Non smette mai di stupire Oleg Tinkov. Il magnate russo che può contare su uno dei team più forti al mondo che vanta tra le proprie fila assi del calibro di Peter Sagan e Alberto Contador ha annunciato, a sorpresa, di volersi ritirare dal ciclismo al termine della stagione 2016.
L’annuncio è arrivato dal ritiro dorato di Gran Canaria, dove il team sta svolgendo la preparazione in vista della prossima annata agonistica. “Tutti i contratti con i corridori e con gli sponsor sono a posto per il 2016 ma sarà l’ultima stagione nel ciclismo per la Tinkoff Bank e per me” sono queste le parole con cui Tinkov ha sganciato l’ennesima bomba “Ci sono due ragioni alla base di questa mia decisione e spero che i tifosi potranno capirmi dato che abbiamo speso più di 60 milioni di euro per questo sport. Prima di tutto Tinkoff Bank ha già sponsorizzato la squadra per cinque anni e questo, dal punto di vista del marketing, è già sufficiente per assicurare un ritorno economico importante. Non siamo una banca globale e la situazione economica in Russia non è delle migliori. L’altra ragione è molto più personale: ho deciso di vendere la squadra perché ho capito che nessuno vuole lavorare con me per cambiare il business legato a questo sport. Negli ultimi due o tre anni ho provato a lottare contro Aso e Uci, ho provato a trovare nuovi partner per la cessione dei diritti tv, a fare merchandising e a vendere biglietti ma nessuno mi ha supportato, nessuno è stato dalla mia parte”.
Problemi reali quelli sollevati da Tinkov che non ha mai fatto mistero di volere un ciclismo dove business e marketing avessero un peso maggiore rispetto a quanto succede oggi. Un autentico sfogo quello di Oleg Tinkov che è arrivato a paragonarsi ad un Don Chisciotte moderno: “Dave Brailsford (CEO del Team Sky, ndr) è l’unico che mi ha sostenuto. Ho parlato con Jonathan Vaughters, lui è bravo a parlare quando si è a tavola ma non mi ha mai realmente supportato. Tutti possono capire che nessuno può lottare da solo contro ASO: per questo mi sento come Don Chisciotte che lottava contro i mulini a vento. Se a nessuno interessa il futuro di questo sport perché dovrebbe interessare a me? Che vadano tutti al diavolo” ha sbottato Tinkov che non ha risparmiato nemmeno l’UCI di Brian Cookson. “Sono degli stupidi. Hanno un modo singolare di risolvere i problemi. I team hanno bisogno di stabilità per sopravvivere e svilupparsi. Ci servono licenze di almeno cinque anni, non solo di tre. Abbiamo bisogno di un vero e proprio ciclo-mercato, come nel calcio, per poter vendere ad esempio uno come Peter Sagan e fare soldi. Nessuno ha una visione strategica o di business per pianificare il ciclismo professionistico. Tutti guardano al massimo 12 mesi avanti. Ma io sono un uomo d’affari e lavoro con una prospettiva di almeno 60 mesi se non addirittura di 90. Nessuno può pianificare e costruire basandosi su di un progetto di 12 mesi”.
Sul nome del possibile acquirente della squadra, Tinkov è rimasto molto vago: “Potrei anche restituirla a Bjarne Riis. Qualcuno ha fatto il nome del padrone della CCC. A me non interessa, chi offrirà di più potrà prendersi la squadra. Sagan e Majka hanno contratti fino al 2017 per cui chi acquisterà il team automaticamente avrà questi corridori e tutti sanno che Sagan è attualmente il miglior atleta in circolazione…”
La polemica, con Oleg Tinkov, come sempre non manca. L’asta è aperta…
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