – Una internazionale persa così. Ma dieci anni di differenza tra Bertolini, al terzo anno tra gli under, e Meisen pesano. Il crossista tedesco sta sfiorendo, il lombardo sbocciando. Solo due giorni prima aveva vinto d’imperio ad Asolo nella tappa del Giro d’Italia del Cross, Gran Premio Selle Italia. E ha indossato la maglia rosa del fango. Anche se a dir il vero di fango in questi giorni ce n’era davvero poco. Bertolini è il meglio che il fuoristrada italiano sta esprimendo a livello internazionale. Sua la vittoria in una prova di Coppa del Mondo. E, con le braccia conserte, la sua maglia rosa fiammante sulle spalle e quella bianca di un altro circuito del cross, è un fiume in piena.
Si parla di programmi e progetti, di tracciati e di percorsi. “In Italia il modo di correre e di interpretare la gara e i percorsi è completamente diverso rispetto a Belgio e Olanda. Quelli italiani sono molto più tecnici. Gimkane? – sorride Gioele che sprizza energia da ogni poro -. Ah ah si a volte possono sembrare delle gimkane per bambini, avanti indietro avanti indietro, blocca accelera, riparti, frena. Ma sono utili per imparare a dominare la bicicletta. I percorsi in Italia sono completamente diversi rispetto a quei paesi dove la cultura del fuori strada è imperante. Perché la cultura è diversa. Ad un ciclocross accorrono in migliaia e tutti paganti. Di conseguenza con un indotto economico dato dal biglietto e da tutto il movimento che si crea attorno a questa specialità, arrivano sponsor, soldi e possibilità di investimento. A volte le gare si vincono su percorsi tecnici, magari lunghi rettilinei non ti permettono di staccare gli avversari”.
LA MEGLIO GIOVENTU’ – Ciclocross in crescita in Italia? “Assolutamente si – afferma Gioele Bertolini – guardate quanti iscritti ci sono alle gare adesso. Tanti ragazzini si avvicinano a questa pratica. Per divertimento, per allenamento alla strada, per passione. Per tanti motivi. Insomma, ci si sta lavorando e piano piano diventeremo competitivi anche noi italiani a livello internazionale”.
Gioele Bertolini si gode la maglia rosa di Asolo e il primo posto sul podio. Non ha la stessa felicità a Faè di Oderzo, battuto da un teutonico con garretti possenti. Dopo aver battuto il pugno sul manubrio scuote la testa. Poca voglia di parlare. Per lui invece Paolo Guerciotti, capostipite della Guerciotti, storica azienda produttrice di biciclette. “Quel salto di catena proprio non ci voleva. L’amarezza è tanta ma Gioele è giovane, saprà regalarci tante soddisfazioni. Viviamo il ciclocross con una passione sfrenata. E devo dire che questa specialità sta ottenendo grande riscontro. Sempre più gente si sta avvicinando al ciclocross. E piano piano faremo sentire pure la forte presenza azzurra nel mondo, abbiate fiducia”.